“La specifica attività di mediazione salvifica della Chiesa, impegnata a favorire
l’incontro tra la vita umana e la vita di Cristo, sorgente della vita, che con la
Sua grazia non si arrende di fronte a chi ha peccato e ha commesso delitti contro
la vita”. Questo è lo spirito che animerà il corso di Pastorale della vita che partirà
il 23 febbraio a Roma, promosso dall’Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio
e famiglia della Pontificia Università Lateranense. Il corso sarà tenuto dal mons.
Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, già direttore
del Centro e dell’Istituto di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
di Roma e presidente della Fondazione Ut vitam Habeant per la pastorale della vita.
Nella nota diffusa sull’iniziativa e ripresa dalla Zenit, si legge che “la Chiesa,
inoltre, ha un compito speciale nei confronti della vita, soprattutto quella più
fragile, confermato dalla posizione del Magistero, in particolare nell’ Evangelium
vitae”. “Purtroppo, la rivoluzionaria enciclica di Giovanni Paolo II, del 1995, non
è ancora adeguatamente conosciuta e applicata – si afferma ancora nel documento -.
Eppure, offre indicazioni precise e rappresenta un esempio di organica trattazione
della pastorale della vita, anche nella sua struttura. Infatti, come nei Documenti
pastorali, presenta l’aspetto descrittivo, il contenuto biblico, il contenuto morale
e l’azione pastorale”. Il corso di 24 ore prevede alcune lezioni sul significato
della pastorale, intesa come mediazione della Chiesa - pastori e fedeli - nel trasmettere
il dono salvifico, lezioni sui contenuti della pastorale per la vita, suggeriti dall’enciclica,
sulla Creazione e sull’Escatologia che ci offre la piena visione della vita vera,
quella eterna, che guida le nostre scelte e conforta il cristiano nei momenti della
sofferenza e della morte. La nuova offerta formativa si rivolge non solo agli studenti
della Licenza e del Master, già iscritti all’Istituto, ma anche ad uditori esterni,
previa iscrizione al Corso, presso la Segreteria. Alla luce della nuova ondata di
attacchi della cultura della morte, si è dunque deciso di aprire le lezioni al pubblico
esterno, nella speranza che tra gli uditori ci siano insegnanti, animatori di gruppi
parrocchiali, sacerdoti che, nel confessionale, sperimentano la difficoltà e la delicatezza
di tali tematiche, come pure laici orientati ad offrire un apporto di fede e di educazione
cristiana al prezioso apostolato della Chiesa, in particolare sui temi della vita,
da cui passa la nuova frontiera dell’evangelizzazione. (M.G.)