Stragi della follia in Germania e Stati Uniti: 28 morti
Dopo la strage di ieri in Alabama, dove un dipendente di una fabbrica prima di suicidarsi
ha ucciso a colpi di arma da fuoco 10 persone, tra cui sua madre e altri stretti familiari,
un analogo episodio di follia con 17 morti è accaduto oggi in Germania, in una scuola
nei pressi di Stoccarda. A sparare, innescando la tragedia, è stato un ragazzo di
17 anni: di lui al momento si sa che era vestito di nero e che è rimasto ucciso nella
sparatoria con la polizia che ha cercato di bloccarlo. Si parla di nove studenti e
tre professori uccisi, nulla si sa per il momento delle altre vittime. Il governo
tedesco si è detto “profondamente scioccato” per la strage. La cancelliera Angela
Merkel alle 16 farà una dichiarazione sull'argomento.
Iraq - 15 anni di
carcere a Tareq Aziz e Alì il chimico. Raid aerei sul Kurdistan L'ex vicepremier
iracheno, Tareq Aziz, e Ali Hassan al Majid, detto Alì il chimico, sono stati condannati
a 15 anni di carcere dal Tribunale speciale iracheno che ha allo stesso tempo condannato
a morte due fratellastri del defunto ex presidente iracheno, Saddam Hussein: atban
Ibrahim al Hassan, ex ministro degli Interni, e Sebawi Ibrahim al Hassan, direttore
dei Servizi di sicurezza. La corte ha condannato inoltre all’ergastolo l'ex segretario
personale di Saddam Hussein, Abed Hamid Humud, e a sei anni di carcere l'ex ministro
delle Finanze, Ahmed Kudair. Assolto, invece, l’Issam Rashid Hwaish, ex governatore
della Banca centrale irachena. Termina così il provvedimento giudiziario iniziato
il 29 aprile 2008. Erano tutti imputati per l'uccisione di una quarantina di commercianti
e uomini d'affari messi a morte nel 1992. A suo tempo, si era trattato di un processo
sommario con accuse di speculazioni sull'impennata dei prezzi dei generi di prima
necessità, causata nel mercato iracheno dall'imposizione delle sanzioni internazionali
da parte dell'Onu all'Iraq per l'invasione del Kuwait nel 1990.
Raid aereo
iraniano sul Kurdistan Nel nord dell'Iraq, nella regione autonoma del Kurdistan
iracheno, la notte scorsa un bimbo curdo di due anni è stato ucciso e suoi genitori
sono rimasti feriti - gravemente il padre - quando l'artiglieria iraniana ha bombardato
una zona di confine. Nella zona, si troverebbero basi dei guerriglieri separatisti
curdo-iraniani del Partito della vita libera in Kurdistan (Pjak).
Pakistan La
polizia del Pakistan ha arrestato decine di persone alla vigilia di una grande manifestazione
dell'opposizione il cui leader, l'ex premier Nawaz Sharif, ha proclamato che “la nazione
deve essere pronta a fare sacrifici per una rivoluzione nel Paese”. Rivolgendosi ad
un folto gruppo di suoi militanti ad Abbottabad (nella provincia della frontiera nord-occidentale
del Pakistan) Sharif, che è stato due volte premier pakistano, ha rivolto un appello
alla popolazione a partecipare alla "Lunga marcia" guidata da personalità del mondo
giuridico che deve partire domani da Karachi e giungere il 16 marzo ad Islamabad.
L'obiettivo principale della "Lunga marcia" è forzare il governo del presidente, Asif
Ali Zardari, a reinsediare al loro posto, come aveva promesso, i magistrati destituiti
dall'ex presidente, Pervez Musharraf.
Medio Oriente Mini-vertice
arabo quello che si tiene oggi a Riad, in Arabia Saudita. Il quotidiano panarabo saudita
al-Sharq al-Awsat, citando il portavoce della presidenza egiziano, Sulayman Awwad,
parla di un vertice tripartito tra re Abdullah e i presidenti di Egitto e Siria, Hosni
Mubarak e Bashar al-Assad, ma anche l'emiro del Kuwait, Sheik Sabah al-Ahmad al-Sabah,
è stato invitato a Riad. “Al vertice si discuterà di come trovare una posizione comune
araba a tutte le questioni della regione”, ha detto Awwad, parlando al giornale edito
a Londra. L'agenzia ufficiale saudita aveva annunciato ieri la visita a Riad di Assad
e Mubarak, precisando però che re Abdallah avrebbe avuto con ciascuno dei due presidenti
“colloqui separati”, in vista del prossimo vertice della Lega Araba del 30 marzo a
Doha, in Qatar. Secondo il quotidiano, il vertice potrebbe segnare una svolta nelle
relazioni tra i due Paesi arabi alleati di Washington - Egitto e Arabia Saudita -
e la Siria, legata all'Iran da salda alleanza strategico-militare.
