2009-02-13 15:09:04

Israele verso un governo di coalizione. Sì di Hamas alla tregua


In Israele continuano incessanti i contatti tra le forze politiche, che, pochi giorni dopo le elezioni legislative, cercano di formare una maggioranza di governo. L’ipotesi più accreditata vedrebbe l’alleanza tra il centro del Kadima, la destra moderata del Likud e i Laburisti. Intanto, dall’Egitto sembra imminente l’annuncio di una nuova tregua nella Striscia di Gaza, nonostante stamani tre razzi siano stati lanciati dall’enclave palestinese contro il territorio israeliano. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Entro domenica l’Egitto annuncerà l’accordo di tregua di 18 mesi fra Hamas e Israele. Lo riferiscono i mediatori egiziani che hanno già incassato il si del movimento integralista palestinese, espresso ieri dal numero due di Hamas, Abu Marzuk, al termine dell’incontro con il capo dei servizi segreti del Cairo, Omar Suleiman. Il piano prevede l'apertura di sei punti di passaggio fra Gaza e Israele e la sospensione di qualsiasi attività militare e di aggressione. Per il momento rimane fuori dall’accordo però la liberazione del soldato israeliano Shalit. Hamas, infatti, si rifiuta di sovrapporre i due dossier e di collegare la sorte di Shalit alla riapertura dei valichi, per puntare invece alla liberazione di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Ad ogni modo, prima dell'annuncio ufficiale della tregua ci saranno contatti con le altre fazioni palestinesi e con la parte israeliana, che in questi giorni rimane comunque impegnata nella composizione di un governo di unità nazionale. Nello Stato ebraico sta, infatti, prendendo corpo una grande coalizione composta dai tre dei maggiori partiti israeliani, Likud, Kadima e laburisti. Secondo le indiscrezioni della stampa, il futuro governo dovrebbe essere guidato dal leder del Likud, Benyamin Netanyahu, mentre Tzipi Livni, che ha vinto di misura le elezioni parlamentari, potrebbe guidare l’opposizione per evitare una posizione subalterna. Ma il confronto fra i partiti è ancora in corso.
 
Iraq
Ancora violenze contro i pellegrini sciiti in Iraq. Quaranta persone sono morte e altre 84 sono rimaste ferite in un attentato suicida nel villaggio di Albu Jasem a Sud di Baghdad. Una donna kamikaze si è fatta saltare in aria tra un gruppo di pellegrini sciiti. Altri otto pellegrini sono morti e 18 sono rimasti feriti per un ordigno fatto esplodere lungo una strada di Kerbala. Gli attentati avvengono nei giorni in cui migliaia di fedeli sciiti si recano a Kerbala per le celebrazioni dell'Arbain, che segnano la fine dei 40 giorni di lutto osservati ogni anno in occasione dell'anniversario dell'uccisione dell'Imam al Hussein. Le autorità irachene fanno sapere che per lunedì, quando i festeggiamenti raggiungeranno l’apice, saranno schierati 30 mila uomini, 400 cecchini e 1.500 donne poliziotto incaricate delle perquisizioni femminili, per garantire maggiore sicurezza.

Afghanistan
Cinque bambini sono rimasti uccisi nel corso di una sparatoria fra talebani e soldati australiani in Afghanistan. L'incidente è avvenuto nella provincia di Uruzgan, mentre forze speciali della coalizione erano impegnate in rastrellamenti. Intanto sul piano politico l’intelligence Usa accusa il governo di Kabul di essere "debole e corrotto", "incapace e impopolare". E’ quanto si legge in un rapporto del capo dell'ammiraglio Dennis Blair, che ha ribadito la scarsa fiducia dell'amministrazione Obama nel presidente afghano uscente Hamid Karzai. L'esecutivo di Karzai, che il 20 agosto si candiderà a un secondo mandato, non riesce a ostacolare il rafforzamento dei talebani che estendono il controllo sul territorio. Infine, le truppe Nato e statunitensi inseriranno un maggior numero di militari afghani nelle operazioni per cercare di ridurre le vittime civili nei raid anti-talebani. Le autorità di Kabul considerano infatti "inaccettabile" l’alto numero di vittime civili registrato finora e il presidente Hamid Karzai ha già avvertito che la condotta delle truppe Nato e statunitensi rende sempre più insofferente la popolazione locale.

Somalia
Il presidente della Somalia, Sheikh Sharif Ahmed, ha reso noto oggi il nome del nuovo premier. Molte le sfide che attendono il capo del futuro governo in un Paese che dal 1991, anno in cui terminò la dittatura di Siad Barre, è devastato dalla guerra civile. Il servizio di Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

Il nuovo premier avrà il difficile compito di guidare un governo di unità nazionale e di porre fine alla lunga guerra civile tra le numerose fazioni del Paese del Corno d’Africa. Si tratta di Omar Abdirashid Ali Sharmarke, residente negli Stati Uniti e figlio di un ex leader assassinato nel 1969. Sharmarke, la cui nomina è pianamente appoggiata anche dal parlamento di Gibuti, ha sinora ricoperto diverse cariche all’Onu. Su questa scelta, abbiamo intervistato Angelo Masetti del Forum Italia Somalia:
 
