Svizzera: la Conferenza episcopale sostiene l’iniziativa popolare contro le armi
La Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale svizzera sostiene l’iniziativa
popolare contro la violenza delle armi, depositata presso la Cancelleria federale
di Berna. La proposta - che ha l’appoggio del Partito socialista svizzero, dei Verdi,
del Gruppo per una Svizzera senza armi e delle organizzazioni per la prevenzione del
suicidio - ha raccolto finora circa 107mila firme. “L’iniziativa – si legge in una
nota della Commissione “Giustizia e Pace” - risponde al diritto di ogni persona di
vivere in pace e in sicurezza. Limitare e controllare la detenzione delle armi permette
di diminuirne l’abuso. Si possono, così, salvare delle vite e ridurre le minacce nelle
situazioni di violenza domestica”. Ricordando poi il quinto comandamento, “Non uccidere”,
i vescovi svizzeri ribadiscono che “le generazioni future hanno bisogno di un mondo
di pace non solo tra i popoli, ma anche nella famiglia e nella società. Quindi, i
2,3 milioni di armi da fuoco di tutti i generi disseminati in Svizzera, invece di
essere un fattore di sicurezza, costituiscono un pericolo reale per la popolazione”.
Infatti, continua la nota, “molte donne e bambini, vittime di violenza domestica,
si sentono direttamente minacciati dalla presenza di armi in casa. Un’arma a portata
di mano costituisce chiaramente un pericolo supplementare. Anche se non viene utilizzata,
un’arma è un fattore importante di violenza psicologica”. Poi, la Commissione “Giustizia
e pace” affronta il delicato problema del suicidio: “Le persone suicide – scrivono
i presuli – spesso agiscono sotto l’effetto di un impulso violento, in preda alle
emozioni. L’uso di un’arma da fuoco, allora, non lascia praticamente alcuna possibilità
di sopravvivere. L’esperienza ha dimostrato che diminuire l’accesso alle armi da fuoco
fa calare anche il numero dei suicidi”. Quindi, i vescovi svizzeri chiedono di limitare
la disponibilità delle armi leggere che, “sul piano internazionale, sono le armi di
distruzione di massa dell’epoca contemporanea. Leggere, maneggevoli, facilmente trasportabili,
sono le protagoniste principali della maggior parte dei conflitti del Terzo Mondo
e degli attacchi terroristici”. “Anche i bambini le possono usare – conclude la Conferenza
episcopale svizzera – Operare per la pace, allora, esige dal nostro Paese un maggior
impegno per il controllo e la limitazione di queste armi”. (I.P.)