Romania: proteste per un disegno di legge contro la Chiesa greco-cattolica
Costernazione per l’atto “chiaramente vessatorio" e "odiosamente discriminatorio"
verso la Chiesa Romena greco-cattolica. E’ quanto si legge in un comunicato, pubblicato
nei giorni scorsi, riferito al disegno di legge presentato a fine gennaio alla Commissione
giuridica della Camera dei deputati del Parlamento romeno. “Tale disegno di legge
- si legge nel comunicato - costituisce in merito ai diritti di proprietà, una definitiva
ratifica del tragico decreto n. 358 del 1948, con cui il regime comunista privò la
nostra Chiesa unita con Roma dei diritti di esistere, incamerandone tutti i beni mobili
e immobili”. In un articolo è scritto, ad esempio, che “nelle località rurali dove
esistono comunità parrocchiali di entrambe le confessioni, i beni sacri sono di proprietà
del culto maggioritario". Di fronte a questo gesto, Lucian Muresan, arcivescovo maggiore,
ha indirizzato una lettera alle autorità del Paese e anche ai vescovi italiani come
alle ambasciate della Romania in Italia e presso la Santa Sede. Nel testo si legge
che il disegno di legge è "infondato e ingiusto in uno Stato di diritto" e ne richiede
di conseguenza il ritiro. Nel Paese domani si terrà – rende noto Zenit - una giornata
di preghiera e digiuno. “Siamo consapevoli – ha detto mons. Virgil Bercea, vescovo
dell’eparchia greco-cattolica di Oradea – di essere troppo piccoli per avere il potere
di impedire che la legge venga approvata. La nostra forza è tutta nella preghiera,
la nostra e di quanti vorranno sostenerci”. “Ci sono località - continua - dove si
convive in buona armonia e dove sono stati restituiti dalla Chiesa ortodossa alla
Chiesa greco-cattolica se non tutti i beni che le appartenevano, almeno tutti quelli
di cui aveva bisogno”. (B.C.)