Portare le malattie rare all’attenzione dei governi. E’ l’obiettivo dell’odierna Giornata
europea ad esse dedicata. Per malattie rare si intendono quelle patologie con un’incidenza
inferiore a 5 casi ogni 10 mila abitanti: numeri ritenuti troppo bassi per ottenere
lo stanziamento di contributi statali ai pazienti e alla ricerca farmaceutica. Per
sensibilizzare le istituzioni ieri l’Associazione Dossetti ha promosso a Roma il convegno
“Siamo Rari… ma tanti”, aperto dalla Lectio Magistralis del cardinale Lozano Barragán,
presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. PaoloOndarza
ha intervistato Ombretta Fumagalli Carulli, presidente dell’Associazione:
R. – Le malattie
rare, a livello mondiale, sono circa 7000. Noi vogliamo sensibilizzare le istituzioni:
anzitutto il Parlamento perché approvi il disegno di legge che noi abbiamo trasmesso.
Si tratta di un testo che prevede una defiscalizzazione per le ricerche sulle malattie
rare. Purtroppo però la nostra proposta non va avanti, le priorità sembrano sempre
altre. Ma noi non ci arrendiamo: siamo rari… ma tanti! La nostra Costituzione prevede
una tutela del diritto alla salute per tutti e non soltanto per una collettività più
o meno di maggioranza. D. – Ma perché tanta disattenzione, perché
c’è bisogno di chiedere di uscire dal silenzio? R. – Ci sono
indubbiamente problemi anche di carattere economico e poi c’è la difficoltà delle
stesse associazioni di malati di malattie rare a farsi ascoltare dalle istituzioni.
Noi vogliamo dare voce a chi ha una voce troppo flebile. D.
– La vostra giornata di lavori, ieri, è stata aperta dalla Lectio Magistralis del
cardinale Javier Lozano Barragán che ha parlato della necessità, per ogni cultura,
di essere fondata sul valore della persona umana. Questo è importante anche nell’approccio
che si deve avere nella cura delle malattie rare? R. – Certamente.
In particolare quest’anno così difficile, che si è aperto con il caso Englaro, la
voce della Chiesa sta diventando una delle poche voci che difende la vita, qualunque
sia il suo stato - compreso lo stato vegetativo - come valore superiore agli altri. D.
– La sottolineatura del bisogno di affermare il valore della persona umana per quello
che è, non tanto per quello che può fare o per le qualità che ha, è un concetto che
molto bene si adatta al discorso della cura delle malattie rare…R.
– Certamente. Durante i lavori del convegno hanno parlato diverse associazioni di
malati di malattie rare. La lezione più importante è stata la dignità con cui i presidenti
delle associazioni hanno esposto i loro problemi, senza cadere nel vittimismo, ma
riaffermando la dignità della persona, in qualunque condizione.