Israele verso un governo di coalizione. Sì di Hamas alla tregua
In Israele continuano incessanti i contatti tra le forze politiche, che, pochi giorni
dopo le elezioni legislative, cercano di formare una maggioranza di governo. L’ipotesi
più accreditata vedrebbe l’alleanza tra il centro del Kadima, la destra moderata del
Likud e i Laburisti. Intanto, dall’Egitto sembra imminente l’annuncio di una nuova
tregua nella Striscia di Gaza, nonostante stamani tre razzi siano stati lanciati dall’enclave
palestinese contro il territorio israeliano. Il servizio di Marco Guerra:
Entro domenica
l’Egitto annuncerà l’accordo di tregua di 18 mesi fra Hamas e Israele. Lo riferiscono
i mediatori egiziani che hanno già incassato il si del movimento integralista palestinese,
espresso ieri dal numero due di Hamas, Abu Marzuk, al termine dell’incontro con il
capo dei servizi segreti del Cairo, Omar Suleiman. Il piano prevede l'apertura di
sei punti di passaggio fra Gaza e Israele e la sospensione di qualsiasi attività militare
e di aggressione. Per il momento rimane fuori dall’accordo però la liberazione del
soldato israeliano Shalit. Hamas, infatti, si rifiuta di sovrapporre i due dossier
e di collegare la sorte di Shalit alla riapertura dei valichi, per puntare invece
alla liberazione di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Ad ogni modo,
prima dell'annuncio ufficiale della tregua ci saranno contatti con le altre fazioni
palestinesi e con la parte israeliana, che in questi giorni rimane comunque impegnata
nella composizione di un governo di unità nazionale. Nello Stato ebraico sta, infatti,
prendendo corpo una grande coalizione composta dai tre dei maggiori partiti israeliani,
Likud, Kadima e laburisti. Secondo le indiscrezioni della stampa, il futuro governo
dovrebbe essere guidato dal leder del Likud, Benyamin Netanyahu, mentre Tzipi Livni,
che ha vinto di misura le elezioni parlamentari, potrebbe guidare l’opposizione per
evitare una posizione subalterna. Ma il confronto fra i partiti è ancora in corso. Iraq Ancora
violenze contro i pellegrini sciiti in Iraq. Quaranta persone sono morte e altre 84
sono rimaste ferite in un attentato suicida nel villaggio di Albu Jasem a Sud di Baghdad.
Una donna kamikaze si è fatta saltare in aria tra un gruppo di pellegrini sciiti.
Altri otto pellegrini sono morti e 18 sono rimasti feriti per un ordigno fatto esplodere
lungo una strada di Kerbala. Gli attentati avvengono nei giorni in cui migliaia di
fedeli sciiti si recano a Kerbala per le celebrazioni dell'Arbain, che segnano la
fine dei 40 giorni di lutto osservati ogni anno in occasione dell'anniversario dell'uccisione
dell'Imam al Hussein. Le autorità irachene fanno sapere che per lunedì, quando i festeggiamenti
raggiungeranno l’apice, saranno schierati 30 mila uomini, 400 cecchini e 1.500 donne
poliziotto incaricate delle perquisizioni femminili, per garantire maggiore sicurezza.
Afghanistan Cinque
bambini sono rimasti uccisi nel corso di una sparatoria fra talebani e soldati australiani
in Afghanistan. L'incidente è avvenuto nella provincia di Uruzgan, mentre forze speciali
della coalizione erano impegnate in rastrellamenti. Intanto sul piano politico l’intelligence
Usa accusa il governo di Kabul di essere "debole e corrotto", "incapace e impopolare".
E’ quanto si legge in un rapporto del capo dell'ammiraglio Dennis Blair, che ha ribadito
la scarsa fiducia dell'amministrazione Obama nel presidente afghano uscente Hamid
Karzai. L'esecutivo di Karzai, che il 20 agosto si candiderà a un secondo mandato,
non riesce a ostacolare il rafforzamento dei talebani che estendono il controllo sul
territorio. Infine, le truppe Nato e statunitensi inseriranno un maggior numero di
militari afghani nelle operazioni per cercare di ridurre le vittime civili nei raid
anti-talebani. Le autorità di Kabul considerano infatti "inaccettabile" l’alto numero
di vittime civili registrato finora e il presidente Hamid Karzai ha già avvertito
che la condotta delle truppe Nato e statunitensi rende sempre più insofferente la
popolazione locale.
Somalia Il presidente della Somalia, Sheikh Sharif
Ahmed, ha reso noto oggi il nome del nuovo premier. Molte le sfide che attendono il
capo del futuro governo in un Paese che dal 1991, anno in cui terminò la dittatura
di Siad Barre, è devastato dalla guerra civile. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Il nuovo
premier avrà il difficile compito di guidare un governo di unità nazionale e di porre
fine alla lunga guerra civile tra le numerose fazioni del Paese del Corno d’Africa.
Si tratta di Omar Abdirashid Ali Sharmarke,residente negli Stati Uniti
e figlio di un ex leader assassinato nel 1969. Sharmarke, la cui nomina è pianamente
appoggiata anche dal parlamento di Gibuti, ha sinora ricoperto diverse cariche all’Onu.
