Quaresima: i vescovi portoghesi chiedono più solidarietà con i poveri
La crisi economica e la solidarietà con i più poveri è il tema dominante nei messaggi
di Quaresima dei vescovi del Portogallo. Come riferisce l'agenzia portoghese , la maggior parte
delle Lettere episcopali esortano i fedeli ad approfittare di questo periodo di preghiera
ed elemosina per aiutare le famiglie più bisognose e aumentare gli aiuti al Terzo
Mondo. Per questo le diocesi hanno individuato iniziative concrete, cui destinare
le offerte dei fedeli. L'arcidiocesi di Lisbona ha costituito un fondo di aiuti per
aiutare le Chiese povere del mondo, e i bambini a rischio sociale attraverso la Casa
do Gaiato di San Antonio de Tojal. In proposito il cardinale José Policarpo, patriarca
di Lisbona, ricorda ai fedeli che “si digiuna per amare” e che il digiuno “aiuta
a prendere coscienza” della situazione di tanti fratelli. Da parte sua, il vescovo
di Santarém, Manuel Pelino, richiama l'attenzione dei fedeli sull' “aumento del numero
dei bisognosi” nel Paese e chiede che le elemosine per le Caritas parrocchiali per
dare risposta ai soprattutto all'indebitamento delle famiglie. Anche mons. Jorge Ortiga,
arcivescovo di Braga, ha disposto un aumento di fondi per la Caritas, sollecitando
una risposta da parte dei cristiani, che “non possono – sottolinea mons. Manuel Quintas,
vescovo dell'Algarve - rendersi sordi davanti al clamore dei poveri o chiudere il
cuore di fronte alla sofferenza altrui”. I vescovi chiedono pure di non dimenticare
i Paesi lusofoni del Terzo Mondo, soprattutto Angola, Mozambico e São Tomé e Príncipe,
con cui da anni le diocesi portoghesi mantengono vincoli di cooperazione. Oltre agli
appelli alla solidarietà, i presuli portoghesi sollecitano nell’attuale periodo di
crisi una revisione interiore. Per mons. Pelino, in questo mondo “chiuso nell'individualismo,
legato ai preconcetti, basato sull'ostentazione e sulla vanità esteriore ma privo
di valori spirituali” è necessario un cambiamento, e per questo invita a “mettere
in pratica uno stile di vita più semplice e austero, meno consumistico e meno egoista”.
“E' davvero un mondo vecchio, senza fiducia nel futuro, in cui ciascuno vive per sé,
aumenta il numero degli anziani e diminuisce quello dei bambini”, ha aggiunto. “Un
mondo così non ha né fascino né futuro”. Mons. Januário Torgal Ferreira, vescovo delle
Forze armate, richiama “alla coerenza e alla moderazione”, mentre mons. António de
Sousa Braga, vescovo di Angra, crede che sia giunto il momento di compiere “un salto
di qualità nella civiltà umana”. Per il presule, digiunare “non significa solo astenersi
dagli alimenti. Il digiuno costituisce un appello ad una sobrietà di vita, a contenere
i consumi, in vista di una maggiore generosità e di un maggiore aiuto reciproco, tanto
necessario nel mondo” odierno. (R.G.)