Padre Leclerc: non contrapporre creazione ed evoluzione
Ad un secolo e mezzo dalla pubblicazione de ‘L’origine delle specie’ di Charles Darwin,
di cui ieri ricorreva il bicentenario della nascita, e dopo gli importanti progressi
che la ricerca ha compiuto in questo settore, il tema dell'evoluzione biologica merita
oggi un’attenta rilettura da un punto di vista scientifico, ma anche da una prospettiva
filosofica e teologica. Con questa convinzione la Pontificia Università Gregoriana,
in collaborazione con l’Università statunitense di Notre Dame e con il patrocinio
del Pontificio Consiglio della Cultura, ha organizzato la conferenza internazionale
“Evoluzione biologica: fatti e teorie” che avrà luogo a Roma dal 3 al 7 marzo. Tra
i suoi obiettivi c’è anche il superamento delle posizioni ideologiche che dominano
spesso questo dibattito, come conferma al microfono di Fabio Colagrande il
gesuita padre Marc Leclerc, docente di Filosofia della Natura alla Pontificia
Università Gregoriana e direttore della conferenza.
R. – Ci sono
dibattiti accesi, un po’ dappertutto, attorno alle questioni dell'evoluzione, e noi
abbiamo il dovere di essere presenti a questi dibattiti, per fare anche una valutazione
critica, serena, ad un alto livello scientifico di ciò che di buono e giusto c’è ed
anche di ciò che ancora rimane incompleto nelle teorie dell’evoluzione ed anche per
fare una distinzione chiara tra teoria scientifica dell'evoluzione e interpretazione
filosofica, che può diventare strumentalizzazione ideologica, e che naturalmente rischia
sempre di falsare il dibattito. D. – Di quale tipo di strumentalizzazione
ideologica sta parlando? R. – Quando si fa del darwinismo una
forma di filosofia universale, come ha detto a volte l’allora cardinale Ratzinger,
come chiave di interpretazione di tutta la realtà, uomo compreso, usciamo completamente
dal campo scientifico e lì naturalmente si presentano le contrapposizioni radicali.
Troppo spesso gli avversari stessi del darwinismo cadono nella stessa trappola, cioè
vedono non ciò che voleva Darwin, cioè una teoria scientifica, sempre perfettibile,
sempre discutibile, come ogni teoria, ma invece uno strumento a volte contro la religione,
contro il cristianesimo, uno strumento di ateismo militante a volte, e non era sicuramente
l’intento di Darwin. Ora, in quel caso, abbiamo una contrapposizione radicale tra
evoluzionismo e creazionismo, che sembrano escludersi a vicenda, e siamo completamente
fuori dal dibattito scientifico, al quale invece noi intendiamo tornare tranquillamente. D.
– Quindi, non è corretto parlare di questa contrapposizione tra evoluzionismo e creazionismo? R.
– Certamente non è corretto contrapporre evoluzione e creazione, che vanno benissimo
insieme, è questione di una riflessione filosofica, per articolare i dati scientifici
sull’evoluzione e i dati teologici sulla creazione, che vanno benissimo insieme. Naturalmente
tutto dipende da ciò che si mette sotto la parola evoluzionismo e creazionismo. Se
si tratta di ideologie esclusive, naturalmente per definizione si escludono a vicenda.
Se invece vogliamo tornare alla teoria scientifica dell’evoluzione e al senso filosofico
o teologico della creazione, allora svanisce ogni problema e non c’è più nessuna opposizione. D.
– L’incontro della Gregoriana, il Convegno internazionale della Gregoriana, sarà un
incontro di studiosi cattolici? R. – No, ci saranno naturalmente
molti studiosi cattolici e un’università pontificia, evidentemente cattolica, che
organizza e accoglie l’evento, ma avremo anche studiosi di altre concezioni filosofiche
e religiose, agnostici, ebrei... Non abbiamo fatto nessuna selezione su base religiosa
o ideologica, ma soltanto sul merito. D. – La Chiesa è particolarmente
interessata a dialogare con la scienza... R. – Spesso si dimentica
che la scienza è nata nell’ambito cristiano e anche largamente cattolico, nel ’500,
nel ‘600. Galileo è un figlio della Chiesa, è un uomo di Chiesa, che ha sempre rivendicato
questa sua appartenenza. Il caso Galileo, in quanto caso, è nato in qualche modo nell’’800,
quindi un’eredità dell’ideologia dell’Illuminismo, che ha immaginato questa contrapposizione
tra mondo scientifico, mondo ecclesiastico e mondo cattolico. E’ un’immaginazione
che ha pervaso ancora tutto il XX secolo e che è ancora largamente presente oggi.
E’ proprio contro questi miti che la Chiesa giustamente intende reagire, mostrando
invece il più grande rispetto per l’autonomia della scienza, già proclamato dalla
Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II, ribadita più volte da Giovanni Paolo II,
da Benedetto XVI e così via. Quindi, è chiaro che la Chiesa rispetta profondamente
il mondo scientifico e il mondo scientifico deve sentirsi rispettato e poter entrare
in dialogo con la Chiesa, come è la funzione stessa, per esempio, della Pontificia
Accademia delle Scienze e di un Convegno come questo o come di altri convegni organizzati
attorno a Galileo.