Benedetto XVI all'udienza generale: fede, speranza e carità non sono virtù per eroi
ma per ogni cristiano. Il Papa prega per i malati
L’udienza generale di questa mattina ha segnato, come annunciato mercoledì scorso
dal Papa, la ripresa del ciclo di catechesi pontificie sui Padri della Chiesa. Alle
migliaia di fedeli presenti nell'Aula Paolo VI, Benedetto XVI ha presentato la figura
di Giovanni Climaco, un monaco eremita vissuto a cavallo tra il sesto e il settimo
secolo e autore di un celebre trattato di vita spirituale. Il Papa ha poi concluso
l’udienza pregando per gli ammalati, al centro della Giornata mondiale di oggi, memoria
della Vergine di Lourdes. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Uno “stratega”
dello spirito, vissuto negli stessi luoghi dove Mosè incontrò Dio. Giovanni Climaco
è stato presentato da Benedetto XVI come uno “dei grandi scrittori della Chiesa di
Oriente e di Occidente” dell’epoca medievale. Nacque in un passaggio drammatico della
storia del suo tempo, nell’epoca buia delle invasioni barbariche che tuttavia fece
risplendere - nel generale sfacelo delle strutture civili dell’Impero bizantino -
la saldezza del corpo della Chiesa, grazie soprattutto “alla rete dei monasteri”.
In uno di essi, a 16 anni, Giovanni Climaco è già quello che sarà per tutta la vita:
un monaco e poi un eremita, per 40 anni ritirato tra le montagne del Sinai ma non,
ha sottolineato il Papa, in fuga dal mondo perché capace di “un amore ardente per
gli altri” oltre che per Dio. La sua fama è legata al suo scritto più famoso, la “Scala
del Paradiso”:
“La Scala
è un trattato completo di vita spirituale, in cui Giovanni descrive il cammino del
monaco dalla rinuncia al mondo fino alla perfezione dell’amore. E’ un cammino che
- secondo questo libro - si sviluppa attraverso trenta gradini, ognuno dei quali è
collegato col successivo”. “L’insieme
di questi gradini - ha affermato Benedetto XVI - costituisce senza dubbio il più importante
trattato di strategia spirituale che possediamo”. Una strategia che il Papa ha spiegato
condensando i 30 gradini in tre fasi. La prima, ha detto, “si esprime con la rottura
col mondo” per ritornare “allo stato dell’infanzia evangelica”. Il distacco dalle
persone e dalle cose porta a una più intima comunione con Dio:
“La
seconda fase del cammino è costituita dal combattimento spirituale contro le passioni
(...) Ma secondo Giovanni Climaco è importante prendere coscienza che le passioni
non sono cattive in sé; lo diventano per l’uso cattivo che ne fa la libertà dell’uomo.
Se purificate, le passioni schiudono all’uomo la via verso Dio con energie unificate
dall’ascesi e dalla grazia”. La
terza e ultima fase è “la perfezione cristiana”. Si tratta, ha spiegato il Pontefice,
“degli stadi più alti della vita spirituale”, sperimentabili dai solitari, i cosiddetti
“esicasti”, perché in grado di raggiungere la “quiete dell’anima”. Essa, ha osservato,
prepara alla “preghiera corporea” e, più ancora, alla “preghiera del cuore”. L’ultimo
gradino della scala poggia “sulla trinità delle virtù”: la fede, la speranza e la
carità. Virtù che, Benedetto XVI, ha commentato così in una lunga e intensa riflessione
spontanea:
“Non sono virtù accessibili solo a
eroi morali, ma sono dono di Dio a tutti i battezzati: in esse cresce anche la nostra
vita (...) Fondamentale è la fede, perché tale virtù implica che io rinunci alla mia
arroganza, al mio pensiero; (...) La speranza nella quale trascendiamo le cose di
ogni giorno, non aspettiamo il successo nei nostri giorni terreni, ma aspettiamo alla
fine la rivelazione di Dio stesso (…) Nella carità si nasconde il mistero della preghiera,
della conoscenza personale di Gesù. Usiamo dunque di questa 'scalata' della fede,
della speranza e della carità; arriveremo così alla vera vita". Al
momento dei saluti finali - dopo aver augurato ai vescovi amici del Movimento dei
Focolari e della Comunità di Sant’Egidio “frutti abbondanti” dai rispettivi incontri
che li vedono impegnati in questi giorni - il Papa ha rivolto un pensiero di solidarietà
spirituale agli infermi, nel giorno della Vergine di Lourdes:
“Rivolga
su voi tutti, cari fratelli e sorelle ammalati, il suo sguardo di consolazione e di
speranza, e vi sostenga nel portare la croce quotidiana in stretta unione con quella
redentrice di Cristo”.