Libere le due suore italiane rapite in Kenya. La gioia del Papa. Ai nostri microfoni
le due religiose
Dopo mesi di angoscia sono state liberate suor Caterina Giraudo e suor Maria Teresa
Oliviero, le due religiose del Movimento Contemplativo Missionario “Padre de Foucauld”
di Cuneo, sequestrate ai primi di novembre al confine tra Kenya e Somalia. Grande
gioia è stata espressa a nome del Papa da padre Federico Lombardi, direttore della
Sala Stampa vaticana. Il servizio di Benedetta Capelli:
Finalmente
libere. L’annuncio del rilascio delle due suore italiane rapite nella città di El
Wak, nel nordest del Kenya al confine con la Somalia, è stato dato dalla Farnesina.
Le due missionarie del Movimento Contemplativo ''Padre de Foucauld'', suor
Caterina Giraudo e suor Maria Teresa Oliviero rispettivamente di 67 e 61 anni,
erano state sequestrate nella notte tra l'8 e il 9 novembre da un commando composto
da circa 200 uomini. Grandissima gioia è stata espressa a nome del Papa da padre Federico
Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana. ''Erano mesi che pregavamo per loro'',
ha detto, aggiungendo che ora non si devono dimenticare tutte le altre persone ancora
vittime di sequestri. Da anni le due religiose lavoravano come missionarie
con i profughi somali. Trasferite subito dopo il rapimento in Somalia più volte
erano state date notizie sulle loro condizioni, poi oggi l’improvvisa svolta.
Al
microfono di Luca Collodi ascoltiamo suor Caterina Giraudo:
R.
– Sono qui felice, riconoscente, senza parole, insieme alla mia sorella Maria Teresa.
Siamo proprio resuscitate, siamo felici, e non abbiamo parole per dire il nostro grazie
per tutto quello che è stato fatto, non solo per liberarci, ma anche per quello che
abbiamo vissuto. Stiamo cogliendo proprio adesso che tantissime persone sono state
unite a noi nella preghiera, nel pensiero, con l’affetto, con l’ansia. Noi lo sapevamo,
lo pensavamo, eravamo sicure, però, adesso lo tocchiamo con mano. Siamo tanto riconoscenti.
D.
– Suor Caterina, come avete trascorso questi giorni?
R.
– Sono stati 102 giorni, trascorsi con tanta angoscia. Però, abbiamo soprattutto voluto
impegnare il nostro tempo nella preghiera e la preghiera ci ha salvate, ci ha proprio
sostenute: fede e preghiera, la certezza che non eravamo sole. Anche se fisicamente
non sentivamo nulla, avevamo però la certezza che Dio è con noi. E poi avevamo la
certezza che tante persone pregavano per noi. Quindi, questa è stata una forza immensa.
Poi dobbiamo anche dire che le persone che ci hanno recluse, ci hanno trattate bene.
D.
– Vi hanno spiegato il perchè di questo sequestro, suor Caterina?
R.
– Loro dicevano solo che volevano soldi, solo quello.
D.
– Voi riuscivate a parlare tranquillamente con loro?
R.
– Parlavamo abbastanza, perché grazie a Dio io potevo comunicare un poco in somalo.
Per cui parlavamo amichevolmente, parlavamo abbastanza amichevolmente.
Grande
felicità anche nelle parole di suor Maria Teresa Oliviero:
R. – Sto
bene, sono felice, sono immensamente felice di essere con i piedi sulla terra libera
in Kenya, con tanto affetto attorno a noi. Ci stanno facendo tanta festa, siamo molto
contente.
D. – Suor Maria Teresa che cosa ci può
raccontare di questi oltre 100 giorni di prigionia. Che cosa ha pensato in questi
giorni?
R. – Ho cercato di non pensare troppo perché
se pensavo a qualcuno o a qualcosa il cuore scoppiava. Allora cercavo di vivere serena
quello che avevo davanti a me. Ma abbiamo avuto tanta angoscia. Tanti giorni senza
notizie, il tempo era tanto lungo. Ci siamo fatte coraggio fra di noi: suor Caterina
sa un po’ di somalo e abbiamo instaurato una bella amicizia con chi ci ha rapito.
D. – In alcuni momenti avete avuto paura o la speranza è stata più
forte…
R. – Abbiamo avuto paura ma abbiamo tirato
avanti perché non si poteva fare diversamente. Abbiamo avuto paura, ma anche tanta
speranza. Voglio ringraziare il Santo Padre che ci è stato tanto vicino, lo abbiamo
sentito. Grazie, grazie, grazie!
D. – Quanto vi ha
aiutato la fede?
R. – La fede ci ha aiutato al cento
per cento: se non era per la fede io penso che non ce l’avremmo fatta.
L’improvvisa
notizia della liberazione delle due suore è stata accolta con grande felicità dal
"Movimento Contemplativo Missionario Padre de Foucauld" di Cuneo cui appartengono
suor Caterina Giraudo e suor Maria Teresa Oliviero. Ecco la gioia di don Pino Isoardi,
responsabile del Movimento:
R.
– Siamo veramente felici, ovviamente dopo tanta, tanta attesa, non ci aspettavamo
che avvenisse così improvvisamente. Però quasi non abbiamo parole per dire tutta la
nostra riconoscenza. Ci siamo immediatamente riuniti nella cappella con lo scampanìo
delle nostre campane, compreso anche padre Andrea che pur essendo malato e molto debole
eppure è venuto ed abbiamo cantato insieme il Magnificat che da tanto tempo aspettavamo
di cantare insieme per questo.
D. – Anche il Papa
aveva lanciato un appello per la loro liberazione. Tanta solidarietà intorno a voi…
R. – Moltissima, abbiamo già ringraziato a suo tempo
ma ovviamente ringraziamo ancora una volta di tutte le preghiere che il Santo Padre
ha suscitato per questa vicenda e poi ringraziamo concretamente il Ministero degli
esteri, il ministro Frattini e vorrei fare un nome particolare che è il capo dell’unità
di crisi, il consigliere Fabrizio Romano, insieme ai suoi collaboratori, perché oltre
ad aver lavorato con grande impegno hanno avuto anche un modo molto gentile di trattare
con i familiari e con la comunità.
Molti gli appelli lanciati
per la loro liberazione e anche Benedetto XVI aveva fatto sentire la sua voce. Lo
scorso 26 dicembre all’Angelus il Santo Padre aveva chiesto il rilascio delle due
religiose:
“Vorrei
che in questo momento sentissero la solidarietà del Papa e di tutta la Chiesa. Il
Signore, che nascendo è venuto a farci dono del suo amore, tocchi il cuore dei rapitori
e conceda quanto prima a queste nostre sorelle di essere liberate per poter riprendere
il loro disinteressato servizio ai fratelli più poveri”.