Concistoro in Vaticano per la Canonizzazione di dieci Beati
Alla presenza di Benedetto XVI si è svolto questa mattina, presso la Sala Clementina
del Palazzo Apostolico, il Concistoro ordinario pubblico per la Canonizzazione, nei
prossimi mesi, di 10 Beati. Tra le figure dei nuovi Santi, eroici testimoni del Vangelo,
gli italiani Arcangelo Tadini, sacerdote e fondatore della Congregazione delle Suore
Operaie della Santa Casa di Nazareth, suor Gertrude Comensoli, fondatrice dell’Istituto
delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento, e Caterina Volpicelli, fondatrice dell’Istituto
Ancelle del Sacro Cuore. Insieme ai Beati Bernardo Tolomei, eremita del XIII secolo,
e al portoghese Nuno de Santa Maria Alvares Pereira, saranno proclamati Santi il prossimo
26 aprile. Per l’11 di ottobre è invece prevista la Canonizzazione dei Beati Zygmunt
Szczęsny Feliński, vescovo e fondatore della Congregazione delle Suore Francescane
della Famiglia di Maria, lo spagnolo Rafael Arnaiz Baròn, trappista, riconosciuto
fra i più grandi mistici del XX secolo, Francisco Coll y Guitart, fondatore della
Congregazione delle Suore Domenicane dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria,
la francese Marie de la Croix, che istituì la Congregazione delle Piccole Sorelle
dei Poveri, ed infine padre Jozef Damian de Veuster, sacerdote belga, che nelle Isole
Hawaii, sul finire dell’800, dedicò la propria vita all’assistenza dei malati di Lebbra.
Della figura del beato Damian de Veuster ci parla Claudia Di Lorenzi:
Apostolo
dei lebbrosi e risoluto testimone del Signore, padre Josef Damian de Veuster, fu eroico
esempio di carità cristiana. Nato nelle Fiandre nel 1840, fu sacerdote missionario
della Congregazione dei “Sacri Cuori di Gesù e Maria”, e nelle Isole Hawaii scelse
di vivere al fianco dei reietti e di condividere la Croce di migliaia di malati di
lebbra, emarginati e abbandonati nella piccola isola-lazzaretto di Molokai. Instancabile
e coraggioso, forte solo della fede in Cristo, egli dedicò la propria vita all’assistenza
dei lebbrosi, dando cure e medicine e creando opportunità di lavoro ma soprattutto
alimentando in loro la fede e la speranza. Fino all’estremo sacrificio della vita,
che lo vide vittima del morbo, nell’aprile del 1889. Furono gli stessi malati che
egli aveva accudito a seppellirlo ai piedi di un albero e, in 33 mila, a chiederne
la beatificazione. Sull’attualità del messaggio offerto al mondo dalla figura di padre
Damian de Veuster ascoltiamo Padre Alfred Bell, postulatore della
causa di Canonizzazione del sacerdote belga: “Il padre Damiano
ha dato tutto, per gli ultimi; oggi, per esempio, ci sono donne, bambine, persone
che non hanno da mangiare, i poveri, gli esclusi, gli emarginati. E’ andato lì sapendo
che non poteva ritornare; ha sofferto molto, ma è rimasto.” Un
esempio di coerenza nell’amore e nella dedizione al prossimo – continua padre Bell
– che interpella in particolare i giovani: “Per i giovani di
oggi è un esempio per dire dei sì definitivi; padre Damiano ha sempre preso delle
decisioni rapidamente ed è rimasto su queste decisioni. L'esempio di padre Damiano
ci aiuta a non dimenticare quelli che sono dimenticati, nel mondo. Padre Damiano è
un esempio per tutti.” Una figura, quella di Padre Damiano,
che è stata luce e modello per molti, e che la Chiesa ha riconosciuto fonte di numerose
conversioni e di guarigioni miracolose: “Ad una signora,
che era ammalata, il medico disse: ‘io non posso fare più niente per lei, e la cosa
migliore è che se ne vada e si prepari alla morte’; lei è andata via e ha pregato
per padre Damiano, e così è stata guarita dal cancro che aveva. Eppure per lei non
c’era speranza. Suor Emmanuelle, che è morta pochi mesi fa, ha detto: ‘è stato padre
Damiano a far cambiare la mia vita’, e si è dedicata ai più poveri, a coloro che sono
dimenticati nel mondo.” All’indomani della Giornata
internazionale per la giustizia sociale, celebrata ieri per la prima volta in tutto
il mondo, dall’esperienza del sacerdote belga giunge forte infine il richiamo alla
necessità di porre maggiore attenzione alla condizione delle tante persone che ancora
oggi, nel mondo, sono affette dal morbo di Hansen.