Vescovi e ulema lanciano nelle Filippine un "progetto storico" per la pace a Mindanao
La Conferenza dei vescovi e degli Ulema (Buc) annuncia una iniziativa di ampia portata
per risolvere il decennale conflitto a Mindanao, nel sud delle Filippine. Circa 300
gruppi di discussione si riuniranno tra aprile e maggio per ripristinare “il processo
di pace” nell’isola e dare un nuovo impulso “ai colloqui fra il governo filippino
e il Fronte islamico Moro (Milf)”. Le trattative fra Manila e i ribelli islamici sono
bloccate da mesi per la mancata firma del memorandum of agreement, un documento all’interno
del quale venivano stabiliti i territori della regione autonoma musulmana del Mindanao.
“Ai gruppi di discussione – spiega su AsiaNews padre Alberto Alejo, direttore del
progetto Konsult Mindanaw – parteciperanno più di 6mila persone”. Durante gli incontri
verranno prese in esame quattro domande, quali linee guida per il dibattito: “Qual
è la vostra visione della pace? Quali raccomandazioni fate in merito ai colloqui di
pace tra il governo e il Milf? Cosa consigliate per ampliare il processo di pace?
Quale potrebbe essere il vostro contributo personale – o a cosa rinuncereste – per
la pace a Mindanao?”. Domani si terrà una prima serie di convegni nel North Cotabato,
a Bukindon e Marawi City: essi costituiscono l’esperimento pilota in vista degli incontri
di aprile e maggio, che interesseranno anche Manila e Cebu, per “garantire la rappresentatività
ai musulmani che non vivono a Mindanao”. Mons. Fernando Capalla, arcivescovo di Davao
e co-presidente della Conferenza vescovi-ulema, definisce la serie di incontri un
evento “senza precedenti” e sottolinea che “a beneficiarne di questo progetto storico
sarà tutto il Paese”. L’iniziativa è apprezzata anche dagli esponenti del Milf, a
condizione che non vi sia un ruolo attivo del governo. (R.P.)