Su questa scelta, abbiamo intervistato Angelo Masetti del Forum
Italia Somalia: R. – Sharmarke è sicuramente una scelta su cui
non si possono fare commenti negativi. Il ragionamento che va fatto è sull’assetto
complessivo del vertice istituzionale, cioè la nomina a presidente di Sheikh Sharif
Ahmed che è data dal frutto di un auspicio e di una scelta promossa anche dalla comunità
internazionale, basandosi sull’ipotesi che Sheikh Sharif Ahmed, proveniente dalle
Corti islamiche che hanno prodotto molto disordine in Somalia, fosse abbastanza rappresentativo
da consentire una ricucitura politica con l’opposizione. Il nodo della questione è
tutto questo: verificare, nei prossimi mesi, la capacità del presidente di ricondurre,
in un alveo democratico di discussione e di condivisione politica del futuro della
Somalia, quelli che oggi continuano ancora a minacciare la sicurezza interna della
Somalia. D. – La comunità internazionale si aspetta da Sharmarke
un impegno concreto su vari problemi, il primo tra tutti quello della pirateria davanti
alle coste somale e poi, anche la soluzione di un problema umanitario che da sempre
è gravissimo... R. – Sì, sicuramente queste sono le più grosse
sfide che aspettano il primo ministro. Tutto dipenderà anche da quante risorse verranno
messe a disposizione delle attuali istituzioni e dalla capacità di rappresentare,
da parte di Sharmarke, le varie etnie, le varie tribù somale che ovviamente ripongono,
in questo nuovo tentativo, grandi speranze. Stati Uniti - Sciagura
aerea Un aereo di linea della Continental Airlines con 48 persone a bordo tra
passeggeri ed equipaggio è precipitato nella notte nello stato di New York, negli
Stati Uniti, alla periferia della città di Buffalo. Tutti morti gli occupanti del
velivolo ai quali si aggiunge un’ulteriore vittima della zona residenziale sulla quale
si è abbattuto l’aereo. Numerosi i feriti.
Economia Ancora allarmanti
i dati sull’economia mondiale. La Banca centrale europea lancia un allarme sulla crescita
del debito pubblico degli Stati membri. Pessimi dati anche per il Pil italiano e tedesco
e per il settore automobilistico europeo. Una boccata di ossigeno arriva intanto dall’America,
sarà infatti firmato oggi il piano di stimolo all’economia, che secondo le previsioni
dovrebbe portare 3,5 milioni di posti di lavoro. Intanto, in Italia il premier Berlusconi
ha annunciato lo stanziamento di 8 miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali.
Il punto nel servizio di Francesca Ciacci:
I tremendi
effetti della crisi economia e i rischi legati a nuove politiche protezionistiche
saranno al centro della riunione del G7 economico sotto la presidenza dell'Italia,
in programma oggi e domani a Roma. La Francia, secondo il Financial Times,
chiederà più trasparenza in Borsa e maggiori controlli sui prodotti di investimento
ad elevato rischio e volatilità. Intanto, a poche ore dall’inizio del vertice, arrivano
nuovi dati allarmanti sullo stato di salute delle economie europee. Il prodotto interno
lordo tedesco è sceso del 2,1% nel quarto trimestre del 2008, segnando il calo più
forte registrato dal 1987. Netto calo del Pil anche in Italia, che chiude il 2008
con un complessivo meno 0,9%, il dato peggiore dal 1993. Crollo record infine anche
per il mercato dell’auto del Vecchio Continente, che a gennaio fa registrare un calo
del 27% delle immatricolazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La
Banca centrale europea nel suo bollettino mensile prevede che nel 2009 saranno sette
i Paesi dell’euro che supereranno il tetto del 3% del rapporto deficit-Pil, infrangendo
così il Patto di stabilità. Intanto in America sale l’attesa per il voto di oggi del
piano di stimolo all’economia da 789 miliardi di dollari voluto dal presidente Barack
Obama. Stando alle previsioni più ottimistiche, il pacchetto dovrebbe creare fino
a 3,5 milioni di posti di lavoro. Nuove misure anche in Italia: Berlusconi annuncia
il raggiungimento di un accordo con le regioni su 8 miliardi di euro di ammortizzatori
sociali. Colombia Sei persone sono morte, tra le quali
tre poliziotti, e altre 15 sono rimaste ferite in Colombia a causa di un'esplosione
nel dipartimento di Convencion, alla frontiera con il Venezuela. Lo riferiscono media
locali, precisando che nell'area operano sia le Farc, le Forze armate rivoluzionarie
della Colombia, sia l'Eln, l'Esercito di liberazione nazionale. L'esplosione, che
alcune fonti spiegano con un'autobomba, ha investito un gruppo di poliziotti portatosi
sul luogo indicato da una telefonata anonima che segnalava un'emergenza.
Australia In
Australia, si stringe il cerchio sui piromani che hanno causato nei giorni scorsi
oltre 180 morti e danni immensi, in particolare nello stato sudorientale di Victoria.
Un trentanovenne è stato arrestato con l’accusa di aver appiccato uno dei roghi. All’uomo
viene contestato il reato di omicidio volontario. (Panoramica internazionale a
cura di Marco Guerra e Francesca Ciacci) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 44 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.