Il ricordo di don Giussani nelle parole del cardinale arcivescovo di Genova, AngeloBagnasco
Don Giussani è stato ricordato ieri sera, in occasione dell'anniversario della sua
morte, dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana,
nel corso della celebrazione che ha presieduto nella chiesa di Santa Marta a Genova.
Il porporato – riferisce l’agenzia Sir – ha ricordato l’importanza del dono della
sapienza insieme a quello della pace in un tempo fatto di ombre. “Per un credente
– ha detto l’arcivescovo - non può mai venire meno la fiducia”, né “la fiducia in
Dio”, né la fiducia “nell'uomo e nelle sue risorse interiori di bontà”. Il cardinale
Bagnasco ha parlato dell'uomo “saggio”, l'uomo “che tutti vorremmo, e che dobbiamo
cercare, di essere con la grazia di Dio e con l'ascesi personale”. E “l'anima saggia
– ha spiegato – è l'anima che attraverso le cose visibili vede l'invisibile” è colui
“che si lascia rimandare dalle cose finite all'infinito”, “che si lascia ricondurre
dalla bellezza di questo mondo alla bellezza stessa”. Saggio è colui che “vive alla
presenza di Dio” e non è vittima della “frammentazione di idee, di concetti, di emozioni,
di sentimenti, di umori”. Il saggio è colui che sa “relativizzare ciò che accade”
e non perché ciò “non abbia importanza, ma perché ha la sua giusta importanza, né
più né meno”. “Vivere alla presenza di Dio - ha continuato il porporato - vivere nella
dimensione mistica della fede significa abbracciare ed amare di più il mondo e ogni
uomo”, e significa “tenere caro quella concretezza comportamentale, che caratterizza
la vita del cristiano, senza che il comportamento diventi moralismo” o “intellettualismo”.
Infine, il porporato ha parlato dello “splendido paradosso umano” che é “questo piccolo
e povero nostro cuore, così finito in sé, è paradossalmente così anelante all'infinito”.
E suscitare questo desiderio – ha detto ancora - “accendere la vita e la luce nel
cuore, sia dei giovani che dei meno giovani” è il centro di quella “passione educativa”
che sempre più “incalza come urgente, prioritaria irrinunciabile e non rimandabile”.
(B.C.)