2009-02-13 14:58:33

La Comece: la domenica sia dichiarata giorno festivo


Il Segretariato della Comece, la Chiesa protestante in Germania e la Chiesa d’Inghilterra esprimono apprezzamento per l’iniziativa di alcuni deputati europei di proporre l’adozione di una dichiarazione scritta sulla tutela della domenica come giorno festivo. La sua adozione - si legge in una nota diffusa ieri dalla Comece - “costituirebbe una chiara presa di posizione nel Parlamento europeo a favore di un'Europa sociale”. “E’ giunto il momento – si sottolinea nel documento – che questa dichiarazione depositata lo scorso 2 febbraio da 5 deputati di Ppe, Pse, Alde e Uen, riceva la maggioranza delle firme necessarie per la sua adozione”. L’attuale crisi economica e finanziaria, ha fatto meglio comprendere come non tutti gli aspetti della vita possano essere commercializzati. “Il consumismo – afferma la Comece - non è un modello di sviluppo economico sostenibile, né un modello di sviluppo umano”: gli uomini e le donne che lavorano di domenica sono discriminati. Vengono colpiti “la loro vita familiare, lo sviluppo personale e anche la loro salute”. La domenica come giorno festivo, uno dei rari momenti che consente a figli e genitori di ritrovarsi – osserva la Comece – è una componente del patrimonio culturale d’Europa, “un fattore decisivo di riconciliazione tra lavoro e vita familiare”. Questo è il motivo per cui – si legge nel comunicato - il rispetto del riposo domenicale “è alla base del modello sociale europeo”. Negli ultimi anni, invece, la tutela della domenica come giorno festivo è stata ridotta in molti Stati membri da “una visione troppo consumistica”. La dichiarazione scritta invita gli Stati membri e le istituzioni a proteggere la domenica nelle future legislazioni nazionali ed europee sull'orario di lavoro, “allo scopo di migliorare la tutela della salute dei lavoratori”. Proprio i lavoratori - si legge nella nota - “hanno subito la frammentazione della loro vita privata”. La dichiarazione deve ora essere sottoscritta dalla maggioranza dei (394) deputati prima del 7 maggio 2009 per essere adottata dal Parlamento. (A.L.)







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