2009-03-02 15:30:30

A Sharm el-Sheikh la Conferenza dei donatori per Gaza


Intensi i lanci di razzi palestinesi da Gaza verso il territorio israeliano in coincidenza con l’apertura a Sharm el-Sheikh della Conferenza dei donatori per la ricostruzione di Gaza. Malgrado la forte tensione sul terreno, i valichi commerciali fra Israele e Gaza restano parzialmente aperti anche oggi. Degli impegni a livello economico per Gaza e delle prospettive di pace discussi al vertice in Egitto, ci riferisce Fausta Speranza:RealAudioMP3

Due sessioni di dibattito e uno spazio per incontri bilaterali: questa la dinamica della mattinata di lavori della Conferenza dedicata alla ricostruzione della Striscia di Gaza ma anche - è stato detto nei diversi interventi - al consolidamento di un cessate-il-fuoco duraturo con l’obiettivo ribadito di dare il via a una pace piena e globale. Forte la sollecitazione da parte di Sarkozy: entro la fine dell'anno bisogna realizzare una conferenza di pace per il Medio Oriente, “anche imponendola”, perchè - ha detto - è ora di “assumersi il rischio della pace". A Sharm el-Sheikh c’era oggi praticamente l’intera comunità internazionale. Con la convinzione che al momento è urgente trovare circa 3 miliardi di dollari per la ricostruzione nella Striscia di Gaza: urgente dopo la guerra di 22 giorni, all'inizio dell'anno, combattuta da Israele contro il movimento integralista palestinese Hamas, che ha provocato oltre 1.330 morti ed oltre 5.000 feriti palestinesi. Berlusconi ha promesso 100 milioni di dollari. Gli Stati Uniti 900 milioni, dei quali però 300 andranno a favore della Striscia di Gaza mentre gli altri saranno devoluti all'Autorità palestinese (Anp). Da parte sua, Abu Mazen ha avvertito che senza una soluzione politica i soldi saranno impotenti.
 
Iraq
Assoluzione per l'ex vicepremier, Tareq Aziz, terza condanna a morte per Alì Hassan al-Majid, noto come "Alì il Chimico", e tre importanti dirigenti baatisti: Ugla Abd Saqer, Ibrahim Saheb e Sayf al-Din al-Mashhadani. Sono questi i verdetti emessi a Baghdad dal tribunale speciale iracheno nei confronti degli imputati accusati di esser responsabili dell'uccisione nel 1999 di decine di sciiti durante le proteste popolari scoppiate nelle regioni meridionali del Paese in seguito all'uccisione dell'allora autorità religiosa sciita Muhammad Sadeq al-Sadr. Su Alì il Chimico, pendono già altre due condanne a morte per il suo ruolo nell'uccisione di decine di migliaia di curdi alla fine degli anni Ottanta e per il suo coinvolgimento nella repressione della rivolta sciita del 1991. Aziz figura come imputato in altri due processi in corso - tra cui quello per l'esecuzione di 42 commercianti e uomini d'affari a Baghdad nel 1992 - sul quale il Tribunale speciale iracheno si pronuncerà l’11 marzo. Intanto, nella provincia di Diyala due soldati iracheni sono stati uccisi e altri tre sono stati feriti dall'esplosione di un ordigno, mentre a Baghdad è arrivato a sorpresa l’ex presidente iraniano, Rafsanjani, per la sua prima visita ufficiale dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. L’ex premier incontrerà i vertici istituzionali iracheni per discutere le questioni bilaterali.

Afghanistan
Otto civili uccisi e 17 feriti. È questo il bollettino, reso noto solo oggi dalle autorità locali e dalla Nato, sugli scontri avvenuti lo scorso 23 febbraio tra soldati dell'Alleanza ed insorti nel sud dell’Afghanistan. Secondo l’indagine effettuata, una pattuglia della forza internazionale Isaf è caduta in un imboscata in un villaggio del distretto di Sangin, nella provincia di Helmand, bastione dei talebani. Intanto, è quasi ufficiale che le prossime elezioni non saranno anticipate ad aprile, rispetto alla data inizialmente prevista ad agosto, per non rendere più difficile e complicato garantire quanto necessario in termini di sicurezza e appoggio militare. Ad annunciarlo un portavoce dell’Alleanza Atlantica in un vertice al quartier generale di Bruxelles.

L’Unione Europea e la crisi
La Commissione Europea ha ricevuto dall'Italia i chiarimenti chiesti sul piano degli incentivi per l'auto e altri prodotti industriali e oggi si dice soddisfatta. Così, il portavoce del commissario alla Concorrenza, Neelie Kroes, ha annunciato di fatto il via libera di Bruxelles al piano italiano. Si tratta di una delle misure studiate dai vari Paesi per far fronte alla crisi economica mondiale, che ieri è stata al centro del vertice straordinario dell'Unione Europea, a Bruxelles. Alla riunione non è passata l'idea di un pacchetto speciale di misure per aiutare i Paesi dell’est, mentre i capi di Stato e di governo hanno detto sì al rafforzamento della stabilità finanziaria in tutto il continente. Da Bruxelles, Giovanni Del Re:RealAudioMP3