R. – Sharmarke è sicuramente una scelta su cui non si possono fare commenti negativi. Il ragionamento che va fatto è sull’assetto complessivo del vertice istituzionale, cioè la nomina a presidente di Sheikh Sharif Ahmed che è data dal frutto di un auspicio e di una scelta promossa anche dalla comunità internazionale, basandosi sull’ipotesi che Sheikh Sharif Ahmed, proveniente dalle Corti islamiche che hanno prodotto molto disordine in Somalia, fosse abbastanza rappresentativo da consentire una ricucitura politica con l’opposizione. Il nodo della questione è tutto questo: verificare, nei prossimi mesi, la capacità del presidente di ricondurre, in un alveo democratico di discussione e di condivisione politica del futuro della Somalia, quelli che oggi continuano ancora a minacciare la sicurezza interna della Somalia.
 
D. – La comunità internazionale si aspetta da Sharmarke un impegno concreto su vari problemi, il primo tra tutti quello della pirateria davanti alle coste somale e poi, anche la soluzione di un problema umanitario che da sempre è gravissimo...
 
R. – Sì, sicuramente queste sono le più grosse sfide che aspettano il primo ministro. Tutto dipenderà anche da quante risorse verranno messe a disposizione delle attuali istituzioni e dalla capacità di rappresentare, da parte di Sharmarke, le varie etnie, le varie tribù somale che ovviamente ripongono, in questo nuovo tentativo, grandi speranze.
 
Stati Uniti - Sciagura aerea
Un aereo di linea della Continental Airlines con 48 persone a bordo tra passeggeri ed equipaggio è precipitato nella notte nello stato di New York, negli Stati Uniti, alla periferia della città di Buffalo. Tutti morti gli occupanti del velivolo ai quali si aggiunge un’ulteriore vittima della zona residenziale sulla quale si è abbattuto l’aereo. Numerosi i feriti.

Economia
Ancora allarmanti i dati sull’economia mondiale. La Banca centrale europea lancia un allarme sulla crescita del debito pubblico degli Stati membri. Pessimi dati anche per il Pil italiano e tedesco e per il settore automobilistico europeo. Una boccata di ossigeno arriva intanto dall’America, sarà infatti firmato oggi il piano di stimolo all’economia, che secondo le previsioni dovrebbe portare 3,5 milioni di posti di lavoro. Intanto, in Italia il premier Berlusconi ha annunciato lo stanziamento di 8 miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali. Il punto nel servizio di Francesca Ciacci:RealAudioMP3

I tremendi effetti della crisi economia e i rischi legati a nuove politiche protezionistiche saranno al centro della riunione del G7 economico sotto la presidenza dell'Italia, in programma oggi e domani a Roma. La Francia, secondo il Financial Times, chiederà più trasparenza in Borsa e maggiori controlli sui prodotti di investimento ad elevato rischio e volatilità. Intanto, a poche ore dall’inizio del vertice, arrivano nuovi dati allarmanti sullo stato di salute delle economie europee. Il prodotto interno lordo tedesco è sceso del 2,1% nel quarto trimestre del 2008, segnando il calo più forte registrato dal 1987. Netto calo del Pil anche in Italia, che chiude il 2008 con un complessivo meno 0,9%, il dato peggiore dal 1993. Crollo record infine anche per il mercato dell’auto del Vecchio Continente, che a gennaio fa registrare un calo del 27% delle immatricolazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La Banca centrale europea nel suo bollettino mensile prevede che nel 2009 saranno sette i Paesi dell’euro che supereranno il tetto del 3% del rapporto deficit-Pil, infrangendo così il Patto di stabilità. Intanto in America sale l’attesa per il voto di oggi del piano di stimolo all’economia da 789 miliardi di dollari voluto dal presidente Barack Obama. Stando alle previsioni più ottimistiche, il pacchetto dovrebbe creare fino a 3,5 milioni di posti di lavoro. Nuove misure anche in Italia: Berlusconi annuncia il raggiungimento di un accordo con le regioni su 8 miliardi di euro di ammortizzatori sociali.
 
Colombia
Sei persone sono morte, tra le quali tre poliziotti, e altre 15 sono rimaste ferite in Colombia a causa di un'esplosione nel dipartimento di Convencion, alla frontiera con il Venezuela. Lo riferiscono media locali, precisando che nell'area operano sia le Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, sia l'Eln, l'Esercito di liberazione nazionale. L'esplosione, che alcune fonti spiegano con un'autobomba, ha investito un gruppo di poliziotti portatosi sul luogo indicato da una telefonata anonima che segnalava un'emergenza.

Australia
In Australia, si stringe il cerchio sui piromani che hanno causato nei giorni scorsi oltre 180 morti e danni immensi, in particolare nello stato sudorientale di Victoria. Un trentanovenne è stato arrestato con l’accusa di aver appiccato uno dei roghi. All’uomo viene contestato il reato di omicidio volontario. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Francesca Ciacci) 
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 44
 E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.







All the contents on this site are copyrighted ©.