I vescovi francesi: è diritto del bambino avere un papà e una mamma
Nota del Consiglio permanente della Conferenza episcopale francese diffusa oggi per
dire che “lo sviluppo e la maturazione di un bambino richiede la presenza di un padre
e di una madre” e che nella prospettiva di far crescere un bambino in una coppia omosessuale,
“bisognerebbe almeno applicare il principio di precauzione”. Con questi due assunti,
- riferisce l'agenzia Sir - i vescovi di Francia criticano “la proposta di legge
sull’autorità genitoriale e i diritti dei terzi”, redatta dal ministro della Giustizia,
Rachida Dati, e dal segretario di Stato incaricata per la famiglia, Nadine Morano.
La legge prende in considerazione per la prima volta situazioni di omoparentalità
e potrebbe rendere in futuro più facile il riconoscimento delle famiglie omoparentali.
Situazione che coinvolgerebbe, secondo alcune stime, circa 30 mila bambini. Secondo
l’episcopato francese, “questo progetto di legge non è necessario”, in quanto “le
disposizioni legali in vigore permettono già deleghe di autorità parentale”. Inoltre
il progetto di legge “non è volto al bene dei bambini”. Rischia piuttosto di complicarla
in quelle situazioni in cui “i bambini sono sfortunatamente e spesso ostaggi nei conflitti
coniugali e nelle ostilità tra i loro genitori e i tra i nuovi e vecchi congiunti”.
I vescovi ritengono che “legiferare su queste situazioni di instabilità familiare,
rischia di provocare situazioni ancora più invivibili”. Nella nota, i vescovi criticano
anche il tentativo di sostituire in un testo di legge i termini “padre e madre” con
un più generico “genitori” perché ciò potrebbe “introdurre la possibilità di estendere
la responsabilità parentale al partner dello stesso sesso”. Infine l’episcopato tiene
a precisare due considerazioni da “non perdere di vista”. La prima è che “la vita
sociale è strutturata dal rapporto tra uomo-donna e non da relazioni tra persone dello
stesso sesso”. La seconda è che “non ci sono elementi scientifici e seri che permettono
oggi di dire che non ci sono danni a che un bambino sia cresciuto da due uomini o
da due donne piuttosto che da un uomo e una donna”. Da qui l’invito alla precauzione.
(R.P.)