Uno Stato piccolo per una missione grande: così il Papa per gli 80 anni della Città
del Vaticano
Lo Stato della Città del Vaticano è uno strumento necessario per dare alla Chiesa
e al Papa la possibilità di adempiere al mandato ricevuto da Cristo: è quanto sottolineato
stamani da Benedetto XVI. Occasione dell’intervento del Papa è stata l’udienza, in
Sala Clementina, ai partecipanti al Convegno per l’80.mo di fondazione dello Stato
vaticano intitolato “Un piccolo territorio per una grande missione”. L’indirizzo d’omaggio
al Pontefice è stato rivolto dal cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato
che ha promosso il convegno di studi. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Uno Stato
tanto piccolo quanto grande è la sua missione: Benedetto XVI ha messo l’accento sul
valore spirituale e civile dello Stato Vaticano, posto “interamente al servizio della
grande missione” affidata da Gesù all’apostolo Pietro e ai suoi Successori. Quindi
ha tratteggiato i caratteri salienti di Città del Vaticano:
“La
Civitas Vaticana è in verità un punto quasi invisibile sui mappamondi della geografia
mondiale, uno Stato minuto ed inerme privo di eserciti temibili, apparentemente irrilevante
nelle grandi strategie geopolitiche internazionali. Eppure, questo presidio visibile
dell’assoluta indipendenza della Santa Sede, è stato ed è centro di irradiazione di
una costante azione a favore della solidarietà e del bene comune”. Lo
Stato Vaticano, ha aggiunto, “che racchiude in sé tesori di fede, di storia, di arte,
custodisce un patrimonio prezioso per l’umanità intera”:
“Dal
suo cuore, dove presso la tomba di San Pietro abita il Papa, si leva un incessante
messaggio di vero progresso sociale, di speranza, di riconciliazione e di pace”. Benedetto
XVI ha quindi elogiato l’impegno volto ad approfondire e a far meglio conoscere la
storia e la fisionomia della Civitas Vaticana. Una realtà, ha rilevato, “non sempre
ben compresa nella sue ragioni d’essere e nei molteplici compiti che è chiamata a
svolgere”:
“Per chi opera quotidianamente a servizio
della Santa Sede o per chi vive nell’Urbe è un dato di fatto scontato che esista nel
cuore di Roma un piccolo Stato sovrano, ma non a tutti è noto che esso è frutto di
un processo storico alquanto tormentato, che ne ha reso possibile la costituzione,
motivata da alti ideali di fede e da lungimirante consapevolezza delle finalità a
cui doveva soddisfare”. Il Papa
è tornato dunque con la memoria all’11 febbraio del 1929, ripensando con “profonda
riconoscenza” a Pio XI, che fu con “lucida lungimiranza e indomita volontà il vero
fondatore e il primo costruttore dello Stato della Città del Vaticano”. Un Papa, ha
detto, che guidò la Chiesa in anni difficili e “dovette misurarsi con le difficoltà
e le persecuzioni che la Chiesa subiva in Paesi quali il Messico e la Spagna e con
la lotta che ad essa portarono i totalitarismi sorti e consolidatisi in quegli anni”:
“Si
rimane davvero ammirati di fronte all’opera saggia e forte di questo Pontefice, che
per la Chiesa volle solo quella libertà che le permettesse di svolgere integralmente
la sua missione. Anche lo Stato della Città del Vaticano, sorto a seguito dei Patti
Lateranensi e in particolare del Trattato, fu considerato da Pio XI uno strumento
per garantire la necessaria indipendenza da ogni potestà umana, per dare alla Chiesa
e al suo Supremo Pastore la possibilità di adempiere pienamente al mandato ricevuto
da Cristo Signore”. Il significativo
anniversario, che in questi giorni stiamo commemorando, ha detto il Papa, è “motivo
di profondo ringraziamento al Signore, che guida le sorti della sua Chiesa nelle vicende
spesso turbolente del mare della storia”. Ha così incoraggiato quanti operano nei
diversi uffici e servizi vaticani “a svolgere le loro mansioni non solo con onestà
e competenza professionale, ma anche con una sempre più viva consapevolezza che il
loro lavoro costituisce un prezioso servizio alla causa del Regno di Dio”. Ed ha auspicato
che questo Stato, dopo i suoi primi 80 anni, riprenda “il cammino con più forte slancio
apostolico”.