Almeno 47 morti, 38 dispersi e quasi 65.000 persone colpite: è il bilancio, ancora
provvisorio, delle forti piogge che si abbattono dall’inizio dell’anno su 21 dei 32
dipartimenti del paese. Oltre 20.000 ettari di coltivazioni risultano inondati, 350
abitazioni sono state distrutte e altre 9000 gravemente danneggiate, principalmente
nelle regioni meridionali. La situazione più grave è quella del dipartimento sud-occidentale
di Nariño, alla frontiera con l’Ecuador, con 24 vittime, tra morti e scomparsi, e
migliaia di alluvionati: “Ci troviamo nel pieno di una grave emergenza a causa dell’innalzamento,
senza precedenti, del livello delle acque del fiume Mira che è straripato provocando
30.000 sfollati” riferiscono fonti locali contattate dall'agenzia Misna a Tumaco,
porto sul Pacifico dichiarato ‘zona di disastro’. “Oltre 60 piccoli villaggi sono
stati totalmente distrutti, almeno un centinaio di scuole hanno subito danni. Sarà
necessario ricostruire tutto e non sappiamo quanto tempo ci vorrà” aggiungono le stesse
fonti; nella stessa zona esiste da tempo un’emergenza umanitaria per la presenza di
gruppi armati, dalla guerriglia, ai paramilitari, all’esercito. Giunto ieri a Bogotá
per una missione sul terreno, il vice segretario generale dell’Onu e responsabile
per gli aiuti umanitari, John Holmes, ha annunciato aiuti per cinque milioni di dollari
per le vittime delle alluvioni e gli sfollati causati dalla violenza. (R.P.)