Dichiarazione dei vescovi venezuelani per il 150. mo della Guerra Federale
Nel 150. mo anniversario della Guerra Federale in Venezuela, considerata uno dei momenti
fondanti della Patria, i vescovi venezuelani invitano a celebrare la ricorrenza quale
occasione per ribadire la priorità dell’impegno per la pace e la salvaguardia dei
valori civili nazionali. In un messaggio diffuso per l’occasione, al termine dell’Assemblea
Plenaria Ordinaria, i presuli ricordano che la commemorazione, “una lotta con carattere
di guerra civile”, con “scontri militari tra conservatori e liberali”, durata circa
cinque anni, “è spesso servita come esaltazione epica” del passato senza tuttavia
fornire un contributo significativo alla soluzione dei problemi del popolo. Non bisogna
dimenticare – si legge nel documento elaborato dei vescovi e riportato dall’agenzia
Fides - che “gli anni della Guerra Federale furono molto dolorosi” e videro i cittadini,
soprattutto i più poveri, “pagare per il consolidamento istituzionale del Paese”.
Piuttosto – osservano i presuli – è necessario guardare all’evento bellico quale momento
di promozione di “una maggiore coscienza di protagonismo popolare e di identità nazionale,
di impegno per la liberazione da ogni sottomissione”, in favore dell’uguaglianza di
tutti i cittadini. “Nella costruzione dell’identità nazionale venezuelana si è esaltato
in eccesso la guerra” fanno notare i vescovi, ma non bisogna dimenticare che “il progresso
e la convivenza, il benessere e la tranquillità, lo sviluppo delle scienze, delle
arti, del commercio, dell’agricoltura, dell’ingegno, dell’educazione, della migrazione,
tra gli altri, sono sorti e cresciuti nei momenti di pace e serenità, nella routine
della vita ordinaria, nello sforzo congiunto senza distinzioni di nessun genere”.
Il messaggio si conclude infine con un appello rivolto alle agenzie educative affinché
si impegnino a far “conoscere e proiettare il senso più autentico delle ansie di giustizia
sociale e sviluppo, di decentralizzazione e federalismo che si trovano nell’inconscio
del popolo venezuelano”, per sollecitare in tutti i cittadini “un sereno realismo
e una rinnovata speranza”. (C.D.L.)