2009-02-19 14:34:28

Libere le due suore italiane rapite in Kenya. La gioia del Papa. Ai nostri microfoni le due religiose


Dopo mesi di angoscia sono state liberate suor Caterina Giraudo e suor Maria Teresa Oliviero, le due religiose del Movimento Contemplativo Missionario “Padre de Foucauld” di Cuneo, sequestrate ai primi di novembre al confine tra Kenya e Somalia. Grande gioia è stata espressa a nome del Papa da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana. Il servizio di Benedetta Capelli: RealAudioMP3

Finalmente libere. L’annuncio del rilascio delle due suore italiane rapite nella città di El Wak, nel nordest del Kenya al confine con la Somalia, è stato dato dalla Farnesina. Le due missionarie del Movimento Contemplativo ''Padre de Foucauld'', suor Caterina Giraudo e suor Maria Teresa Oliviero rispettivamente di 67 e 61 anni, erano state sequestrate nella notte tra l'8 e il 9 novembre da un commando composto da circa 200 uomini. Grandissima gioia è stata espressa a nome del Papa da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana. ''Erano mesi che pregavamo per loro'', ha detto, aggiungendo che ora non si devono dimenticare tutte le altre persone ancora vittime di sequestri. Da anni le due religiose lavoravano come missionarie con i profughi somali. Trasferite subito dopo il rapimento in Somalia più volte erano state date notizie sulle loro condizioni, poi oggi l’improvvisa svolta.

 
Al microfono di Luca Collodi ascoltiamo suor Caterina Giraudo:RealAudioMP3

R. – Sono qui felice, riconoscente, senza parole, insieme alla mia sorella Maria Teresa. Siamo proprio resuscitate, siamo felici, e non abbiamo parole per dire il nostro grazie per tutto quello che è stato fatto, non solo per liberarci, ma anche per quello che abbiamo vissuto. Stiamo cogliendo proprio adesso che tantissime persone sono state unite a noi nella preghiera, nel pensiero, con l’affetto, con l’ansia. Noi lo sapevamo, lo pensavamo, eravamo sicure, però, adesso lo tocchiamo con mano. Siamo tanto riconoscenti.

D. – Suor Caterina, come avete trascorso questi giorni?

 
R. – Sono stati 102 giorni, trascorsi con tanta angoscia. Però, abbiamo soprattutto voluto impegnare il nostro tempo nella preghiera e la preghiera ci ha salvate, ci ha proprio sostenute: fede e preghiera, la certezza che non eravamo sole. Anche se fisicamente non sentivamo nulla, avevamo però la certezza che Dio è con noi. E poi avevamo la certezza che tante persone pregavano per noi. Quindi, questa è stata una forza immensa. Poi dobbiamo anche dire che le persone che ci hanno recluse, ci hanno trattate bene.

 
D. – Vi hanno spiegato il perchè di questo sequestro, suor Caterina?

 
R. – Loro dicevano solo che volevano soldi, solo quello.

 
D. – Voi riuscivate a parlare tranquillamente con loro?

 
R. – Parlavamo abbastanza, perché grazie a Dio io potevo comunicare un poco in somalo. Per cui parlavamo amichevolmente, parlavamo abbastanza amichevolmente.

Grande felicità anche nelle parole di suor Maria Teresa Oliviero:RealAudioMP3

R. – Sto bene, sono felice, sono immensamente felice di essere con i piedi sulla terra libera in Kenya, con tanto affetto attorno a noi. Ci stanno facendo tanta festa, siamo molto contente.

 
D. – Suor Maria Teresa che cosa ci può raccontare di questi oltre 100 giorni di prigionia. Che cosa ha pensato in questi giorni?

 
R. – Ho cercato di non pensare troppo perché se pensavo a qualcuno o a qualcosa il cuore scoppiava. Allora cercavo di vivere serena quello che avevo davanti a me. Ma abbiamo avuto tanta angoscia. Tanti giorni senza notizie, il tempo era tanto lungo. Ci siamo fatte coraggio fra di noi: suor Caterina sa un po’ di somalo e abbiamo instaurato una bella amicizia con chi ci ha rapito.

D. – In alcuni momenti avete avuto paura o la speranza è stata più forte…

 
R. – Abbiamo avuto paura ma abbiamo tirato avanti perché non si poteva fare diversamente. Abbiamo avuto paura, ma anche tanta speranza. Voglio ringraziare il Santo Padre che ci è stato tanto vicino, lo abbiamo sentito. Grazie, grazie, grazie!

 
D. – Quanto vi ha aiutato la fede?

 
R. – La fede ci ha aiutato al cento per cento: se non era per la fede io penso che non ce l’avremmo fatta.

L’improvvisa notizia della liberazione delle due suore è stata accolta con grande felicità dal "Movimento Contemplativo Missionario Padre de Foucauld" di Cuneo cui appartengono suor Caterina Giraudo e suor Maria Teresa Oliviero. Ecco la gioia di don Pino Isoardi, responsabile del Movimento: RealAudioMP3

R. – Siamo veramente felici, ovviamente dopo tanta, tanta attesa, non ci aspettavamo che avvenisse così improvvisamente. Però quasi non abbiamo parole per dire tutta la nostra riconoscenza. Ci siamo immediatamente riuniti nella cappella con lo scampanìo delle nostre campane, compreso anche padre Andrea che pur essendo malato e molto debole eppure è venuto ed abbiamo cantato insieme il Magnificat che da tanto tempo aspettavamo di cantare insieme per questo.

 
D. – Anche il Papa aveva lanciato un appello per la loro liberazione. Tanta solidarietà intorno a voi…

 
R. – Moltissima, abbiamo già ringraziato a suo tempo ma ovviamente ringraziamo ancora una volta di tutte le preghiere che il Santo Padre ha suscitato per questa vicenda e poi ringraziamo concretamente il Ministero degli esteri, il ministro Frattini e vorrei fare un nome particolare che è il capo dell’unità di crisi, il consigliere Fabrizio Romano, insieme ai suoi collaboratori, perché oltre ad aver lavorato con grande impegno hanno avuto anche un modo molto gentile di trattare con i familiari e con la comunità.


Molti gli appelli lanciati per la loro liberazione e anche Benedetto XVI aveva fatto sentire la sua voce. Lo scorso 26 dicembre all’Angelus il Santo Padre aveva chiesto il rilascio delle due religiose: RealAudioMP3

“Vorrei che in questo momento sentissero la solidarietà del Papa e di tutta la Chiesa. Il Signore, che nascendo è venuto a farci dono del suo amore, tocchi il cuore dei rapitori e conceda quanto prima a queste nostre sorelle di essere liberate per poter riprendere il loro disinteressato servizio ai fratelli più poveri”.







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