2009-03-11 15:37:49

Cile: preoccupazione della Chiesa di fronte ai fenomeni razzisti


L’Istituto cattolico cileno per le migrazioni (Incami), struttura pastorale della Conferenza episcopale del Cile, ha espresso in un comunicato “dolore e preoccupazione” per l’uccisione negli Stati Uniti, alcuni giorni fa, di due giovani che si trovavano in America per motivi di studio. Su questi drammatici episodi pesa l’ombra della xenobia. Nel corso dell’aggressione, avvenuta in località Pensacola, sono rimasti uccisi due studenti, Nicolás Corp y Racine Balbontín e altri tre sono stati gravemente feriti. L’Istituto, che da molti anni segue con attenzione le diverse comunità cilene all’estero e che recentemente, tramite i suoi delegati, aveva fatto visita a comunità residenti sia negli Stati Uniti sia in Europa, ribadisce che secondo le prime indagini è sempre più “pesante l’ombra del razzismo e della xerobia”. Viene anche manifestata solidarietà e partecipazione ai parenti delle vittime. “Noi – prosegue la nota - siamo in permanente contatto con le nostre diverse realtà migratorie nel mondo e constatiamo con dolore che sia nel nostro Paese, ma anche all’estero è in crescita un atteggiamento di rifiuto di persone appartenenti ad altre nazionalità e culture; questo spesso si manifesta tramite insulti, trattamenti degradanti e sfruttamento nel lavoro. È una realtà per molti dei nostri connazionali all’estero ma anche per diversi stranieri tra noi”. L’Istituto rileva poi il consolidamento di tendenze negative per quanto riguarda il trattamento dei migranti: “Siamo testimoni addolorati del fatto che nei Paesi sviluppati – si legge nella nota - aumentano i rifiuti ai permessi di soggiorno e residenza; le leggi nazionali tendono a irrigidirsi nei confronti di fratelli provenienti da altre nazioni che cercano una speranza per le loro vite”. Si deve anche sottolineare - prosegue la nota - che il “Vangelo ci ricorda in numerosi passaggi l’accoglienza e l’ospitalità offerta al forestiero. Lo stesso Gesù non solo è nato povero tra i poveri, ma ha conosciuto anche la condizione di migrante”. Aprire il nostro cuore ai fratelli forestieri, in ogni luogo e ogni momento, e non solo come singoli cittadini, ma anche come Stato con le sue strutture e istituzioni, è un comportamento consono con la giustizia e la solidarietà. E' anche un modo di adempiere un dettato evangelico. “Tutti abbiamo il dovere di contribuire - conclude la nota - all’edificazione di un mondo più fraterno e giusto; questo implica il sentirsi anche responsabili per evitare ogni violenza come quella che ha messo fine alla vita di nostri giovani compatrioti”. (A cura di Luis Badilla)







All the contents on this site are copyrighted ©.