Il 79% del traffico di esseri umani è finalizzato allo sfruttamento sessuale, il 18%
al lavoro forzato. Il 20% del totale è costituito da bambini. È la drammatica istantanea
scattata dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) nel
primo “Rapporto globale sulla tratta delle persone”. E’ impossibile, secondo lo studio
ripreso dal Sir, stimare la cifra globale delle vittime: il “fenomeno sfugge alle
statistiche ufficiali” e “spesso è fuori dalla giustizia penale”. Sottostimato è poi
il dato sul lavoro forzato perché “i laboratori sotterranei sono difficili da individuare”.
Secondo l’Onu, il numero delle vittime della tratta è destinato ad aumentare “per
l’acuirsi della crisi economica, che avrà come conseguenza una maggiore richiesta
di beni e servizi a prezzi molto bassi”. Nell’indagine sono stati presi in esame 155
Paesi. Nello studio mancano invece analisi della situazione in Cina, Libia e Tunisia,
“da anni al centro di inchieste e denunce sui traffici e le violazioni dei diritti
umani”. Il rapporto fa anche il punto sulle misure legislative adottate dal 2003,
quando è entrato in vigore il Protocollo delle Nazioni Unite contro il traffico di
esseri umani, principale accordo internazionale in materia. Da allora il numero degli
Stati che lo hanno applicato è raddoppiato (da 54 a 125), ma esistono nazioni, soprattutto
in Africa, che ancora non hanno la volontà o i mezzi per mettere in atto strumenti
giuridici di contrasto. Solo sei anni fa, appena un terzo dei 155 Paesi esaminati
aveva norme legislative contro il traffico di esseri umani. (A.L.)