Hillary Clinton in Giappone, prima tappa del viaggio in Asia
Il segretario di Stato americano Hillary Clinton è arrivata oggi a Tokyo. La visita
in Giappone è la prima tappa di un importante viaggio in Asia che porterà il capo
della diplomazia dell’Amministrazione Usa anche in Indonesia, Corea del Sud e Cina.
L’ex first lady ha subito affrontato la questione nucleare nordcoreana: "I nordcoreani
- ha detto - hanno già accettato di smantellare" il loro programma nucleare. "Ci aspettiamo
- ha aggiunto - che rispettino gli obblighi che hanno assunto". Hillary Clinton è
giunta in Giappone in un momento particolare, in cui l’economia del colosso asiatico
è precipitata a livelli che non conosceva da decenni, con il Pil che nel trimestre
ottobre/dicembre 2008 ha ceduto il 12,7%. Ce ne parla Francesco Sisci, corrispondente
da Pechino del quotidiano La Stampa, intervistato da Giada Aquilino:
R.
– Questo è un momento particolarmente importante, anche perché crolla in qualche modo
il modello stesso di crescita economica giapponese e americana. L’America va in Giappone
anche per confermare Tokyo, come acquirente di debito americano. Il Giappone è il
secondo acquirente di debito americano dopo la Cina, ha in portafoglio oltre un trilione
di dollari di buoni del tesoro americano. Questi buoni del tesoro, però, servivano
all’America per comprare beni giapponesi. Adesso che l’economia americana si è fermata,
non si possono più comprare beni giapponesi e l’economia giapponese a sua volta crolla.
Si deve, in qualche modo, allora impostare una nuova relazione tra queste due parti
del Pacifico.
D. – Per quanto riguarda la Cina, gli
Stati Uniti intendono avviare un nuovo dialogo con Pechino. Sullo sfondo ci sono la
questione del Tibet e anche altri temi...
R. – Credo
che in realtà la questione del Tibet rimanga molto in sottofondo. Molto più importanti
sono le altre questioni, annunciate già da Hillary Clinton. Una è la questione dell’ambiente,
l’altra è la riapertura di un dialogo di sicurezza. Potrebbero essere affrontate le
questioni tanto care alla Cina, cioè della cessione di tecnologia sul nucleare civile,
che l’America peraltro sta già cedendo all’India, e che però finora Washington è stata
molto restia a cedere alla Cina. Cessioni di tecnologia di questo tipo in qualche
modo incardinerebbero una nuova relazione politica e di sicurezza tra America e Cina.
D.
– E la Cina può giocare un ruolo di primo livello anche in altri ambiti, come quelli
per esempio legati alla Corea del Nord o all’Iran?
R.
– Senz’altro, quello della Corea del Nord è un tema caldo su cui la Cina già sta lavorando
e sicuramente continuerà a lavorare in maniera attiva. Sulla questione dell’Iran,
naturalmente si tratta di capire come procederà la trattativa tra Cina e America.
E’ possibile che la Cina voglia e possa collaborare nel contenere la minaccia iraniana,
bisogna capire quali garanzie l’America sia disposta a concedere.
D.
– Come cambieranno i rapporti tra l’America di Barack Obama e l’Asia?
R.
– Sembra che l’America di Barack Obama sia molto proiettata sul Pacifico che sull’Atlantico.
Questo credo sia un passaggio fondamentale. E’ la prima volta che il primo viaggio
del segretario di Stato americano va verso il Pacifico e non l’Atlantico, con un piano
credo di lungo termine, con almeno due grossi pilastri, quello cinese e quello giapponese,
e questo dovrebbe forse far riflettere un po’ la vecchia Europa, che invece entra
nell’ombra in questa nuova situazione.