Il Papa ricorda il cardinale Stepinac, martire del comunismo
“Dopo il crollo del comunismo la Chiesa affronta nuove sfide” ma “il comandamento
resta sempre uguale: ‘Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura’”:
è quanto ha scritto Benedetto XVI al cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria
e vicepresidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), in occasione
del terzo Incontro dei cardinali e dei presidenti delle Conferenze episcopali dei
Paesi dell’Europa centro-orientale su “Missione della Chiesa nell’Europa Centro-Orientale
a vent’anni dal crollo del sistema comunista (1989-2009)”, che si è svolto nella capitale
croata per ricordare anche il decimo anniversario della beatificazione del’arcivescovo
di Zagabria, Alojzije Stepinac (1898-1960), martire del regime comunista, nel giorno
della sua memoria liturgica, il 10 febbraio. “Dalla natura della Chiesa - ha affermato
il Papa - deriva la sua missione, che è sempre la stessa”, e il martirio e la testimonianza
del beato “ci stimolano e incoraggiano”. “La mutua cooperazione tra i pastori e le
Conferenze episcopali è di grande importanza per lo svolgimento di questa missione”
e “questo incontro, espressione della vitalità della Chiesa - ha concluso Benedetto
XVI – dà nuova speranza per l’efficacia della sua missione in Europa e nel mondo”.
Da parte loro i vescovi, durante l'incontro, hanno sottolineato che “il comunismo
ha lasciato in eredità delle ferite profonde nella vita delle persone e della società,
dalle quali emerge una richiesta di aiuto e il bisogno di Dio e della Chiesa per guarire
l'uomo”. Infatti “nonostante la caduta del comunismo - ha detto il cardinale Bozanić
- “la sua struttura è rimasta presente nella legislazione e nel potere giudiziario,
nell’economia e nella cultura” e soprattutto nel velo di silenzio che è stato gettato
sugli avvenimenti del recente passato. “Come spiegare altrimenti – ha detto il porporato
- che a venti anni da questi avvenimenti la verità non riesce a mettere radice nelle
terre che si vantano della libertà e dell’amore per la verità?”. Così in Croazia –
ha spiegato - si evita di parlare di Stepinac. La verità – ha aggiunto - “è che il
sistema si è frantumato, ma le schegge sono abbastanza resistenti e si manifestano
nelle forme di promozione delle stesse falsità non solo attraverso la politica e nel
rapporto con il passato, ma anche nel rapporto con l’educazione, la scienza, l’istruzione”.
Il cardinale Bozanić ha poi affermato che è il momento di “una nuova e coraggiosa
evangelizzazione per riscoprire le proprie radici cristiane” e di “rispondere alle
sfide poste da una visione riduzionista dell'uomo”, soprattutto alla “dittatura del
relativismo”. In tal senso, i presuli hanno avuto l'opportunità di approfondire le
sfide rappresentate da globalizzazione, bioetica, neuroscienze, migrazioni e costruzione
di un nuovo ordine mondiale, tutela della libertà di coscienza e nuove ideologie,
specialmente riguardo alla vita e alla famiglia. E' quindi emersa la comune convinzione
che la Chiesa sia chiamata oggi in Europa a dialogare con tutti, a tutelare la libertà
di coscienza e ad affrontare le nuove ideologie che avanzano.