Ogni anno oltre 200 mila bambini colpiti dal tumore
Ogni anno nel mondo oltre 200 mila bambini si ammalano di tumore. Nei Paesi più sviluppati
la loro possibilità di sopravvivenza è di circa il 70% grazie alla ricerca. Gran parte
di questi bambini, oltre l'80%, vive però in Paesi poveri e almeno la metà di loro
muore per la mancanza di cure adeguate. Per sensibilizzare l'opinione pubblica sul
dramma dei bambini affetti da gravi malattie oncologiche si è tenuta ieri la VII Giornata
Mondiale contro il cancro infantile, alla quale sono collegate diverse iniziative
in programma oggi e nei prossimi giorni. Sull'incidenza di questa malattia si sofferma,
al microfono di Eliana Astorri, il direttore dell'Unità Operativa di Oncologia
Pediatrica del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, il professor
Riccardo Riccardi: R. – Per fortuna
è una malattia piuttosto rara. Colpisce un numero di bambini limitato rispetto al
discorso dell’oncologia dell’adulto ma rimane molto importante, in quanto rappresenta
la prima causa di morte subito dopo gli incidenti. Sembra confermato dalle casistiche
che esiste un aumento di queste forme di malattia. Un incremento che, anche se in
percentuale è limitato, rappresenta sicuramente qualcosa che ci deve far riflettere
su quelle che sono le possibili cause che inducono a questo tipo di malattia, come
l’inquinamento atmosferico. D. – Quale è la situazione internazionale
per quanto riguarda la ricerca e le nuove terapie? R. – La
situazione si è modificata radicalmente per quanto riguarda le nuove terapie perché
la Comunità europea ha emanato una legge in cui si prevede una facilitazione per le
case farmaceutiche che producono sperimentazioni o farmaci per la fascia dell’età
pedriatica. Questo perché prima c’era un limite legato al fatto che, essendo un’utenza
molto limitata, era difficile distribuire i costi di un farmaco, fino a quando arriva
alla registrazione, quando è disponibile, per una popolazione così piccola. Questo
è stato superato, in quanto studi che prevedono un’attenzione al problema pedriatico,
con sperimentazione clinica o preclinica, prevedono come premio per le case farmaceutiche
un prolungamento dell’esclusività di sei mesi. Questo sistema è stato già utilizzato
negli Stati Uniti. Sta già dando buoni frutti anche in Europa.