Nessun Paese in difficoltà sarà abbandonato, ma non vi sarà alcun piano ad hoc per l’Europa dell’est. Su questo, alla fine, i leader dei 27, si sono trovati d’accordo, tranne forse chi, come l’Ungheria, aveva lanciato l’idea di un piano di sostegno alle banche dell’Europa orientale, di 160-190 miliardi di euro. Non se ne farà niente: non vogliamo creare divisione tra est ed ovest, ha infatti spiegato il presidente di turno dell’Ue, il premier ceco Mirek Topolanek e, in effetti, anche nel comunicato finale, i leader sottolineano che occorre differenziare tra i vari Stati della regione: si deciderà individualmente. Resta comunque il fatto che l’Ue è pronta a studiare misure per soccorre gli Stati che abbiano gravi squilibri di bilancio. Per il resto, il summit ha lanciato un messaggio chiaro: “No al protezionismo - scrivono i leader nel comunicato - che non è la risposta giusta alla crisi. Al contrario - affermano - è nel mercato unico che bisogna trovare il motore della ripresa e dell’occupazione”. Accordo quasi fatto, inoltre, ma da finalizzare al summit ordinario dal 19 al 20 marzo prossimi a Bruxelles, su un quadro di riferimento flessibile europeo per affrontare lo scottante problema degli asset tossici. Non è passata, infine, l’idea cara al presidente francese, Nicolas Sarkozy, di un piano europeo per le auto.
 
Borse e interventi governativi a sostegno di grandi imprese in Usa e Europa
Il ciclone delle vendite che ha già colpito le borse asiatiche non risparmia le piazze europee, che cedono in media il 3% nel primo giorno della settimana. L’idea che guida gli investitori anche oggi è che la crisi economica sia ancora in una fase acuta. Negli Usa, il governo è intervenuto con 30 miliardi di dollari a sostegno di Aig, il primo gruppo al mondo nel settore delle assicurazioni. In Europa, il colosso bancario britannico Hsbc, la prima banca europea per capitalizzazione, ha annunciato un aumento di capitale da 12,5 miliardi di sterline, circa 14 miliardi di euro, dopo il crollo degli utili del 70%, e il taglio di oltre seimila posti di lavoro negli Stati Uniti. Alessandro Guarasci ne ha parlato con l’economista Giuseppe Viesti:RealAudioMP3  
R. - La crisi resta legata alle quotazioni delle banche. Quindi, al pericolo che nei bilanci delle banche, principalmente anglosassoni, ci siano ancora delle perdite nascoste tali da deprimerne il valore. È un effetto psicologico, perché ormai molte istituzioni finanziarie quotano in borsa meno del loro valore, anche tenendo conto di questi fenomeni, ma evidentemente ciò non basta perchè quella che domina è la preoccupazione. Ormai, da diverse settimane questa crisi bancaria finanziaria si è trasmessa all’economia reale, perchè si è ridotto il credito da un lato e si è ridotta la domanda dall’altro e, quindi, siamo in un momento veramente difficile di caduta dell’attività produttiva.
 
D. - Professore, quanto incide secondo lei l’intervento degli Stati Uniti, del Tesoro americano, nei confronti di un colosso dell’assicurazione come Aig?
 
R. - Incide molto, perché il segnale che ha dato davvero il via alla crisi è stato il fallimento di Lehman Brothers. Evidentemente, l’idea che una banca d’affari di quelle dimensioni potesse fallire ha colpito tutti profondamente e, quindi, il nuovo governo americano sta cercando di evitare in tutti i modi che la cosa possa ripetersi. Tuttavia, le dimensioni delle difficoltà di banche e assicurazioni americane sono estremamente ampie, perché vengono da anni e anni di utilizzo di finanza con un rischio eccessivo e dunque, per quanto gli interventi del governo americano siano davvero massicci come dimensione, c’è ancora preoccupazione che non ce la faccia a salvare questi grossi protagonisti dell’economia.
 
D. - Il fatto che Barak Obama abbia annunciato anche un aumento delle tasse per i ceti più elevati può preoccupare alcuni settori della finanza americana?
 
R. - Credo di no, sono due elementi completamente diversi. L’aumento delle tasse è un aumento sul reddito futuro, invece qui stiamo parlando di investimenti della ricchezza passata: cioè, le borse cadono perché muovono gli investimenti della ricchezza accumulata fino ad adesso, e non fidandosi più del mercato azionario li spostano su attività più sicure, a cominciare dai buoni del Tesoro.
 
