Il cardinale Martino in Spagna: combattere la povertà ridando dignità ai poveri
Il contributo della dottrina sociale della Chiesa alla lotta contro la povertà è il
tema del discorso rivolto ieri sera dal presidente del Pontificio Consiglio della
Giustizia e della Pace, cardinale Renato Raffaele Martino, ai partecipanti alla Campagna
annuale contro la fame nel mondo, organizzata a Guadalajara in Spagna dalla ONG cattolica
locale “Manos Unidas” e giunta quest’anno alla 50.ma edizione. Il servizio di Paolo
Scappucci. Per la ricorrenza giubilare della Campagna i promotori
hanno inteso approfondire la cause della povertà, vedendola con gli occhi della giustizia
e della carità, e considerando i poveri come i prediletti di Dio e la propria missione
come un servizio ad essi per aiutarli a divenire protagonisti della loro liberazione.
Preceduto negli anni scorsi da altri porporati, come il cardinale honduregno Oscar
Andrés Rodríguez Maradiaga e quello spagnolo Carlos Amigo Vallejo, il cardinale Martino
ha sottolineato anzitutto l’oggetto della dottrina sociale cristiana, cioè la dignità
sacra dell’uomo, immagine di Dio, e la tutela dei suoi inalienabili diritti, nonché
la finalità di tale dottrina, cioè la realizzazione della giustizia intesa come promozione
e liberazione integrale della persona umana nella sua dimensione terrena e trascendente.
Si è poi riferito al Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace
di quest’anno, che contiene importanti indicazioni per la lotta alla povertà sulla
base dell’insegnamento sociale della Chiesa. Così il presidente di Giustizia e Pace
ha nuovamente stigmatizzato la perversa strategia di lotta alla povertà consistente
nella limitazione artificiale delle nascite, che significa combattere la povertà eliminando
i poveri. Bisogna invece cominciare a mettere a disposizione anche dei poveri – ha
detto - medicine e cure necessarie, riconsiderando il sistema dei brevetti e apprestando
campagne di educazione sessuale rispondente alla dignità della persona.
Privilegiare
i bambini, le vittime più vulnerabili delle odierne povertà, e destinare le risorse
impiegate nell’accrescimento degli arsenali militari allo sviluppo e alla cooperazione
internazionale sono altre preziose segnalazioni del messaggio papale, insieme alla
riaffermata esigenza di una governance mondiale nel segno della solidarietà. Ingiuste
e anacronistiche il cardinale Martino ha poi definito le misure protezionistiche dei
Paesi industrializzati, sottolineando la necessità di aprire i mercati in condizioni
di equità e l’esigenza di un forte radicamento etico di tutta l’attività finanziaria
nella prospettiva del bene comune. Il porporato ha concluso con un incoraggiamento
a “Manos Unidas” perché prosegua con entusiasmo il suo impegno contro la fame nel
mondo. Quel che si fa, a volte può sembrare una piccola goccia nell’oceano, ma - come
diceva Madre Teresa – senza quella goccia, l’oceano mancherebbe di qualcosa. “Continuate
– ha esortato il cardinale - ad apportare la vostra goccia, che farà crescere l’oceano
della carità, capace di cambiare i deserti della povertà in fioriture di vita.