2009-02-09 14:21:56

Perù: la Chiesa contro la legalizzazione della vendita controllata di droga


L’arcivescovo peruviano di Trujillo, mons. Héctor Miguel Cabrejos, recentemente rieletto presidente della Conferenza episcopale del Perù, ha ribadito l’altro ieri il rifiuto della Chiesa locale alla proposta del sindaco Surquillo, Gustavo Sierra, che ha sostenuto la necessità di legalizzare la vendita controllata di stupefacenti per le persone tossicodipendenti. “A mio avviso e della Chiesa tutta, si tratta di un grave errore”, ha precisato il presule che poi ha aggiunto: “Facilitare il consumo della droga usando mille pretesti non è una cosa semplice che lascia indifferenti. Una facilitazione seppure limitata non fa altro che aprire alle droghe tutte le porte. Questa proposta certamente non rappresenta un bene per i giovani, per i loro genitori, per il Paese”. Il presule tra l’altro ha trasmesso queste preoccupazioni al Presidente della Repubblica Alàn Garcìa con il quale ha avuto, venerdì scorso, un incontro per parlare anche delle conseguenze della crisi economica e finanziaria sulla popolazione peruviana, in particolare quella più debole. “La Chiesa sta da tempo portando avanti una riflessione su questa realtà e ciò che ci spinge di più è la ricerca di modi per dare sostegno e solidarietà a coloro che hanno meno risorse e che già patiscono le conseguenze negative e ne soffriranno nei prossimi mesi”, ha sottolineato l’arcivescovo di Trujillo che poi ha voluto precisare: “la questione di fondo di questa crisi è di carattere etico poiché queste sono sempre le conseguenze quando si pensa solo a guadagnare, senza tener in minimo conto della persona umana”. Proprio perché la “Chiesa ha fiducia nella persona umana e ritiene che sarà possibile superare il momento e che tutti devono dare il proprio contributo”, ha ricordato il presidente dell’episcopato peruviano che al termine della sua riunione con il Presidente della Repubblica ha lanciato un appello alla cittadinanza, specialmente alle forze produttive più vive, affinché dallo studio e dalla riflessione siano capaci di trovare le vie migliori per superare l’emergenza e soprattutto costruire un modo diverso di produrre e consumare. “Tutti - ha concluso - siamo chiamati da rendere conto di grandi responsabilità e perciò è nostro dovere lavorare insieme, in un’alleanza, per condurre il Perú fuori dalla crisi”. (L.B.)







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