Il cardinale Bagnasco: “Si sta spegnendo la luce di una vita. E l’Italia è più buia”.
Di fronte al succedersi di tanti eventi nella vicenda di Eluana Englaro e nel pieno
del dibattito sulla vita, interviene il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della
Conferenza episcopale italiana. Lo fa con un editoriale, pubblicato sulla prima pagina
del quotidiano Avvenire di oggi, in cui - definendo Eluana “una persona che tutti
sentiamo affettuosamente nostra” - dice: non possiamo tacere. Il servizio di Giada
Aquilino:
“Una luce si sta spegnendo, la luce di una vita. E l’Italia è più
buia”. Con queste parole il cardinale Bagnasco riassume il percorso di Eluana Englaro
che, scrive il presidente della Cei, “ha cominciato il cammino forzato verso la morte
perché iniquamente privata del cibo e dell’acqua”. Il porporato ricorda che la donna
non è attaccata ad alcuna macchina, respira cioè liberamente. Quindi, aggiunge, non
c’è alcuna spina da staccare, ma per vivere Eluana avrebbe bisogno solo di essere
alimentata, come tutti. Rimane però un’altra spina per la nostra società, dice il
cardinale Bagnasco. Ed è quella legata alla domanda: come è possibile far morire una
persona in nome di una sentenza? Come si può tollerare, si chiede il porporato, che
passi una pretesa nuova necessità – e cioè il diritto di morire – invece di sostenere,
anche nelle situazioni estreme, il diritto alla vita? Non si può che far riferimento,
quindi, all’eutanasia, dice il cardinale, ricordando che – anche recentemente, il
1° febbraio scorso – il Papa l’ha definita “una falsa soluzione al dramma della sofferenza”.
D’altra parte, riflette il presidente della Cei, non dare più cibo e acqua ad una
persona come si deve chiamare se non omicidio? Poi ricorda l’impegno delle suore di
Lecco che, assistendo Eluana per 15 anni, “hanno mostrato come si reagisce all’imprevedibilità
del dolore”. A questo punto, aleggia un grande vuoto, destinato ad accrescersi nei
prossimi giorni: non solo perché Eluana non sarà più con noi, scrive il cardinale
Bagnasco, ma perché la cultura egemone avrà ancora una volta negato la realtà, quella
del limite, quella del dolore che la ragione ha sempre e comunque considerato parte
stessa della vita. La realtà della sofferenza – ricorda ancora – nella Croce di Cristo
si illumina di significato e di valore. In questa vicenda dolorosa, scrive infine
il cardinale Bagnasco, una parola di grave preoccupazione dobbiamo dirla circa la
concatenazione di circostanze che vanno producendo un tale inaccettabile esito. In
una vicenda, insomma, che “ci ha resi più insicuri”, l’esortazione del presidente
della Cei è a non perdere “l’occasione per riaffermare, in modo più convinto e corale,
il sì alla vita”.