2009-02-23 15:25:17

Salute e istruzione: le vie per lo sviluppo in Asia


La lotta alla povertà e al sottosviluppo, in Asia e in altre parti del mondo, non si vince solo attraverso la crescita del Prodotto Interno Lordo (Pil), ma aumentando le possibilità di accesso alla salute e all’istruzione: è quanto afferma la rete internazionale “Social Watch” nel nuovo Rapporto annuale - ripreso dall'agenzia Fides - dal titolo “Crisi globale. La risposta: ripartire dai diritti”. “Social Watch” ha formulato un nuovo strumento per misurare le condizioni sociali ed economiche della popolazione mondiale: l’Indice delle Capacità di Base (BCI), applicandolo all’analisi dello stato di salute e del livello dell’istruzione elementare di 176 paesi. Si tratta di un indice alternativo per misurare la povertà, che prende in considerazione fattori direttamente legati alle capacità di base e ai diritti umani, invece del reddito. L’indice BCI risulta infatti dalla media di tre indicatori: percentuale di bambini che completano il quinto anno di istruzione elementare; mortalità tra i bambini con meno di 5 anni; percentuale di nascite assistite da personale medico qualificato. Fra i paesi asiatici, secondo il rapporto si trovano in condizioni critiche Bangladesh, Laos, Timor Est, Pakistan, Nepal, Paesi nei quali cresce la disuguaglianza sociale. Sono a un livello molto basso la Cambogia, India, Myanmar, Filippine, dove gli sforzi dei governi per assicurare giustizia, equità e libertà risultano, per motivi diversi in ciascuna nazione, insufficienti. Nelle nazioni in cui è possibile misurare l’evoluzione rispetto ai dati del 2000, solo 21 registrano progressi degni di nota, mentre passi indietro si registrano in Asia Centrale e nei paesi dell’Africa subsahariana. Al ritmo attuale, gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio concordati a livello internazionale non saranno raggiunti entro il 2015, a meno che non intervenga un cambiamento sostanziale, afferma il Rapporto di “Social Watch”. Di fronte alle crisi finanziaria, alimentare, energetica e climatica, "Social Watch" chiede un nuovo approccio basato sui diritti e una conferenza internazionale allargata per rivedere il sistema di governo dell’economia. “Social Watch” è una rete di 400 organizzazioni non governative e associazioni che conta membri in oltre 80 Paesi. La rete è stata creata nel 1995 come “luogo di incontro” per organizzazioni che lavorano perché i governi investano in politiche per lo sviluppo sociale. (R.P.)







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