Educare al turismo responsabile, fare prevenzione, creare un dialogo con le istituzioni
ma anche esercitare una maggiore pressione mediatica, sociale, legislativa per difendere
i bambini da ogni forma di sfruttamento. Questi alcuni degli obiettivi della campagna
di sensibilizzazione lanciata da Ecpat (End child prostitution pornography and trafficking)
intitolata “Da schiavi a bambini” per contrastare il terribile fenomeno del turismo
sessuale, offrendo in modo concreto ai minori che vivono nei paesi poveri protezione
e tutela dei loro diritti. Il servizio di Cecilia Seppia:
Rapiti dalle
mafie, venduti dalle stesse famiglie di appartenenza ad organizzazioni criminali,
spesso adescati in modo del tutto inconsapevole, i bambini che ogni anno finiscono
nel mercato del sesso sono circa 3 milioni. Per lo più si tratta di ragazzine di età
compresa tra i 5 e i 17 anni. Un macabro giro di affari da 250 miliardi di dollari,
che vede tra i Paesi maggiormente coinvolti Kenya, Filippine, Sudafrica, Costa Rica
e Repubblica Dominicana: qui il turismo sessuale è davvero un terribile business,
che continua ad aumentare sostenuto da una diffusa tolleranza sociale, legata all’ingente
povertà delle famiglie e del Paese stesso, che vede il contrasto del fenomeno persino
come una minaccia all’economia nazionale. Perla Goseco, direttore
turismo Ecpat:
“Dobbiamo puntare sul cambiamento
culturale nei Paesi da cui provengono i turisti, come Italia, Germania, Austria, e
un cambiamento culturale anche nei Paesi di destinazione. Qui parliamo della domanda
che parte dai Paesi più ricchi e dell’offerta che esiste nei Paesi di destinazione:
se cala la domanda cala anche l’offerta”.
Ogni anno
sono moltissimi i viaggiatori occidentali, per lo più giovani, colti, medio-reddito,
che partono per mesi con l’intento di praticare turismo sessuale. L’Italia con 80
mila predatori, è in testa alle classifiche, insieme a Germania, Francia, Regno Unito,
Per questo Ecpat lancia un allarme, chiedendo la cooperazione tra i governi, gli operatori
del mondo del turismo e le ONG per riuscire a creare una rete capillare in grado di
arginare il fenomeno. Yasmine Abo-Loha, coordinatrice progetti
Ecpat-italia:
“Quello che va fatto è stipulare un
maggior numero di accordi bilaterali e ci vuole anche una maggiore comunicazione e
collaborazione tra le polizie internazionali. Bisogna cercare di creare dei nuclei
operativi. E’questo quello che manca perché c’è effettivamente chi ha voglia di denunciare,
ma poi si trova solo perché non trova nessuno dall’altra parte che lo ascolta”.
Queste
sono le urgenze non più rinviabili per garantire ai bambini protezione dallo sfruttamento
sessuale, per ridare loro libertà e dignità, perché da schiavi, tornino ad essere
bambini.