Spagna
Il premier socialista uscente della Galizia, Emilio Tourino, sconfitto dal Partido popular (Pp) alle elezioni regionali di ieri, si è dimesso oggi dall'incarico di leader regionale del partito: lo riferisce l'edizione online del quotidiano 'El Pais'. In Galizia, i popolari - toccati da un’inchiesta, a livello nazionale, del giudice Baltasar Garzon - hanno ottenuto la maggioranza assoluta, con 39 seggi su 75, riconquistando la regione controllata finora dai socialisti. Nei Paesi Baschi, per la prima volta dalla fine del franchismo, i partiti nazionalisti hanno perso la maggioranza in parlamento. I risultati delle regionali in Galizia e nei Paesi Baschi mettono in evidenza diversi aspetti, secondo Alfonso Botti, ispanista, docente all’Università di Modena-Reggio Emilia, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. - Il primo è che il Partito popolare, recuperando il governo della comunità autonoma della Galizia, dimostra di non pagare gli scandali che avevano colpito a livello centrale il partito negli ultimi tempi. Questo può anche voler dire che l’elettorato spagnolo a livello “periferico”, cioè di comunità autonome, non è fortemente condizionato dai dati centrali di Madrid. Però, non metterei molta enfasi su questo ritorno al governo della Galizia, anche perché il Partito popolare in Galizia aveva la maggioranza anche nelle ultime elezioni regionali, solo che non aveva i numeri sufficienti per governare da solo e, quindi, si era formata una maggioranza tra socialisti e nazionalisti galleghi. Il secondo dato da mettere in rilievo è che, per la prima volta dall’esistenza delle comunità autonome, i partiti nazionalisti nei Paesi baschi non ottengono la maggioranza e, quindi, non saranno in condizione di governare da soli.
 
D. - Che significato ha tale risultato?
 
R. - Il significato più evidente è che sottolinea con grande forza che nei Paesi baschi non tutti sono nazionalisti. Anzi, da questo momento in poi, neppure la metà degli elettori si esprime nella direzione di uno dei partiti nazionalisti. Certamente, è una sottolineatura di una realtà già presente, ma che il dato elettorale evidenzia con forza.
 
Regionali in Austria
In Austria, alle elezioni regionali in Carinzia c'è stata la vittoria di Gerhart Doerfler, del Partito fondato dal popolare ex governatore, Joerg Haider, deceduto in un drammatico incidente quattro mesi fa. Si parla del 45,48% dei voti ottenuti dalla Lega per il futuro dell’Austria, molto più di quanto lo stesso Haider era riuscito a conquistare nelle regionali del 2004. Brutta sconfitta per i socialdemocratici, con a capo Werner Faymann, che hanno ottenuto il 28, 59% dei voti. Si votava anche nel land di Salisburgo, dove senza sorprese è stata confermata la governatrice Gabi Burgstaller, alleata con Wilfried Haslauer, anche qui con esito deludente per i socialdemocratici: solo il 39,5% dei voti contro il 36,4% dei popolari. Dopo il voto, lo scenario dovrebbe cambiare poco, almeno al momento, a livello federale, mentre in Carinzia l’estrema destra continuerà a governare e a determinare le sorti del land.

Algeria
Sette integralisti arabi sono stati uccisi sabato da unità dell'esercito, durante un'operazione nelle montagne della regione di Blida. Lo ha riferito oggi il quotidiano La Libertè, ma non ci sono conferme ufficiali. Secondo il giornale, i sette uomini - che facevano parte dello stesso gruppo - sono stati uccisi nei pressi di Soulahane durante un rastrellamento durato parecchi giorni. Ieri, il ministro dell'Interno algerino, Yazid, ha detto che dal mese di settembre 2008 sono stati uccisi 120 integralisti armati, 322 sono stati arrestati e 22 si sono arresi. Lo scorso agosto era stato segnato da un ondata di attentati, che avevano provocato un centinaio di vittime a Tizi-Ouzou, Dellys e Boumerdes.

Russia
Il Partito Russia unita del premier, Vladimir Putin, ha vinto le elezioni legislative locali in tutte e nove le regioni, con percentuali che vanno dal 42,46% nel distretto autonomo siberiano di Nenets, zona della Russia settentrionale, al 79,51% del Tatarstan, in Russia centrale. Il Partito comunista si è piazzato secondo in sette regioni, con percentuali che vanno dal 10,42% nel Caucaso del nord, al 27,75% della regione di Vladimir, nella Russia centrale. Terzo gradino del podio per il Partito liberal-democratico dell’ultranazionalista Zhirinovski. Le elezioni russe sono state caratterizzate dalla denuncia da parte di quasi tutti i partiti di violazioni , manipolazioni e pressioni, ma la Commissione elettorale ha garantito la correttezza del voto. Intanto, il governo russo ha annunciato lo stanziamento complessivo di circa 8 miliardi di rubli, poco meno di 180 milioni di euro, destinati a evitare la bancarotta di imprese strategiche del complesso militare-industriale.

Corea del Nord
Si è tenuto a Panmunjom un vertice tra una delegazione di generali della Corea del Nord e una rappresentanza del comando della Nazioni Unite, per discutere sulla misura da adottare per allentare la tensione montata negli ultimi mesi al confine tra le due Coree. L’incontro, raro nel suo genere, è stato chiaramente richiesto da Pyongyang che aveva messo in allarme - tramite le pagine dei maggiori quotidiani coreani - una situazione che potesse portare ad una guerra nella penisola coreana. Ma il comando delle Nazioni Unite ha smontato subito l’allarme dichiarando “positiva” la richiesta d’incontro bilaterale. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e di Antonio D'Agata) 
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 61

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