L’appello
del presidente della Commissione europea in relazione alla crisi La gravità
e la portata della crisi richiedono un “cambio di marcia” rispetto a quanto fatto
finora. Questo l'appello lanciato dal presidente della Commissione europea, Barroso,
ai 27 Paesi dell'Unione in vista del vertice Ue che la prossima settimana sarà chiamato
a dare risposte concrete a una situazione economica e sociale sempre più difficile.
Barroso, intervenendo oggi davanti al Parlamento europeo, si è detto “molto preoccupato”
per l'impatto sociale della crisi, evidenziando come l'Ue non sia attrezzata per fronteggiare
le tensioni che questa situazione sta innescando. Da qui, ha detto, la necessità di
“utilizzare concretamente tutti gli strumenti a disposizione”. Barroso e il vicepremier
ceco Alexander Vondra, intervenuto a nome della presidenza di turno Ue, hanno evidenziato
come in questa fase la priorità delle priorità sia quella di “ripulire” le banche
dai titoli "tossici", per ripristinare il necessario flusso del credito a sostegno
dell'economia reale. Vondra ha poi sottolineato che il vertice del 19 e 20 marzo dovrà
indicare chiaramente come ridurre l'impatto della crisi sull'occupazione, un tema
che sarà anche al centro di un apposito vertice straordinario, in calendario per l'inizio
di maggio a Praga.
Grecia - accusa di massa per corruzione agli statali Centinaia
di funzionari statali greci rischiano il processo o la sospensione dai loro incarichi
per corruzione, in seguito alle conclusioni di un'inchiesta condotta dall'Ombdusman
per l'amministrazione pubblica. Il presidente dell'Ispettorato per la Pa, Rakitzis,
ha annunciato che chiederà il rinvio a giudizio di 354 funzionari delle imposte e
degli uffici comunali per la concessione dei permessi di costruzione, i quali non
sono stati in grado di spiegare la provenienza di denaro o beni in loro possesso,
come prevede la legge greca. Rakitzis, citato dai media, ha detto che si sta indagando
su altri 200 dipendenti statali che potrebbero essere sospesi dalle loro funzioni.
Infine, verrà chiesta l'apertura dei conti correnti di altri 30 funzionari la cui
ricchezza non appare giustificata dai loro redditi. È la prima volta che indagini
dell'Ombdusman portano all'incriminazione di un numero tanto elevato di funzionari
pubblici. E ciò mentre scandali per corruzione - in cima alla preoccupazione dei greci
subito dopo la crisi economica - hanno pesantemente contribuito a far crollare nei
sondaggi il partito del premier, Costas Karamanlis.
Ahmadinejad parla della
crisi nel vertice a Teheran fra 10 Paesi dell'Asia centrale La crisi mondiale
ha dimostrato che “l'economia del libero mercato è stata un totale fallimento” e perciò
bisogna costruire “un nuovo ordine basato sui valori e la giustizia umana”. È quanto
ha detto il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, aprendo a Teheran i lavori di
un vertice fra 10 Paesi dell'Asia centrale. “Il mondo sta vivendo grandi cambiamenti
- ha aggiunto Ahmadinejad - perchè dopo la caduta delle economie socialiste ora assistiamo
alla caduta delle economie capitaliste”. Alla riunione sono presenti i presidenti
di Turchia, Pakistan, Afghanistan e delle sei Repubbliche ex sovietiche dell'Asia
centrale, Paesi riuniti nell'Organizzazione per la cooperazione economica (Eco). I
Paesi dell'Eco contano complessivamente una popolazione di 400 milioni di persone
e coprono un'area di 8 milioni di chilometri quadrati. Parlando di obiettivi, Ahmadinejad
ha sottolineato la creazione di una Banca comune per lo Sviluppo e la rimozione delle
barriere tariffarie.
Cinque anni fa i tragici attentati a Madrid Undici
marzo 2004. Una data impressa nella memoria di Madrid, che esattamente 5 anni fa si
risvegliò nel terrore, a causa di una serie di esplosioni. Quattro ordigni esplosero
su un treno che stava per entrare nella stazione di Atocha; praticamente nello stesso
istante altre esplosioni avvennero su un treno alla stazione di Santa Eugenia e alle
installazioni della Renfe (le ferrovie spagnole) a El Pozo, sempre nella zona di Madrid.
