2009-02-27 12:43:47

Annunciare Cristo con la forza semplice della verità: Benedetto XVI e il colloquio con il clero della diocesi di Roma


Non disperdere la forza semplice della verità: è una delle riflessioni più intense offerte ieri da Benedetto XVI ai parroci romani, nel tradizionale incontro quaresimale in Vaticano. Un confronto famigliare che, tra i tanti temi toccati, si è soffermato in particolare sulla missione evangelizzatrice dei presbiteri chiamati ad adeguare i propri programmi pastorali alle nuove esigenze di una diocesi davvero unica quale è quella guidata dal Successore di Pietro. Ripercorriamo alcuni dei passaggi chiave di questo colloquio nel servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Un vescovo e i suoi parroci assieme per confrontarsi, raccontarsi le proprie esperienze, gioie e fallimenti, dubbi e speranze: è stato soprattutto questo l’incontro di Benedetto XVI con il clero romano. Un colloquio in stile famigliare come ha il Papa ha subito voluto sottolineare:
 
“Siamo insieme perché voi possiate raccontarmi le vostre esperienze, le vostre sofferenze e anche i vostri successi e le vostre gioie. Quindi, non direi che qui parla un oracolo e voi chiedete, ma siamo in uno scambio familiare, dove anche per me è molto importante tramite voi conoscere la vita nelle parrocchie, le vostre esperienze, con la Parola di Dio, nel contesto del nostro mondo di oggi. Vorrei così imparare anche io, avvicinarmi alla realtà dalla quale uno nel Palazzo Apostolico può essere anche un po’ troppo distante”.
 
Benedetto XVI, rispondendo alle richieste di consiglio di alcuni parroci, si è soffermato sui criteri che dovrebbero guidare un presbitero nell’annuncio del Vangelo. Ha così indicato nel binomio Parola-testimonianza la strada da seguire per raggiungere il cuore dell’uomo di oggi, spesso confuso e disorientato. Quindi, ha incoraggiato i suoi sacerdoti a non perdere la semplicità della Verità. La verità di un Dio che è vicino a noi, che parla con noi:
 
“Dobbiamo anche tener presente, senza false semplificazioni, che i dodici Apostoli erano pescatori e artigiani di questa provincia, la Galilea, senza particolare preparazione, senza conoscenza del grande mondo greco e latino e sono andati in tutte le parti dell’Impero e anche fuori dall’Impero fino all’India e hanno annunciato Cristo con semplicità e con la forza della semplicità di che cosa è vero. Mi sembra importante che non perdiamo la semplicità della verità”.
 
Il Pontefice ha, così, messo l’accento sul ruolo fondamentale che oggi riveste il parroco nella vita della Chiesa come anche della società:
 
“Chi conosce meglio del parroco gli uomini di oggi? Al parroco vengono gli uomini, spesso senza maschere, non con altri pretesti ma nella situazione della sofferenza, della malattia, della morte, delle questioni in famiglia. Vengono nel confessionale senza maschera, con il proprio essere. Nessun’altra professione dà questa possibilità di conoscere l’uomo come è nella sua umanità e non nel ruolo che ha nella società”.
 
Dal parroco alla parrocchia: il Papa ha invitato i sacerdoti ad aprire le chiese a chi cerca Dio, a riscoprire esperienze antiche come quella del catecumenato:
 
“Mi sembra importante insieme alla Parola creare un luogo di ospitalità della fede, un luogo dove si faccia una progressiva esperienza della fede e qui vedo anche il compito della parrocchia dell’ospitalità per quelli che non conoscono questa vita tipica. Non essere un cerchio chiuso - noi abbiamo le nostre consuetudini - ma aprirsi e cercare di creare anche 'vestiboli', cioè spazi di avvicinamento”.
 
La comunità dei fedeli, ha proseguito, è una realtà preziosa che non va mai sottovalutata. La sua testimonianza, infatti, mostra che la fede è viva, non è solo una cosa della passato:
 
“La testimonianza della comunità credente come sottofondo della Parola, dell’Annuncio, è di grandissima importanza e dobbiamo con la Parola aprire, per quanto possiamo, a coloro che cercano Dio”.
 
Alla Parola, ha dunque ribadito, va collegata la testimonianza, l’accoglienza dei poveri e dei bisognosi, ma anche l’annuncio evangelico ai ricchi, affinché aprano i loro cuori. I fedeli sono così chiamati a dare credibilità, ragione della propria speranza:
 
“I cristiani dovrebbero essere fermento di giustizia, di integrità, di rettitudine e di carità nella nostra società con tanti problemi, tanti pericoli, ma anche tanta corruzione che esiste. Mi sembra così anche che realizzano un ruolo missionario essendo realmente persone di vita giusta”.







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