Celebrare un Sinodo per la Chiesa in Medio Oriente per dare una risposta ai tanti
cristiani “schiacciati da tante sofferenze e incalzati da molte sfide”. La proposta
è stata lanciata da mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, in Iraq, in un'intervista
rilasciata alla rivista Oasis e ripresa dall’agenzia Zenit. “Siamo comunità esigue
e per affrontare tutti questi problemi abbiamo bisogno di essere aiutati”, ha riconosciuto
il presule elencando una serie di difficoltà, la più grande delle quali “è certamente
l'esodo dei cristiani dalle nostre regioni”. “E' concreto il rischio che in un prossimo
futuro non ci siano più cristiani in Medio Oriente – ha avvertito mons. Sako. Noi
siamo profondamente preoccupati che il destino dei cristiani in questi Paesi possa
divenire lo stesso dei cristiani in Turchia o in Iran, dove ormai sono pochissimi”.
Un altro problema sottolineato dal presule è quello della pastorale. “Spesso oggi
sperimentiamo la mancanza di un programma pastorale adeguato alla situazione in cui
viviamo e ci chiediamo come prepararne uno adatto ai nostri fedeli”, ha osservato.
Allo stesso modo, bisogna rispondere alle difficoltà rappresentate dalla riforma liturgica,
dalla formazione dei seminaristi, dei monaci e dei religiosi e “dall'incontro con
i musulmani” per “aiutarli a conoscere e capire un po' di più il nostro cristianesimo”.
Per quanto riguarda i diversi riti, “sarebbero coinvolti i caldei, i siriaci, gli
armeni, i copti, i maroniti e i melchiti”, tutti i riti praticati nell'area mediorientale.
Il Sinodo - secondo il presule - potrebbe aiutare a trovare una nuova via per relazionarsi
con i musulmani, promuovendo “un linguaggio nuovo, diverso da quello apologetico o
polemico”. Infine mons. Sako esprime grande soddisfazione per i risultati delle elezioni
provinciali irachene svoltesi il 31 gennaio in 10 delle 14 province irachene, che
hanno visto sconfitti i partiti religiosi estremisti. (M.G.)