Quasi 200 furono i morti, oltre 1.400 i feriti, per un attacco multiplo che colpì
al cuore l’Europa. Anche oggi l’allarme terrorismo resta alto nel Vecchio continente:
il dato emerge dalla relazione 2008 dei Servizi segreti italiani consegnata ieri al
parlamento. Nel documento, si rileva che Al Qaeda è determinata a colpire ''i Paesi
occidentali ed i loro alleati''. Ma oggi come si inserisce il terrorismo nel panorama
geopolitico? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al prof. Maurizio Simoncelli,
esperto di Geopolitica dei conflitti all’Istituto di ricerca Archivio Disarmo:
R. - Bisogna
prendere atto che la politica portata avanti dal governo repubblicano di George W.
Bush sostanzialmente ha fallito nella battaglia avviata contro il terrorismo. Certamente,
ha sconfitto Saddam Hussein, ma si è trattato di una diversa battaglia avviata per
altri motivi. Il terrorismo - quello che appunto noi identifichiamo, iconograficamente
parlando, con l’immagine di Osama Bin Laden - è tuttora attivo: anzi, il tipo di guerra
che è stata portata avanti negli anni, in realtà ha dato risultati estremamente scarsi.
Sostanzialmente, il problema è che il terrorismo non si combatte con l’uso massiccio
dei grandi sistemi di armi, non si combatte con gli eserciti.
D.
- Non a caso, la nuova amministrazione americana, guidata da Obama, sta puntando invece
sul dialogo. Quali risultati possiamo aspettarci da questo cambiamento di tattica?
R.
- Certamente, il dialogo è fondamentale perché non tutto il mondo islamico è ovviamente
filo-terrorista o filo-integralista, cioè un terreno di coltura per questo fenomeno.
Si tratta allora di trovare spazi, modalità, elementi con cui avviare un dialogo,
con cui poter sconfiggere quello che, altrimenti, appare come uno scontro di civiltà
e che non deve essere. La linea Obama mi sembra, per quello che possiamo vedere ora,
si stia muovendo con prospettive di successo, sicuramente maggiori rispetto a quelle
di Bush.
Lampedusa La notte scorsa, 332 migranti
stipati su vecchio peschereccio sono approdati direttamente nel porto dell’isola siciliana
di Lampedusa. Nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Contrada Imbriacola
ci sono ora quasi 900 persone. Intanto, è in corso il sopralluogo dei periti nominati
dalla Procura della Repubblica di Agrigento per l'incendio appiccato, un mese fa,
da un gruppo di rivoltosi che ha distrutto parzialmente la struttura. Massimiliano
Menichetti ha raggiunto telefonicamente al Cie di Lampedusa Elisa Maiani
dermatologa dell’INMP (Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle Popolazioni
Migranti ed il Contrasto delle Malattie della Povertà), task force medica coordinata
dal Ministero dell’interno:
R. - In considerazione
anche dell’incendio che ha interessato il Centro circa tre settimane fa, se già prima
c’erano delle problematiche legate al dove far alloggiare le persone, chiaramente
dopo questa notte la situazione è peggiorata.
D.
- Nel Centro adesso risiedono circa 900 persone: c’è tensione?
R.
- In questo momento, si respira un’atmosfera di calma, non di criticità.
D.
- Da dove provengono principalmente queste persone che sono nel Centro?
R.
- Circa l'80 per cento è di provenienza tunisina. Questa notte, durante questo grande
sbarco, sono arrivate oltre 300 persone, delle quali anche in questo caso un 70 per
cento è di origine tunisina e marocchina e la restante percentuale viene dall’Africa
subsahariana, principalmente dalla Nigeria.
D. -
Come sono le loro condizioni di salute?
R. - Piuttosto
buone. Non abbiamo neanche avuto le solite situazioni di lieve ipotermia o di disidratazione
che possono verificarsi.
D. - Questo è uno dei rari
casi in cui le persone stanno bene ma cosa c’è, di solito, dietro un viaggio della
speranza di questo tipo?
R. - Le storie, ovviamente,
si differenziano a seconda del Paese di origine. Si tratta di storie molto pesanti
per quanto riguarda soggetti che provengono dalla Nigeria, alcuni dei quali iniziano
il viaggio anche due tre anni prima dell’arrivo nel nostro Paese. Ci sono persone
che provengono invece dal Corno d’Africa, che devono attraversare addirittura il deserto,
e alcuni di loro finiscono in carcere in Libia. Ci sono delle situazioni piuttosto
complesse.
D. - L’ultima tappa, per chi ce la fa,
è quella del Mediterraneo. Una traversata non facile…
R.
- E' un viaggio in cui molte persone purtroppo non ce la fanno. Vengono gettate in
mare e di loro molto spesso non resta traccia.
