“La musica è un modo particolarmente grande di annunciare Cristo”: così il Papa al
termine del Concerto per l’80.mo anniversario dello Stato Vaticano
La musica è un modo particolarmente grande di annunciare Cristo, perché ne rende percepibile
il mistero: così Benedetto XVI, al termine del concerto svoltosi ieri sera in Aula
Paolo VI, per l’80.mo anniversario di fondazione dello Stato della Città del Vaticano.
In programma, una selezione del “Messiah” di Händel, eseguita dall’Orchestra della
Radio Televisione Irlandese e del Coro della Cattedrale di Dublino. Il servizio di
Isabella Piro:
Una
guida rossa a coprire i gradini dell’Aula Paolo VI, rossa come le maniche a sbuffo
degli abiti delle coriste, e tanti fiori bianchi a delimitare, idealmente, la buca
dell’orchestra, bianchi come le camicie dei musicisti. Ma le note impetuose e gloriose
del “Messiah” di Händel hanno superato queste barriere virtuali e sono volate lontano,
raggiungendo tutti gli ascoltatori, attenti e silenziosi, riuniti nella Sala Nervi.
A loro il Papa ha ricordato che “la ricchezza del contrappunto musicale e l’armonia
del canto” aiutano l’uomo a contemplare “l’intenso ed arcano mistero della fede cristiana”.
Ed appare evidente come le note, suonate e cantate, quando sono intrecciate con la
fede, “possano rivestire un alto valore pedagogico in ambito religioso”:
La
musica come arte può essere un modo particolarmente grande di annunciare Cristo, perché
riesce a renderne percepibile il mistero con un’eloquenza tutta sua.
Quindi,
Benedetto XVI ha ricordato l’80.mo anno di fondazione dello Stato Vaticano: “un anniversario
significativo”, ha detto, “un evento storico”, per il quale bisogna rendere merito
in particolare a Pio XI:
Egli, nell’annunciare la firma dei Patti
Lateranensi e soprattutto la costituzione dello Stato della Città del Vaticano, volle
ricorrere a un’espressione di san Francesco d’Assisi. Disse che la nuova realtà sovrana
era per la Chiesa, come per il Poverello, “quel tanto di corpo che bastava per tenersi
unita l’anima” (cfr Discorso dell’11 febbraio 1929).
Di
qui, la preghiera del Papa perché il Signore, che “guida saldamente” la Chiesa “tra
le vicende non sempre tranquille della storia”, continui a vegliare su questo piccolo
Stato:
Chiediamogli soprattutto di assistere con
la potenza del suo Spirito Colui che sta al timone della Barca, il Successore di Pietro,
perché possa svolgere con fedeltà ed efficacemente il suo ministero a fondamento dell’unità
della Chiesa Cattolica, che ha in Vaticano il suo centro visibile e si espande sino
ai confini del mondo.
In apertura del concerto,
a rivolgere l’indirizzo di saluto al Santo Padre è stato il card. Giovanni Lajolo,
presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. “Il
Messiah di Händel –ha detto – è un grande monumento, culturale e spirituale”
e la sua musica è “meditazione, preghiera e lode a Dio”.