2009-02-23 08:31:32

In Honduras allarme dei vescovi di fronte alla crescita della violenza: una morte violenta ogni due ore


"La situazione del Paese è grave e precaria" (...) e "risulta doloroso e preoccupante vedere come la violenza fa ogni giorno tante vittime mentre la paura si impadronisce di tutti gli strati sociali". Così scrivono i vescovi dell'Honduras in una riflessione apparsa sabato sulla rivista settimanale "Fides". Si tratta di un commento dei dati dell'Osservatorio sulla violenza dell'Università nazionale autonoma e della Nazioni Unite che denunciano, nel Paese, una morte violenta ogni due ore. L'indagine dimostra che nel 2008 le persone vittime mortali di violenza sono state 7.235, di cui 4.473 decedute per omicidio. Con un aumento rispetto all'anno precedente del 25%. Inoltre, precisa il documento, il 36% degli omicidi (1.621 morti) sono da attribuire ai sicari del narcotraffico sia locale che internazionale nonché al crimine organizzato. Si tratta purtroppo di una realtà ampiamente diffusa in altre nazioni dell'area centroamericana e Messico e i rispettivi episcopati hanno parlato chiaro in queste ultime settimane. Per i presuli questa “precarietà” non riguarda però solo la violenza, in particolare metropolitana, bensì “coinvolge tutti gli ambiti della vita nazionale: l’economia, la politica, la sicurezza dentro le mura della propria casa e la vita sociale” e dunque “è urgente che il governo stabilisca un dialogo con tutti i settori sociali per cercare ed individuare insieme delle soluzioni”. Ormai tale “precarietà”, secondo i vescovi, sta mettendo seriamente a “repentaglio il tessuto sociale e la convivenza tra cittadini” anche se, per fortuna, “non è detto che siamo arrivati al fondo”. Proprio perché molto si può fare per invertire la rotta, l’Episcopato ritiene che è “arrivata l’ora in cui il governo, l’impresa privata e tutti i settori prendano delle misure urgenti per alleviare la situazione” di tanti cittadini che vivono “nella precarietà e nella paura”. E come hanno già scritto i vescovi dell’Honduras “occorre non sottovalutare gli effetti negativi interni della crisi internazionale” che “già colpiscono l’economia nazionale come dimostrano i licenziamenti in massa effettuati ed annunciati”. In questa cornice e di fronte a tale prospettiva i presuli sottolineano l’importanza di sostenere adeguatamente l’educazione. Oggi "anche essa è precaria e fragile per mancanza di risorse, terreno di alta conflittualità". Tutti, rilevano i vescovi a conclusione, devono “lasciare da parte gli interessi politici, sindacali o personali e assumersi la responsabilità di garantire ai bambini e ai giovani honduregni il diritto fondamentale ad un’educazione di qualità”. (A cura di Luis Badilla)







All the contents on this site are copyrighted ©.