2009-02-18 16:05:05

I dati Onu sulla tratta degli esseri umani: le vittime sono donne e bambini


Sono donne e bambini le vittime della tratta degli esseri umani. Lo rivela il primo Rapporto globale sulla tratta delle bianche, recentemente presentato dall’Unodc, l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine. La tratta a fini di sfruttamento della prostituzione – riferisce l’agenzia Fides - incide per il 79% sull’intero fenomeno del traffico di esseri umani e coinvolge ragazze sempre più giovani. Si evidenzia inoltre che nel 30% dei Paesi tale reato è commesso dalle donne, che spesso sono state vittime a loro volta, mentre sale al 60% la percentuale di condanne giudiziarie di donne per traffico di esseri umani nei Paesi dell’Est europeo e in Asia Centrale. Sui dati del lavoro forzato invece pesa il fatto che è un fenomeno sommerso e che si esercita lontano da occhi indiscreti. Coinvolti in forme di sfruttamento quali la prostituzione, la schiavitù, l’industria della pornografia, i bambini costituiscono il 20% delle vittime della tratta di esseri umani, in molti Paesi africani la percentuale sale vertiginosamente. Sempre in Africa sono più evidenti le carenze a livello normativo che non permettono di punire i responsabili della tratta, nonostante sia raddoppiato il numero di nazioni che hanno aderito al Protocollo delle Nazioni Unite contro il Traffico di Esseri Umani - principale accordo internazionale in materia, entrato in vigore nel 2003. Incisiva l’azione della Santa Sede sul fenomeno, in molte parti del mondo le agenzie cattoliche, le congregazioni missionarie e le Chiese locali sono impegnate in prima linea nella difesa dei bambini, delle donne e dei lavoratori sfruttati. “La piaga del traffico di essere umani è un fenomeno sociale pluridimensionale di miseria, povertà, avidità, corruzione, ingiustizia e oppressione” così l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, in un intervento al XVI Consiglio Ministeriale dell’OSCE, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, a dicembre a Helsinki. Il presule ha evidenziato come a pesare su questo fenomeno ci siano fattori economici, giuridici ma anche la “banalizzazione della sessualità nei mezzi di comunicazione sociale e nell’industria dell’intrattenimento che – aveva detto - alimenta il declino dei valori morali e conduce al degrado di uomini e donne e anche all’abuso dei minori”. (B.C.)







All the contents on this site are copyrighted ©.