D.
- Qual è il vostro compito sull’isola?
R. - E’ quello
ovviamente di curare gli immigrati, garantendo loro il diritto alla salute. Siamo
dermatologi, infettivologi e ginecologi se ci sono delle patologie infettive e diffusive.
Il nostro compito è di curare le persone qui vengano trasferite nei centri di seconda
accoglienza.
D. - Dunque, non ci sono pericoli di
malattia per la popolazione italiana?
R. - Molto
spesso i mass media danno delle informazioni di tipo emergenziale. Queste persone,
assolutamente, non rappresentano un pericolo per la popolazione italiana.
Cina Nove
operai edili cinesi sono morti a causa del crollo del loro dormitorio nei pressi di
Danyang, nella Cina orientale. Il dormitorio si trova nel cantiere in cui si sta costruendo
la linea ferroviaria per il treno superveloce che collegherà Pechino alla metropoli
costiera di Shanghai. Lo afferma l'agenzia Nuova Cina. Il crollo, secondo le prime
informazioni, sarebbe stato provocato dall'esplosione di una bombola di gas. Il treno
superveloce dovrebbe permettere di viaggiare tra le due principali città della Cina
in cinque ore, rispetto alle undici attualmente necessarie.
Tibet La
Cina ha messo in guardia oggi gli Stati Uniti: le “accuse gratuite” sulla situazione
in Tibet possono peggiorare le relazioni bilaterali tra i due Paesi. Lo ha reso noto
il portavoce del Ministero degli esteri di Pechino, Ma Zhaoxu, in un comunicato. Ieri,
la Casa Bianca si è detta preoccupata per “la situazione dei diritti umani in Tibet”.
Per oggi, è previsto a Washington l'incontro tra il segretario di Stato Usa, Hillary
Clinton, ed il ministro degli Esteri cinese, Yang Jiechi.
Coree Russia
e Cina hanno espresso preoccupazione per l'acuirsi delle tensioni nella penisola coreana
e hanno lanciato un appello alle parti interessate ad astenersi da azioni suscettibili
di minaccia per la sicurezza nella regione. Ne ha dato notizia il Ministero degli
esteri russo, riferendo di un colloquio telefonico fra i ministri degli Esteri dei
due Paesi, il russo Serghiei Lavrov e il cinese Yang Jiechi. “Nell'esame della situazione
nell'Asia nordorientale, è stata espressa preoccupazione per l'acuirsi della tensione
nella penisola coreana”, ha detto il Ministero a Mosca in un comunicato diffuso dal'agenzia
Itar-Tass. “Lavrov e Jiechi hanno invitato i Paesi interessati a dar prova di prudenza
e moderazione e ad astenersi da ogni tipo di azione in grado di minare la sicurezza
e la stabilità in quella regione”, aggiunge il comunicato.
Brasile Oltre
seimila militanti, in maggioranza donne, di Via Campesina e del Movimento Sem Terra
brasiliano hanno occupato edifici pubblici e latifondi e depredato imprese di agribusiness
e raffinerie di etanolo in tutto il Brasile. La protesta, iniziata ieri, si sta estendendo
in tutte le aree teatro di una conflittualità legata alla riforma agraria e ai conflitti
per la terra. A Brasilia, 600 attiviste, con bambini, hanno occupato il Ministero
dell'agricoltura di Brasilia per protestare contro la concessione di finanziamenti
per l'agricoltura familiare e contro la “lentezza” nella realizzazione della riforma
agraria. Per le stesse ragioni, 1.200 militanti Sem Terra hanno manifestato a Porecatù,
nello Stato del Paranà. Nello Stato di Espirito Santo, 1.300 attiviste di Via Campesina
hanno occupato il Portocel, porto di esportazione di legname di eucalipto dell'Aracruz,
maggior produttore brasiliano di polpa di carta, e distrutto duemila tonnellate di
cellulosa, mentre centinaia di militanti dei Sem Terra hanno bruciato tronchi di eucalipto
in una fazenda di proprietà della Vale do Rio Doce, la maggior impresa privata brasiliana.
Nello Stato di San Paolo, 600 attiviste hanno bloccato per alcune ore una raffineria
di etanolo di un grande gruppo privato. Nell'Alagoas, 1.500 militanti hanno invaso
il latifondo di un ex ministro, Joao Lyra. Nel Rio Grande do Sul, i manifestanti hanno
distrutto duemila tronchi tagliati di eucalipto in una fazenda di un'altra grande
produttrice di carta, la Votorantim. (Panoramica internazionale a cura di Fausta
Speranza)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIII no. 70 E'
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Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
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