Benedetto XVI all'Angelus: prego per tutti i malati, specie per coloro che non possono
provvedere a se stessi. Appello del Papa per il Madagascar
Nonostante faccia parte dell’esperienza umana, noi facciamo fatica ad abituarci alla
malattia perché “essenzialmente” siamo “fatti per la vita”. Lo ha affermato Benedetto
XVI all’Angelus di questa mattina in Piazza San Pietro, dedicando la riflessione al
Vangelo di questa domenica che vede Gesù impegnato nella sua missione di guarire i
malati. Il Papa ha concluso l’Angelus pregando per gli ammalati - specialmente per
quelli, ha detto, “che non possono provvedere a se stessi” - e invocando il ritorno
alla “convivenza civile” per il Madagascar, agitato da incertezze politiche e disordini
sociali. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Cristo
medico dei corpi oltre che delle anime: è l’istantanea del Vangelo di questa domenica.
Una città intera si accalca alla soglia della casa di Simon Pietro, dove Gesù ne ha
appena guarito la suocera. “L’esperienza della guarigione dei malati ha occupato buona
parte della missione pubblica di Cristo - ha osservato Benedetto XVI - e ci invita
ancora una volta a riflettere sul senso e sul valore della malattia in ogni situazione
in cui l’essere umano possa trovarsi”. E questo perché, ha soggiunto: “Nonostante
che la malattia faccia parte dell’esperienza umana, ad essa non riusciamo ad abituarci,
non solo perché a volte diventa veramente pesante e grave, ma essenzialmente perché
siamo fatti per la vita, la vita completa”.
Giustamente,
ha proseguito il Papa, “il nostro ‘istinto interiore’ ci fa pensare a Dio come pienezza
di vita, anzi come Vita eterna e perfetta”. Di conseguenza, ha detto, “quando siamo
provati dal male e le nostre preghiere sembrano risultare vane, sorge allora in noi
il dubbio ed angosciati ci domandiamo: qual è la volontà di Dio?” A questo interrogativo,
ha affermato il Pontefice, “troviamo risposta nel Vangelo”:
“Gesù
non lascia dubbi: Dio - del quale Lui stesso ci ha rivelato il volto - è il Dio della
vita, che ci libera da ogni male. I segni di questa sua potenza d’amore sono le guarigioni
che compie (...) Dico che queste guarigioni sono segni: non stanno in sé ma guidano
verso il messaggio di Cristo, ci guidano verso Dio e ci fanno capire che la vera e
più profonda malattia dell’uomo è l’assenza di Dio, della fonte di verità e di amore.
E solo la riconciliazione con Dio può donarci la vera guarigione, la vera vita, perché
una vita senza a more e senza verità non sarebbe vita (...) Si comprende, pertanto,
perché la sua predicazione e le guarigioni che opera siano sempre unite: formano infatti
un unico messaggio di speranza e di salvezza". Benedetto
XVI ha ricordato la Giornata mondiale del malato di mercoledì prossimo e il suo incontro
che avrà nel pomeriggio con gli ammalati nella Basilica di San Pietro, al termine
della Messa presieduta dal cardinale Javier Lozano Barragan. E come nel suo Messaggio
per la Giornata del malato reso noto ieri, il Papa ha ringraziato di nuovo i testimoni
della “carità fraterna”, in particolare le comunità cristiane che si occupano di curare
i malati:
“È vero: quanti cristiani - sacerdoti,
religiosi e laici - hanno prestato e continuano a prestare in ogni parte del mondo
le loro mani, i loro occhi e i loro cuori a Cristo, vero medico dei corpi e delle
anime! Preghiamo per tutti i malati, specialmente per quelli più gravi, che non possono
in alcun modo provvedere a se stessi, ma sono totalmente dipendenti dalle cure altrui:
possa ciascuno di loro sperimentare, nella sollecitudine di chi gli è accanto, la
potenza dell’amore di Dio e la ricchezza della sua grazia che salva".
Questa
preghiera del Papa è stata seguita, dopo la recita dell’Angelus, da un’altra che Benedetto
XVI ha detto di voler condividere con i vescovi del Madagascar e la loro Giornata
di preghiera in favore della “riconciliazione nazionale e della giustizia sociale”.
Una preghiera scioltasi in un appello:
“Vivamente
preoccupato per il periodo particolarmente critico che il Paese sta attraversando,
vi invito ad unirvi ai cattolici malgasci per affidare al Signore i morti nelle manifestazioni
e per invocare da Lui, per intercessione di Maria Santissima, il ritorno alla concordia
degli animi, alla tranquillità sociale e alla convivenza civile”.