Grande partecipazione alla Giornata mondiale di preghiera delle donne
Essere in comunione con le altre sorelle di tutto il mondo raccogliendosi in preghiera
per i popoli che ancora soffrono per ingiustizie e violenze. Questo l’obiettivo della
Giornata mondiale di preghiera delle donne che si è celebrata ieri. L’evento, che
ha coinvolto almeno tre milioni di persone in 170 Paesi, è considerato da molti come
il più grande movimento ecumenico di base al mondo. “In Cristo, molte membra ma un
solo corpo”, il versetto biblico utilizzato come tema dell’appuntamento di quest’anno.
A sceglierlo un gruppo di donne cristiane della Papua Nuova Guinea - appartenenti
alle due comunità maggiori, quella cattolica romana e quella evangelica luterana –
che hanno voluto mettere al centro la grande varietà di etnie, culture e tradizioni
che popolano il Paese dell’Oceania, formato da seicento isole e dove si parlano più
di ottocento lingue. “Signore rafforza in noi il sentimento”, si legge sul testo redatto
dal gruppo con cui hanno collaborato pentecostali, battisti, Esercito della salvezza
e United Church. La giornata – sottolinea l’Osservatore Romano – è nata nel 1887 negli
Stati Uniti. La colletta, divenuta fin da subito un momento centrale dell’iniziativa,
ha permesso di aiutare donne e bambini. Il termine “Gmp”, Giornata mondiale di preghiera,
fu coniato ufficialmente nel 1927. Tre anni dopo l’iniziativa raggiunse l’Europa.
Nel 1945 donne di tutte le nazioni e di ogni confessione cristiana si impegnarono
ad agire per ricostruire il mondo distrutto dalla guerra. Del 1969 è l’adesione dell’Unione
mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche; del 1978 la prima dichiarazione
comune del comitato internazionale, il cui simbolo è rappresentato da quattro donne
inginocchiate ai quattro punti cardinali della terra a formare una croce. Nel 1995
la Giornata venne citata tra gli eventi da prendere in considerazione dal Pontificio
Consiglio per la promozione dell’unità dei Cristiani nel documento intitolato ‘La
dimensione ecumenica nella formazione di chi si dedica al ministero pastorale’. (E.
B.)