2009-02-15 14:20:35

Dal Brasile al Mozambico: la nuova avventura di padre Chiera e dei suoi meninos de rua


Dopo il Brasile, la Casa do Menor di padre Renato Chiera si appresta a testimoniare concretamente la speranza cristiana anche in Africa. E’ la nuova iniziativa promossa dal sacerdote piemontese, che da 30 anni opera in Brasile al servizio dei più piccoli, dei bambini di strada vittime della violenza. Ora, alcuni dei suoi ragazzi si faranno missionari a Chimoio, in Mozambico, dove si occuperanno in particolare degli orfani di genitori morti di Aids. Raggiunto telefonicamente da Alessandro Gisotti a Fortaleza, nel nordest del Brasile, padre Renato Chiera si sofferma su questa nuova missione di speranza:RealAudioMP3

R. – Noi siamo andati in Africa per vedere cosa voleva Dio. Il Mozambico viene da una guerra di molti anni ed oggi quello che non ha fatto la guerra lo sta facendo l’AIDS. Il 20, 30 per cento della popolazione è infetto dall’AIDS. C’e un milione di orfani che stanno finendo nelle strade, che stanno diventando un pericolo per la comunità.

 
D. – Come, dunque, i ragazzi della Casa do Menor potranno aiutare i bambini orfani del Mozambico?

 
R. – Noi andremo lì, fra pochi mesi, con un gruppo di ragazzi. Vogliamo andare in missione per circa un mese e mezzo. Un po’ di tempo servirà per sensibilizzare su questa realtà che sta diventando tragica perché la gente è disperata, non hanno esperienza. Saremo là con la gente per rispondere alle loro grida di soccorso e una parte di noi rimarrà là, tra questi nostri ragazzi, amati da noi, che adesso, figli dell’abbandono, vogliono essere padri di abbandonati. Quindi, dovremo entrare in quella realtà, in una forma molto umile di ascolto, non andando a colonizzare o dicendo che siamo arrivati noi, i salvatori. Saremo con loro per poter lavorare, per poter collaborare con le persone di là, la società di là, perché dobbiamo aiutare la società ad aprirsi a questa problematica dei ragazzi ed assumerla.

 
D. – Dunque, la “presenza”, elemento fondamentale nell’esperienza di Casa do Menor, in Brasile, ritorna anche in Mozambico: la presenza di Dio, degli uomini, delle relazioni d’amore?

 
R. – E’ proprio questo! Il grande grido dei ragazzi è per essere figli. La grande tragedia non è solo essere poveri, è soprattutto non essere figli e non essere amati da nessuno. Abbiamo capito che Dio si è fatto presenza con l’umanità, semplicemente presenza per dire a questa umanità persa, a questa umanità disorientata: “Tu sei amata, io ti amo, io sono presente accanto a te”.

 
D. – Questo progetto, ovviamente, ha bisogno di tante risorse, non solo umane. C’è un appello che vuole rivolgere agli ascoltatori della Radio Vaticana?

 
R. – Abbiamo bisogno di aiuti. Il primo problema, per esempio, è il viaggio: i nostri ragazzi dovranno partire, pagarsi il viaggio. Vanno per aiutare e dare la propria vita gratuitamente ma devono pagarsi il viaggio! Adesso sono preoccupati perché non sanno come fare. Allora, ecco, il primo appello sarebbe questo: se qualcuno potesse adottare uno di questi giovani missionari che vogliono dare la vita dal Brasile all’Africa, dalla periferia delle grandi città del Brasile all’abbandono dell’Africa che è la “grande abbandonata”. A tutti quelli che stanno ascoltando sto chiedendo, per Gesù, di aiutare questi orfani che hanno bisogno di amore ma che hanno anche bisogno di pane, della presenza della famiglia, di una professione per il futuro.

 
Per aiutare padre Renato Chiera nella realizzazione del suo progetto per il Mozambico, telefonare al numero 0174/698439 o visitare il sito web www.casadomenor.org.







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