Crisi politica in Madagascar: la mediazione delle Chiese cristiane
Ha espresso preoccupazione e teme nuovi scontri mons. Odon Razanakolona, arcivescovo
di Antananarivo e presidente del Consiglio cristiano delle Chiese del Madagascar impegnato
nei giorni scorsi nella mediazione fra il presidente del Paese, Marc Ravalomanana,
e il sindaco di Antananarivo, Andry Rajoelina. A darne notizia è L’Express de Madagascar.
Le due parti sono protagoniste da due mesi della crisi politica che sta dilaniando
Antananarivo. Dal 26 gennaio nella capitale si susseguono manifestazioni, proteste
e incidenti, dopo la decisione del governo di chiudere “TV Viva” - di proprietà del
sindaco Rajoelina - che nel dicembre dello scorso anno ha trasmesso un programma sul
presidente in esilio Didier Ratsiraka. Negli scontri fra i sostenitori delle due parti
ci sono stati anche diversi morti e il 3 febbraio Rajoelina, come riferisce l’agenzia
Fides, ha presentato all’Alta Corte Costituzionale la richiesta di destituzione di
Ravalomanana e la formazione di un governo di transizione da lui stesso presieduto.
Il governo ha immediatamente replicato decretando le dimissioni da sindaco di Rajoelina,
ma quest’ultimo ha respinto il provvedimento e si è autosospeso nominando un sindaco
provvisorio, mentre l’Alta Corte Costituzionale ha dichiarato la sua incompetenza
per esaminare la richiesta di destituzione del presidente. Mercoledì scorso avrebbe
dovuto esserci un incontro fra Ravalomanana e Rajoelina alla presenza di mons. Razanakolona,
ma il presidente non si è presentato. Proprio una settimana fa i due leader si erano
incontrati grazie alla mediazione del Consiglio cristiano delle Chiese del Madagascar
decidendo di impegnarsi nel dialogo e di porre fine ad ogni dichiarazione offensiva,
a proteste e manifestazioni. Ma dopo il mancato incontro di mercoledì l’arcivescovo
di Antananarivo ha sospeso la mediazione e in un’intervista alla BBC ha affermato
che se non è chiaro se vi siano interessi a far sì che le cose si trascinino, resta
il fatto che nel Madagascar stanno entrando armi. Il presule deplora inoltre il limite
del margine di manovra nella mediazione tra le parti, e ciò a causa dell’atmosfera
appesantita dal sospetto di parzialità. “In sostanza non si può dire nulla – ha spiegato
mons. Razanakolona – nel momento in cui si parla, ognuno accusa l'altro di partito
preso”. Intanto, ieri, mentre un inviato speciale dell’ONU, Haile Menkerios, sta tentando
di far sedere ancora una volta intorno allo stesso tavolo i due rivali politici, sono
esplosi nuovi disordini e ad Antsirabe sarebbero morte almeno tre persone. Il Consiglio
cristiano delle Chiese del Madagascar ha però promesso di proseguire i suoi sforzi
di mediazione. (T.C.)