Gli aggiornamenti esegetici contenuti nella nuova edizione della Bibbia di Gerusalemme.
Intervista con il biblista, padre Alfio Filippi
E’ da gennaio nelle librerie la nuova edizione della Bibbia di Gerusalemme delle Edizioni
Dehoniane, frutto come sempre del lavoro degli studiosi dell’École Biblique, la Scuola
biblica e archeologica che ha sede a Gerusalemme. La nuova pubblicazione della Bibbia
forse più diffusa a livello mondiale, oltre a contenere il testo nella nuova traduzione
approvata dai vescovi italiani, presenta un apparato di commenti aggiornato agli studi
biblici più recenti e note tematiche elaborate secondo nuovi criteri di coerenza testuale
e contestuale. Le caratteristiche della nuova edizione sono descritte da padre
Alfio Filippi, biblista, direttore editoriale delle Edizioni Dehoniane. L’intervista
è di Fabio Colagrande:
R. - L’edizione
francese degli Anni '50-'60 è stata aggiornata e modificata dai Padri domenicani per
tenere conto dell’approfondimento che gli studi biblici hanno conosciuto negli ultimi
50, anni soprattutto dopo le grandi scoperte sia archeologiche che testuali fatte
in terra di Israele. Basti ricordare, per l’archeologia, gli scavi di Qumran e, per
il testo e la Bibbia, il fatto che a Qumran e altrove, come a Masada, è stato trovato
un testo di libri della Bibbia che ha permesso di fare dei riscontri per capire meglio
e con più accuratezza il testo biblico. Poi nuova perché, essendo stata pubblicata
la traduzione della Conferenza episcopale italiana, noi dovevamo aggiornare ed applicare
i commenti della Bibbia di Gerusalemme al testo della Conferenza episcopale. Di conseguenza,
la nuova edizione è anche un approfondimento e una spiegazione del testo della Cei:
c’è una specie di sinossi, di sguardo contemporaneo sul testo della Conferenza episcopale
- con il testo greco, il testo ebraico - e quindi il lettore si rende conto e capisce
perché la Bibbia sia stata interpretata nei vari modi lungo la storia dell'esegesi.
D. - Quindi, padre Filippi, abbiamo una nuova Bibbia di Gerusalemme
che continua però la tradizione tipica dell’École Biblique, di una Bibbia cioè
che è tradotta in tutte le lingue del mondo cristiano… R. -
La continua, in particolare, con la completa spiegazione che viene fatta della Bibbia
attraverso le introduzioni a tutti quanti singoli libri della Bibbia. Ogni libro è
introdotto, spiegato, e poi lo è anche attraverso le note che a piè di pagina costituiscono
una specie di spiegazione dell’ordito tematico che costituisce il testo biblico. Molte
di queste note vengono chiamate "note chiave" perché approfondiscono i temi teologici
o spirituali o storici che il passo della Bibbia mette in gioco e chiama in campo.
In tal modo, allora, la Bibbia diventa anche una specie di "vocabolario" della Bibbia
a sfondo teologico e spirituale, che permette di essere introdotti nel senso che la
Bibbia ha per chi, da credente, la legge.