2009-02-14 10:05:40

Verso Gerusalemme: nota di padre Lombardi


La Terra Santa attende il Papa: è stato lo stesso Benedetto XVI ad affermare di essere impegnato “a preparare una visita in Israele”. L’annuncio è giunto durante l’incontro, giovedì scorso, con una delegazione della Conferenza dei presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane. Ascoltiamo in proposito la riflessione del nostro direttore, padre Federico Lombardi.RealAudioMP3

E’ una bella notizia. Andare a Gerusalemme: è il desiderio di tutti gli israeliti e di tutti i cristiani. Gli antichi israeliti salivano verso di essa cantando, Gesù vi si dirige decisamente per compiervi fino in fondo la volontà del Padre. E’ andare pellegrini ai luoghi più santi, luoghi degli incontri fra Dio e gli uomini che hanno segnato la storia della nostra salvezza. Anche il Papa porta in sé questo desiderio. Benché in precedenza vi sia già stato, sente l’importanza di recarvisi di nuovo come capo di una comunità di credenti, che possano pellegrinare in unione spirituale con lui e per mezzo di lui ai luoghi delle radici della loro fede. Non a caso Paolo VI iniziò proprio dalla Terra Santa la serie dei viaggi internazionali dei Papi e Giovanni Paolo II ne seguì i passi ponendo segni indimenticabili di riconciliazione e di speranza di pace.

 
Ora è la volta di Benedetto. La sua è una decisione coraggiosa. Vi sono le incertezze della situazione politica, le numerose divisioni interne ai vari campi. Vi sono le tensioni continue di una regione percorsa da conflitti e recentissimamente segnata da una guerra che ha devastato la striscia di Gaza e ferito profondamente il suo popolo. Il processo di pace stenta a fare passi risolutivi. Ombre o diffidenze tornano in modo ricorrente ad oscurare il dialogo ben avviato fra il mondo ebraico e la Chiesa cattolica.

 
Ma bisogna andare lo stesso. Anzi, forse proprio per tutti questi motivi è urgente andarvi. Per pregare nei punti più cruciali del confronto fra l’odio e l’amore: là dove la riconciliazione sembra umanamente impossibile. Per ricordare che il nome e la vocazione di Gerusalemme è di essere “città della pace”, di incontro dei popoli nel nome di un Dio di salvezza, di pace e di amore per tutti.







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