Benedetto XVI all’Angelus: i cristiani riscoprano il valore del Sacramento della
Confessione
Nel Sacramento della Penitenza, Cristo ci purifica con la sua misericordia infinita:
è la riflessione offerta da Benedetto XVI ai fedeli, stamani all’Angelus in Piazza
San Pietro. Il Papa ha commentato il passo del Vangelo di Marco che descrive la guarigione
miracolosa di un lebbroso. Quindi, ha invitato i fedeli a fare frequente ricorso al
Sacramento della Confessione che, ha detto, va oggi riscoperto nel suo valore e nella
sua importanza. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Riscoprire
il valore del Sacramento della Confessione: è la viva esortazione di Benedetto XVI,
che all’Angelus si è soffermato sulla pagina domenicale del Vangelo in cui Gesù guarisce
un lebbroso che lo aveva supplicato di purificarlo. Secondo l’antica legge ebraica,
ha spiegato il Papa, “la lebbra era considerata non solo una malattia, ma la più grave
forma di impurità per il culto” che comportava l’allontanamento del lebbroso dalla
comunità fino all’eventuale guarigione:
“La lebbra
perciò costituiva una sorta di morte religiosa e civile, e la sua guarigione una specie
di risurrezione. Nella lebbra è possibile intravedere un simbolo del peccato, che
è la vera impurità del cuore, capace di allontanarci da Dio. Non è in effetti la malattia
fisica della lebbra, come prevedevano le vecchie norme, a separarci da Lui, ma la
colpa, il male spirituale e morale”. “I
peccati che commettiamo – ha proseguito – ci allontanano da Dio, e, se non vengono
confessati umilmente confidando nella misericordia divina, giungono sino a produrre
la morte dell’anima”. Di qui la straordinarietà della guarigione del lebbroso:
“Questo
miracolo riveste allora una forte valenza simbolica. Gesù, come aveva profetizzato
Isaia, è il Servo del Signore che “si è caricato delle nostre sofferenze, / si è addossato
i nostri dolori” (Is 53,4). Nella sua passione, diventerà come un lebbroso, reso impuro
dai nostri peccati, separato da Dio: tutto questo farà per amore, al fine di ottenerci
la riconciliazione, il perdono e la salvezza”. Ed
ha sottolineato come nel Sacramento della Penitenza, Cristo crocifisso e risorto,
mediante i suoi ministri, “ci purifica con la sua misericordia infinita, ci restituisce
alla comunione con il Padre celeste e con i fratelli, ci fa dono del suo amore, della
sua gioia e della sua pace”. E qui ha levato un’esortazione ai fedeli:
“Cari
fratelli e sorelle, invochiamo la Vergine Maria, che Dio ha preservato da ogni macchia
di peccato, affinché ci aiuti ad evitare il peccato e a fare frequente ricorso al
Sacramento della Confessione, il Sacramento del Perdono, che oggi va riscoperto ancor
più nel suo valore e nella sua importanza per la nostra vita cristiana”. “Il
Vangelo di questa domenica – ha detto poi parlando ai pellegrini polacchi - ci mostra
Gesù che, guarendo un lebbroso, si china sulla miseria, sulla malattia e sulla sofferenza
umana”. Lo fa, ha notato il Papa, “amorevolmente, discretamente e gratuitamente”.
Incontrando la miseria umana, è stato dunque il suo invito, “imitiamo Gesù, portando
al prossimo un aiuto concreto, una parola di conforto e un gesto di consolazione”.