2009-03-07 16:02:52

Grande partecipazione alla Giornata mondiale di preghiera delle donne


Essere in comunione con le altre sorelle di tutto il mondo raccogliendosi in preghiera per i popoli che ancora soffrono per ingiustizie e violenze. Questo l’obiettivo della Giornata mondiale di preghiera delle donne che si è celebrata ieri. L’evento, che ha coinvolto almeno tre milioni di persone in 170 Paesi, è considerato da molti come il più grande movimento ecumenico di base al mondo. “In Cristo, molte membra ma un solo corpo”, il versetto biblico utilizzato come tema dell’appuntamento di quest’anno. A sceglierlo un gruppo di donne cristiane della Papua Nuova Guinea - appartenenti alle due comunità maggiori, quella cattolica romana e quella evangelica luterana – che hanno voluto mettere al centro la grande varietà di etnie, culture e tradizioni che popolano il Paese dell’Oceania, formato da seicento isole e dove si parlano più di ottocento lingue. “Signore rafforza in noi il sentimento”, si legge sul testo redatto dal gruppo con cui hanno collaborato pentecostali, battisti, Esercito della salvezza e United Church. La giornata – sottolinea l’Osservatore Romano – è nata nel 1887 negli Stati Uniti. La colletta, divenuta fin da subito un momento centrale dell’iniziativa, ha permesso di aiutare donne e bambini. Il termine “Gmp”, Giornata mondiale di preghiera, fu coniato ufficialmente nel 1927. Tre anni dopo l’iniziativa raggiunse l’Europa. Nel 1945 donne di tutte le nazioni e di ogni confessione cristiana si impegnarono ad agire per ricostruire il mondo distrutto dalla guerra. Del 1969 è l’adesione dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche; del 1978 la prima dichiarazione comune del comitato internazionale, il cui simbolo è rappresentato da quattro donne inginocchiate ai quattro punti cardinali della terra a formare una croce. Nel 1995 la Giornata venne citata tra gli eventi da prendere in considerazione dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei Cristiani nel documento intitolato ‘La dimensione ecumenica nella formazione di chi si dedica al ministero pastorale’. (E. B.)







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