Convegno in Vaticano sull’evoluzione. Mons. Ravasi ribadisce la necessità del dialogo
tra scienza e fede
“Evoluzione biologica: fatti e teorie”, questo il tema della Conferenza internazionale,
che avrà luogo a Roma dal 3 al 7 marzo, organizzata dalla Pontificia Università Gregoriana,
in collaborazione con l’Università statunitense Notre Dame, nello Stato dell’Indiana,
nell’ambito del progetto STOQ-Scienza Teologia, e Questione ontologica. L’iniziativa
sotto il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, è stata presentata stamane
in Sala Stampa vaticana, dal presidente del dicastero mons. Gianfranco Ravasi, insieme
al prof. Marc Leclerc, ordinario di Filosofia della Natura alla Gregoriana, al prof.
Giuseppe Tanzella Nitti, ordinario di Teologia Fondamentale alla Pontificia Università
della Santa Croce e al prof. Saverio Forestiero, docente di Zoologia all’Università
di Roma Tor Vergata. Scienziati di varie discipline e filosofi – credenti e non credenti
- insieme a teologi saranno chiamati da tutto il mondo per confrontarsi sulle teorie
evoluzioniste, a 150 anni dalla pubblicazione de “L’origine della specie” di Charles
Darwin. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Un evento
particolarmente importante nei rapporti tra scienza e fede”, ha sottolineato padre
Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa, offrendo la parola a mons. Gianfranco
Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che già nella fase preparatoria
dei lavori, nei mesi scorsi, aveva chiarito che Bibbia e teorie evoluzioniste non
sono a priori incompatibili. Ha ribadito oggi la necessità del dialogo che deve intercorrere
tra scienza e fede:
“E’, questa, un’esigenza che
viene sempre più ribadita perché nessuno di questi due approcci è di sua natura capace
di esaurire la complessità, la vastità di questo orizzonte che è il mistero-Uomo o
il mistero-Universo”.
Ha citato a sostegno di questa
evidenza, mons. Ravasi, tre pensatori della statura di Nietzsche, Plank
e Pensias, sostenitori in diverso modo della non inimicizia o contrasto e finanche
della complementarità di religione e scienza, pure in sfere separate:
“Ecco
la prima grande esigenza di questo Convegno: la necessità di ristabilire ancora questo
dialogo nella diversità”.
Ma quando – si è chiesto l’arcivescovo Ravasi
– si creano difficoltà nel dialogo? Quando si travalicano i confini e si creano confusioni:
“Io
vorrei ricordare soltanto il trapasso che l’evoluzione ha subito diventando evoluzionismo.
La teoria scientifica da discutere secondo lo statuto scientifico si è trasformata
progressivamente in un sistema ideologico interpretativo dell’intera realtà umana,
passando oltre – perciò – il suo ambito specifico. Ed ecco, per esempio, il sorgere
di quella assurdità, a mio avviso, che è il darwinismo sociale”.
Ha
spiegato mons. Ravasi che l’autore della Genesi non aveva lo scopo di dare risposte
scientifiche:
“Piuttosto, egli voleva rispondere
ad un quesito teologico, usando naturalmente anche la strumentazione del suo tempo.
Che senso ha l’Uomo nel cosmo e in se stesso? La sua non era, quindi, un’analisi né
di paleoantropologia, di paleontologia, di astrofisica ma di filosofia e di teologia”.
“La
vera alternativa – ha concluso il presidente del Pontifico Consiglio della Cultura
– non è quindi tra evoluzione e creazione”:
“Sono
due interpretazioni, due analisi della realtà da angolature diverse. Caso mai, se
ci dev’essere tensione, discussione, dialettica, è tra due sistemi di pensiero. Ecco,
quell’evoluzione che è diventata evoluzionismo o quella creazione – dottrina teologica
– che è diventato creazionismo, cioè è diventato sistema di pensiero anche scientifico,
in questo caso; o l’evoluzionismo che è diventato sistema di pensiero anche filosofico.
Allora, in questo caso, ci può essere un eventuale non dico ‘scontro’, ma sicuramente
una dialettica abbastanza severa”.