Messico: appello dei vescovi di Antequera-Oaxaca contro l’ondata di violenza
Da diversi mesi, ma in particolare da quando l’ondata di violenza che devasta alcune
regioni del Messico si è acutizzata in modo allarmante, si è aperto nel Paese un ampio
dibattito con lo scopo di capire ciò che accade e, soprattutto, di unire volontà e
sforzi per superare un tale drammatico momento. In questo dibattito oltre alle considerazioni
dell’episcopato messicano, espressi a più riprese, due presuli, l’arcivescovo e il
suo ausiliare di Antequera-Oaxaca mons. José Luis Chávez Botello e mons. Oscar A.
Campos Contreras, rispettivamente, sono intervenuti ieri precisando che “quando la
corruzione e il crimine sembrano superare la nostra capacità di risposta, serpeggia
la sensazione che qualsiasi altro risultato positivo, nella famiglia o nella società,
sia ormai inutile”. I vescovi di Antequera-Oaxaca, forse la regione più colpita dalle
violenze incrociate dei narcotrafficanti e di altre bande della criminalità organizzata,
ritengono di dover dire che questa idea “è falsa e pericolosa”. “Di fronte alla confusione,
alla frammentazione e agli scontri, abbiamo bisogno di guide che non ci ingannino;
leader impegnati capaci di farci vedere con la propria vita ciò che affermano a parole;
persone che senza protagonismi offrono luce e chiarezza, lavorino in favore dell’
unità trasmettendo speranza. Insomma abbiamo bisogno di persone che con la loro vicinanza
aiutino a costruire e camminare verso una vita veramente umana”. Negli ultimi anni
in Messico, osservano i vescovi, si è molto parlato di sviluppo, progresso, specializzazione,
efficacia, produttività, ma si è dimenticato di parlare anche della coesione sociale,
del senso della vita, del valore delle persone e il significato del vivere insieme.
Tutto ciò ha facilitato la perdita dell’ unità “poiché possiamo essere bravi nelle
questioni economiche e tecniche ma se non abbiamo il senso autentico delle cose che
facciamo, e soprattutto del senso delle nostre vite, saremmo sempre spinti verso la
frammentazione individuale e sociale. Per i presuli messicani è arrivata l’ora di
prestare più attenzione “alle persone che alle parole; agli esseri umani concreti
che con la loro vicinanza e amore ci aprono prospettive e ci danno motivi per superare
gli ostacoli della vita”. In questo senso i presuli ricordano l’importanza di alcune
figure come la madre, il nonno, il maestro, il vicino, l’amico e il sacerdote. Proprio
nel contesto di queste loro ultime riflessioni i presuli chiamano i loro sacerdoti
a non dimenticare tutto il bene che possono fare in momenti come questi; in particolare,
osservano, che nessuno di loro deve mai dimenticare che a volte solo ascoltando è
possibile offrire un aiuto. Nel prete, assicurano, è possibile ascoltare la Parola
di Dio, quella giusta e necessaria, e in tante parrocchie è possibile vivere insieme
con altri quest’esperienza di comunione e così ritrovare speranza e desiderio di unità
e senso del vivere. “Solo in Dio possiamo trovare l’aiuto che ci serve in questo momento
così difficile, ma al tempo stesso pieno di futuro e speranza, concludono i vescovi
di Antequera-Oaxaca. (A.D.)