2009-02-06 15:39:05

La diocesi di Roma ricorda don Andrea Santoro ucciso tre anni fa in Turchia


“Don Andrea è morto mentre pregava con una Bibbia scritta in turco, quasi a testimoniare la sua fedeltà fino alla fine al Signore a alla Chiesa.“. Così mons. Luigi Moretti, vicegerente della diocesi di Roma, ha ricordato ieri sera, nella parrocchia romana dei Santi Fabiano e Venanzio, la figura di don Andrea Santoro, durante la celebrazione eucaristica in memoria del sacerdote ucciso tre anni fa, a Trabzon, in Turchia. Hanno concelebrato anche mons. Luigi Padovese, vicario della diocesi di Anatolia, e alcuni rappresentanti ecclesiali della Chiesa turca. Il servizio di Marina Tomarro:RealAudioMP3

Don Andrea è stato un dono per la Chiesa. Il sangue versato nel suo martirio è il bene più prezioso che ci ha lasciato, terreno fertile su cui stanno fiorendo molte opere sia in Turchia che in Italia. Così ieri mons. Luigi Padovese, vicario della diocesi di Anatolia, ha ricordato la figura di don Andrea Santoro, nel terzo anniversario della morte del sacerdote. E alla celebrazione eucaristica erano presenti anche la sorella Inolda Santoro e la madre Maria. Ascoltiamo il loro ricordo su don Andrea:

“Un pensiero che ho avuto, dopo che è morto mio fratello, pensando a lui, alla sua vita e a quello che aveva lasciato, è racchiuso nell’immagine di lui come Pollicino che lascia cadere tanti sassolini: tante persone ci hanno telefonato, tante testimonianze sono arrivate, e quindi, per me, è come se queste persone ci riportassero questi sassolini, sotto forma di telefonate, di persone che gli hanno voluto bene, persone che lo hanno conosciuto anche per poco tempo. Quindi questa, per noi, è una grande consolazione, questo è quello che lui ha lasciato e che ci consola tanto”.
 
“Mio figlio ha lasciato un ricordo bellissimo, per tutti; non c’è una telefonata o una persona che mi saluta che non mi dice ‘io l’ho visto, l’ho sentito, mi è rimasto impresso’. Ha lasciato dei buoni ricordi e ringrazio Dio per questo”.
 
Ma nella regione turca dove viveva don Andrea la situazione per i cristiani è ancora difficile, a causa dell’intolleranza di alcuni gruppi estremisti musulmani. Ascoltiamo a questo proposito la testimonianza dell'arcivescovo coadiutore di Istanbul degli Armeni, mons. Georges Khazzoum, presente alla celebrazione:

“L’Anatolia è un posto troppo pericoloso; i cristiani sono sempre in attesa di un cambiamento di mentalità da parte di questa gente, e di protezione da parte del governo. Fino ad adesso, noi non abbiamo avuto l’audacia di andare lì – anche per fare una Messa – perché la gente ancora non vuole accettare la presenza dei cristiani. Ci sono persone con una mentalità radicale e perciò non è facile lavorare in un posto dove bisogna avere un coraggio ed un’audacia così forti”.







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