2009-02-21 14:52:24

Concistoro in Vaticano per la Canonizzazione di dieci Beati


Alla presenza di Benedetto XVI si è svolto questa mattina, presso la Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Concistoro ordinario pubblico per la Canonizzazione, nei prossimi mesi, di 10 Beati. Tra le figure dei nuovi Santi, eroici testimoni del Vangelo, gli italiani Arcangelo Tadini, sacerdote e fondatore della Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, suor Gertrude Comensoli, fondatrice dell’Istituto delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento, e Caterina Volpicelli, fondatrice dell’Istituto Ancelle del Sacro Cuore. Insieme ai Beati Bernardo Tolomei, eremita del XIII secolo, e al portoghese Nuno de Santa Maria Alvares Pereira, saranno proclamati Santi il prossimo 26 aprile. Per l’11 di ottobre è invece prevista la Canonizzazione dei Beati Zygmunt Szczęsny Feliński, vescovo e fondatore della Congregazione delle Suore Francescane della Famiglia di Maria, lo spagnolo Rafael Arnaiz Baròn, trappista, riconosciuto fra i più grandi mistici del XX secolo, Francisco Coll y Guitart, fondatore della Congregazione delle Suore Domenicane dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria, la francese Marie de la Croix, che istituì la Congregazione delle Piccole Sorelle dei Poveri, ed infine padre Jozef Damian de Veuster, sacerdote belga, che nelle Isole Hawaii, sul finire dell’800, dedicò la propria vita all’assistenza dei malati di Lebbra. Della figura del beato Damian de Veuster ci parla Claudia Di Lorenzi:RealAudioMP3

Apostolo dei lebbrosi e risoluto testimone del Signore, padre Josef Damian de Veuster, fu eroico esempio di carità cristiana. Nato nelle Fiandre nel 1840, fu sacerdote missionario della Congregazione dei “Sacri Cuori di Gesù e Maria”, e nelle Isole Hawaii scelse di vivere al fianco dei reietti e di condividere la Croce di migliaia di malati di lebbra, emarginati e abbandonati nella piccola isola-lazzaretto di Molokai. Instancabile e coraggioso, forte solo della fede in Cristo, egli dedicò la propria vita all’assistenza dei lebbrosi, dando cure e medicine e creando opportunità di lavoro ma soprattutto alimentando in loro la fede e la speranza. Fino all’estremo sacrificio della vita, che lo vide vittima del morbo, nell’aprile del 1889. Furono gli stessi malati che egli aveva accudito a seppellirlo ai piedi di un albero e, in 33 mila, a chiederne la beatificazione. Sull’attualità del messaggio offerto al mondo dalla figura di padre Damian de Veuster ascoltiamo Padre Alfred Bell, postulatore della causa di Canonizzazione del sacerdote belga:
 
“Il padre Damiano ha dato tutto, per gli ultimi; oggi, per esempio, ci sono donne, bambine, persone che non hanno da mangiare, i poveri, gli esclusi, gli emarginati. E’ andato lì sapendo che non poteva ritornare; ha sofferto molto, ma è rimasto.”
 
Un esempio di coerenza nell’amore e nella dedizione al prossimo – continua padre Bell – che interpella in particolare i giovani:
 
“Per i giovani di oggi è un esempio per dire dei sì definitivi; padre Damiano ha sempre preso delle decisioni rapidamente ed è rimasto su queste decisioni. L'esempio di padre Damiano ci aiuta a non dimenticare quelli che sono dimenticati, nel mondo. Padre Damiano è un esempio per tutti.”
 
Una figura, quella di Padre Damiano, che è stata luce e modello per molti, e che la Chiesa ha riconosciuto fonte di numerose conversioni e di guarigioni miracolose:

“Ad una signora, che era ammalata, il medico disse: ‘io non posso fare più niente per lei, e la cosa migliore è che se ne vada e si prepari alla morte’; lei è andata via e ha pregato per padre Damiano, e così è stata guarita dal cancro che aveva. Eppure per lei non c’era speranza. Suor Emmanuelle, che è morta pochi mesi fa, ha detto: ‘è stato padre Damiano a far cambiare la mia vita’, e si è dedicata ai più poveri, a coloro che sono dimenticati nel mondo.
 
All’indomani della Giornata internazionale per la giustizia sociale, celebrata ieri per la prima volta in tutto il mondo, dall’esperienza del sacerdote belga giunge forte infine il richiamo alla necessità di porre maggiore attenzione alla condizione delle tante persone che ancora oggi, nel mondo, sono affette dal morbo di Hansen.







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