L'appello di Meter dal sito Facebook: combattere la pedopornografia, stabilendo regole
e inasprendo sanzioni. Intervista con don Fortunato di Noto
I siti che istigano alla pedopornografia sono aumentati negli ultimi anni del 1000%.
E’ la denuncia dell’Associazione Meter da anni impegnata nella lotta contro la pedofilia
on line. In Italia, l’Associazione ha proposto un disegno di legge per contrastare
fortemente il fenomeno e su Internet è sbarcata su Facebook, il social network più
conosciuto al mondo. Massimiliano Menichetti ha parlato dell’importanza di
questa iniziativa sul web con don Fortunato di Noto, presidente di Meter:
R. - La
nostra presenza come associazione Meter - ma anche la mia, come sacerdote - diventa
l’occasione, da una parte, per andare in una sorta di terra di missione - noi andiamo
a evangelizzare, a stare dov’è la gente - e dall’altra parte, per una vigilanza a
difesa e a tutela dell’infanzia.
D. - Ci sono molte
famiglie che pubblicano delle foto con i loro figli, anche minori. Questo è pericoloso?
R . - Tutto ciò che viene messo on line è
pubblico e ciò che è pubblico può diventare anche pericoloso per eventuali soggetti
che vogliono strumentalizzare o utilizzare le foto dei bambini, a volte, magari, in
pose prettamente innocenti, a volte, come ci è capitato di verificare, in pose in
cui fanno il bagnetto. Ci dovrebbe essere una grande prudenza, anche perché ci sono
tanti altri soggetti che, per questione di profili, possono scambiarsi del materiale
o produrre o adescare.
D. - Facebook ha diramato
un comunicato nel quale precisa che tutti i contenuti presenti sul sito gli appartengono…
R.
- Questo sta aprendo moltissime discussioni. L’unica prerogativa che hanno gli utenti
è quella di cancellare, eventualmente, il contenuto. Questo sta aprendo a situazioni
normative che dovrebbero essere ancora ben definite.
D.
- La lotta alla pedofilia e alla pedopornografia sono le vostre "frontiere": qual
è la situazione in Internet?
R. - Abbiamo visto che
il fenomeno è aumentato del mille per cento: c’è una proliferazione di siti - anche
del partito pedofilo olandese che ha ramificazione ormai in tutto il mondo - che rivendica
questi tipi di liceità di rapporti sessuali e di consenso dell’infanzia. Questo dimostra
come sia necessario intervenire con nuove norme efficaci e soprattutto repressive.
D.
- Siete impegnati in molti Paesi del mondo, come ad esempio in Giappone dove manca
una legge di contrasto alla pedofilia on-line. In Italia, avete presentato
un disegno di legge firmato da 124 parlamentari "bipartisan". Cosa volete ottenere?
R.
- Anzitutto, che chi compie il reato, anche per mezzo telematico, di violenza sessuale
su minori venga punito con la reclusione a 3 a 5 anni, con una multa da 5 mila a 50
mila euro. Viene per la prima volta inserita la parola "pedofilia" nella normativa
italiana e, quindi, questo significa un ulteriore elemento per contrastare efficacemente
questo fenomeno planetario, soprattutto abbietto e violento nei confronti dei bambini.