India: a rischio la partecipazione elettorale per 70 mila cristiani
In India oltre 70 mila cittadini cristiani rischiano di non poter esercitare il loro
diritto al voto per il rinnovo del Parlamento nazionale e delle istituzioni locali.
La partecipazione alla consultazione, prevista tra aprile e maggio, è a rischio perché
i loro documenti di identità o elettorali sono stati bruciati o distrutti durante
i drammatici giorni delle violenze anticristiane iniziate ad agosto e compiute da
estremisti radicali indù. Il governo del distretto di Kandhamal, in Orissa, ha pianificato
la distribuzione di nuovi documenti di identità ed elettorali. Ma decine di migliaia
di cristiani sono fuggiti in Stati confinanti e fin quando non torneranno nella zona
di Kandhamal, appare improbabile che possano ricevere i nuovi documenti. Padre Sajan
George, presidente nazionale del Global Council of Indian Christians, ha affermato
che la privazione del diritto di voto “rivela un'inclinazione a marginalizzare e a
soffocare la voce della minoranza cristiana”. Fonti locali hanno poi riferito ad AsiaNews
che i profughi non tornano nei loro villaggi perché manca ancora un’adeguata cornice
di sicurezza: “Il governo – ha spiegato un cristiano che preferisce mantenere l’anonimato
– ha stanziato una somma irrisoria di 10 mila rupie (circa 158 euro) per compensare
coloro che hanno avuto la casa distrutta o danneggiata”. “Molti cristiani – ha concluso
– hanno accettato la somma, ma l’hanno usata per comprarsi delle baracche e cambiare
villaggio. Nessuno di loro è tornato fino ad oggi”. (A.L.)