2009-02-28 14:31:51

Crisi politica in Madagascar: la mediazione delle Chiese cristiane


Ha espresso preoccupazione e teme nuovi scontri mons. Odon Razanakolona, arcivescovo di Antananarivo e presidente del Consiglio cristiano delle Chiese del Madagascar impegnato nei giorni scorsi nella mediazione fra il presidente del Paese, Marc Ravalomanana, e il sindaco di Antananarivo, Andry Rajoelina. A darne notizia è L’Express de Madagascar. Le due parti sono protagoniste da due mesi della crisi politica che sta dilaniando Antananarivo. Dal 26 gennaio nella capitale si susseguono manifestazioni, proteste e incidenti, dopo la decisione del governo di chiudere “TV Viva” - di proprietà del sindaco Rajoelina - che nel dicembre dello scorso anno ha trasmesso un programma sul presidente in esilio Didier Ratsiraka. Negli scontri fra i sostenitori delle due parti ci sono stati anche diversi morti e il 3 febbraio Rajoelina, come riferisce l’agenzia Fides, ha presentato all’Alta Corte Costituzionale la richiesta di destituzione di Ravalomanana e la formazione di un governo di transizione da lui stesso presieduto. Il governo ha immediatamente replicato decretando le dimissioni da sindaco di Rajoelina, ma quest’ultimo ha respinto il provvedimento e si è autosospeso nominando un sindaco provvisorio, mentre l’Alta Corte Costituzionale ha dichiarato la sua incompetenza per esaminare la richiesta di destituzione del presidente. Mercoledì scorso avrebbe dovuto esserci un incontro fra Ravalomanana e Rajoelina alla presenza di mons. Razanakolona, ma il presidente non si è presentato. Proprio una settimana fa i due leader si erano incontrati grazie alla mediazione del Consiglio cristiano delle Chiese del Madagascar decidendo di impegnarsi nel dialogo e di porre fine ad ogni dichiarazione offensiva, a proteste e manifestazioni. Ma dopo il mancato incontro di mercoledì l’arcivescovo di Antananarivo ha sospeso la mediazione e in un’intervista alla BBC ha affermato che se non è chiaro se vi siano interessi a far sì che le cose si trascinino, resta il fatto che nel Madagascar stanno entrando armi. Il presule deplora inoltre il limite del margine di manovra nella mediazione tra le parti, e ciò a causa dell’atmosfera appesantita dal sospetto di parzialità. “In sostanza non si può dire nulla – ha spiegato mons. Razanakolona – nel momento in cui si parla, ognuno accusa l'altro di partito preso”. Intanto, ieri, mentre un inviato speciale dell’ONU, Haile Menkerios, sta tentando di far sedere ancora una volta intorno allo stesso tavolo i due rivali politici, sono esplosi nuovi disordini e ad Antsirabe sarebbero morte almeno tre persone. Il Consiglio cristiano delle Chiese del Madagascar ha però promesso di proseguire i suoi sforzi di mediazione. (T.C.)







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