2009-02-13 14:25:52

Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel: un impegno concreto per lo sviluppo di nove Paesi africani


Prosegue a Ouagadougou, in Burkina Faso, la riunione del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel, a 25 anni dalla nascita. Un comunicato del Pontificio Consiglio Cor Unum, pubblicato oggi, traccia un bilancio dell’attività dell’organismo voluto da Papa Wojtyla per lo sviluppo dei nove Paesi del Sahel. Ce ne parla Sergio Centofanti.RealAudioMP3


Solo nel 2008, nei nove Paesi saheliani, la Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel ha finanziato 208 progetti, per un valore totale che supera i due milioni di dollari americani. Si tratta di iniziative esemplari – afferma il comunicato - che cambiano la vita di interi villaggi, coinvolgendo la comunità locale e in collaborazione con fedeli di altre religioni. In Mali, per esempio, sono state create scuole comunitarie: i banchi di fango si sono trasformati in banchi veri, sono arrivati i libri, ed è stato possibile formare gli insegnanti. Nel sud del Senegal sono stati creati allevamenti modello, lontani dall'abitato, secondo norme igieniche rigorose per tenere gli animali puliti e in salute. Gli allevatori sono riusciti così ad ottenere alti profitti. A Capo Verde la Fondazione ha sostenuto la costruzione di 4 dighe per l’irrigazione di zone agricole che andavano desertificandosi. La vegetazione si è immediatamente diffusa.

 
In Burkina Faso, la Fondazione ha contribuito a formare gli agricoltori in tecniche che salvano le piantagioni dalla siccità, ha promosso la creazione di banche di cereali, indispensabili per preservare la biodiversità, e la diffusione di coltivazioni pregiate. Ha poi promosso l'apicultura, favorendo l'impollinazione dei fiori e la produzione di un miele particolarmente puro, privo di residui di pesticidi. In Niger sono stati piantati oltre 18 mila alberi creando vivai per il rimboschimento della zona. La produzione agricola è così aumentata e la fame diminuita. In Mauritania, nella periferia di Nouakchott, nei quartieri dove vivono solo i poveri e gli emarginati, grazie alla Fondazione è nato un centro di formazione professionale per le donne corredato di asilo-nido, dove le mamme possono lasciare i loro bambini per poter imparare non soltanto un mestiere, ma anche quelle nozioni di alfabetizzazione e di economia domestica che consentono loro di migliorare la vita, l'igiene e l'alimentazione dei loro figli. Adesso, i loro manufatti sono molto apprezzati dai turisti.

 
In Guinea Bissau, la Fondazione sostiene la lotta alla malnutrizione grazie alla produzione di prodotti multivitaminici a base di frutta locale e grazie alla diffusione della medicina naturale, di tradizione secolare nel Paese. In Ciad, sono stati tolti dalla strada tantissimi giovani grazie al finanziamento di una fattoria-scuola, dove l'acqua per le coltivazioni arriva grazie ad una moderna pompa, alimentata da pannelli solari fotovoltaici. Infine in Gambia, nella diocesi di Banjul, dal 1996, la comunicazione tra parrocchie e lo sviluppo sostenibile si affidano alle onde radio. Grazie all'aiuto della Fondazione, ora é possibile rinnovare gli impianti per assicurare la diffusione capillare di trasmissioni educative diverse, destinate ai giovani, alle donne e agli agricoltori. Queste – conclude il comunicato di Cor Unum - sono solo alcune delle opere realizzate dalla Fondazione pontificia a beneficio di una delle regioni più povere del pianeta.







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