2009-02-23 15:20:40

Si è spento l'avvocato Gianluigi Marrone, giudice unico del Vaticano e presidente dell'Associazione Santi Pietro e Paolo


Giurista equilibrato e di grande spessore umano. Viene ricordato così l’avvocato Gianluigi Marrone, giudice unico dello Stato della Città del Vaticano e presidente dell’Associazione Santi Pietro e Paolo, spentosi nella notte nel Campus Bio-medico di Roma dove era ricoverato per un male incurabile. Aveva sessantadue anni, era sposato e padre di due figli. La camera ardente sarà aperta domani mattina alle 9 nella chiesa di Santo Stefano degli Abissini in Vaticano e i funerali si svolgeranno alle 15 nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. Per un ricordo ascoltiamo il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3

Il legame tra il Vaticano e Gianluigi Marrone risale alla gioventù dell’avvocato quando, da adolescente, entrò a far parte della Guardia Palatina d’Onore, il corpo militare pontificio che venne poi soppresso da Papa Paolo VI nel 1970. Un’eredità che non andò dispersa ma confluì nell’Associazione Santi Pietro e Paolo, a capo della quale c’era proprio il dott. Marrone. Attualmente ricopriva l’incarico di giudice unico dello Stato della Città del Vaticano e presidente del Comitato per la Sicurezza. Il ricordo nelle parole di mons. Giorgio Corbellini, vice-segretario generale del Governatorato:

R. – Una persona amabilissima e molto competente dal punto di vista professionale. Una persona di grande buon senso e equilibrio. Chi aveva una questione e la poneva all’avvocato Marrone aveva la certezza di una risposta sicura, immediata e mai assolutamente arzigogolata, ma chiara, limpida e sicura. Era un ottimo cristiano. Quindi, dal punto di vista umano, cristiano e professionale io mi sono fatto di lui un’idea molto bella, di una persona eccezionale. Torno a ripetere: un grande equilibrio, una grande competenza, una grande serietà ma anche una grande disponibilità e spontaneità in ogni cosa.

Caratteristiche che l’avvocato Gianluigi Marrone ha messo a servizio della Chiesa. Ma qual è stato il contributo che ha dato allo Stato della Città del Vaticano? Ancora mons. Giorgio Corbellini:
 
R. - Posso dire che ha dato certamente un contributo importantissimo nella sua qualità di giudice, e soprattutto di giudice unico, nelle cui mani confluiscono una serie di cause la cui soluzione certamente favorisce un clima di serenità e di rispetto della legge. Poi, un grande contributo nella redazione di alcune leggi, ad esempio nella Legge fondamentale del 2000, la Legge sul Governo dello Stato, nel 2002, e poi sulla sicurezza. Quindi, certamente ha dato un contributo notevolissimo di competenza professionale, di grande equilibrio, di una visione serena delle cose e di un grande impegno per favorire, anche attraverso una legislazione più snella, più agile e più moderna, un clima in cui le persone possano lavorare con maggiore serenità.
 
Come presidente dell’Associazione Santi Pietro e Paolo, si è occupato molto di volontariato, fornendo assistenza sia alla mensa della Casa “Dono di Maria” che al Dispensario pediatrico di Santa Marta, affidato alle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli. Così la responsabile della struttura suor Chiara Pfister ricorda Gianluigi Marrone:

R. – Per noi e per il Dispensario era un appoggio e in più un esempio luminoso. Era pronto a offrire il suo servizio con amabilità e aveva un grande rispetto per la famiglia e per i poveri che assistiamo. Perdiamo veramente un appoggio e un amico molto caro. Quando eravamo afflitti, spesso era lui a incoraggiarci. Era una persona meravigliosa e di grande esempio per tutti.

L'avvocato Gianluigi Marrone aveva manifestato il suo attaccamento al Papa in un’intervista alla Radio Vaticana, parlando dell’eredità lasciata dalla Guardia palatina:

"La testimonianza schietta di fede cristiana di laici del popolo di Roma e l’attaccamento al Papa, un attaccamento filiale, devoto, incondizionato direi specialissimo, proprio perché quest’associazione che il Papa Giovanni Paolo II ha voluto definire l’associazione della casa del Papa ha come sua caratteristica, come era già della Guardia palatina, quella di offrire un servizio al Romano Pontefice e il motto che è stato preso dalla Guardia palatina "Fide constamus avita" vuol significare proprio questo: siamo salvi nella fede, nella fedeltà dei nostri padri".







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