Quaresima: tempo per riscoprire il senso del digiuno. La riflessione di mons. Nosiglia
Il messaggio del Papa per questa Quaresima invita a riscoprire il digiuno non come
una mortificazione fine a se stessa, ma come uno strumento per riannodare l'amicizia
con Dio e aprire il cuore alle persone in difficoltà. Ascoltiamo in proposito l'arcivescovo
di Vicenza Cesare Nosiglia, al microfono di Fabio Colagrande:
R. – Il messaggio
del Papa è molto significativo e concreto perché collega con il digiuno, la scelta
di privarsi di qualcosa per aiutare il prossimo che si trova in difficoltà. Questo
significa anche acquisire uno stile di vita un po’ diverso da quello che eravamo abituati
ad avere. E’ un aspetto educativo, questo, fondamentale per le nostre famiglie, per
le nostre comunità. Non si tratta solo di dare dei soldi ma si tratta, in fondo, di
investire se stessi con un impegno di tipo spirituale, di conversione e di interiorità
per cui il digiuno fa crescere questa forza interiore che ti rende capace di vedere
anche i bisogni degli altri.
D. – Come sta vivendo
Vicenza, una delle città del nord-est, considerata ricca, produttiva, questo momento
di crisi economica?
R. – Proprio perché è una zona
dove circolavano tanti soldi e tante risorse, il fatto di essere in una condizione,
adesso, di difficoltà per molte imprese, crea un po’ di panico, crea anche un atteggiamento
che può sembrare difficile da superare. Quindi stiamo cercando di muoverci su un terreno
che è quello proprio delle nostre comunità, sulla formazione, ad un corretto uso del
denaro, delle risorse, al rispetto dei rapporti di solidarietà, perché io credo che
la crisi necessiterà, una volta superata, di non correre il rischio di ripetersi ciclicamente.
Questo stile di vita nuovo, il senso di responsabilità etico e sociale, da parte di
tutti, sono decisivi per poter garantire una gestione, non solo della crisi, ma del
tempo che viene dopo. Comunque noi, come diocesi, abbiamo riunito al tavolo tutta
la realtà produttiva per cui ciascuno ha detto quello che sta facendo per trovare
delle sinergie, delle collaborazioni, per dare una risposta soprattutto a quelle famiglie,
a quei lavoratori che perdono il lavoro o che sono in cassa integrazione o addirittura
in mobilità. Abbiamo tracciato anche un programma molto concreto che comporta anzitutto
il potenziamento dei centri di ascolto e di accoglienza della Caritas, in tutte le
nostre parrocchie e nei vicariati, perché diano una risposta, soprattutto per le necessità
immediate, in modo che la gente si senta comunque accolta, possa parlare, possa ricevere
dei segni concreti, immediati, di sostegno.
D. –
Dunque, dalla Chiesa arriva l’invito a vivere la crisi come un’opportunità per recuperare
valori etici e di solidarietà...
R. – Questo è decisivo
perché non è solo questione di soldi o di risorse da mettere in campo. Prima bisogna
educarsi ad un nuovo stile di vita: soprattutto qui, dove giravano tanti soldi, bisogna
recuperare un’eticità, una moralità di fondo, una sobrietà di vita. Quindi il tempo
di Quaresima viene propizio, proprio perché è tempo di penitenza, conversione, questo
digiuno è inteso proprio come impegno anche di carità ma anche come impegno di superamento
di una certa strategia di vita, secondo la quale, adesso, non si sta attenti all’uso
del denaro, all’uso delle risorse, quindi dimenticando anche la dimensione di una
solidarietà che nasce dal sacrificio, dal tuo impegno che deve essere, quindi, un
fatto spirituale e fondamentale per crescere in una fede che diventa poi, vita concreta
di rapporto con il tuo prossimo. (Montaggio a cura di Maria Brigini)