I religiosi cattolici accanto ai civili del nord dello Sri-Lanka
Alla richiesta del presidente dello Sri Lanka Rajapaksa di far evacuare i religiosi
dall’area dei combattimenti tra l’esercito di Colombo e le Tigri Tamil nel nord del
Paese, ha risposto il nunzio apostolico in Sri Lanka mons. Mario Zenari che solo
ieri ha visitato la diocesi di Jaffna, la più colpita dalle violenze. Il presule –
riferisce Asianews – ha affermato che “i sacerdoti cattolici resteranno sempre e lavoreranno
con il popolo, non lo abbandoneranno mai”. Nell’area operano 22 sacerdoti e 27 suore
che curano i profughi della regione di Vanni, si tratta di religiosi provenienti dalle
diocesi del nord che appartengono a vari ordini come i gesuiti e gli Oblati di Maria
Immacolata. Intanto nella zona cresce il numero delle vittime, secondo il comitato
internazionale della Croce rossa (Cicr) e le organizzazioni umanitarie i morti aumentano
e il governo continua a negare l’accesso all’area degli scontri alla stampa. Proprio
Colombo, nei giorni scorsi, ha rifiutato di negoziare con i ribelli sostenendo che
l’unica soluzione è la resa incondizionata. E proprio oggi almeno 100 persone hanno
assaltato la sede della Comitato della Croce Rossa internazionale (Icrc) a Colombo
lanciando pietre contro gli uffici situati nella centrale Layards Road e occupando
la sede dell’organizzazione per un’ora e mezza. Il fatto segue di poche ore la richiesta
di espulsione del capo della Croce Rossa, Paul Castella. La richiesta è stata fatta
al governo dal leader del National Freedom Front (Nff), Wimal Weerawansa. Weerawansa,
presidente del partito di matrice marxista , che sostiene il presidente Mahinda Rajapaksa
, accusa il direttore della Croce rossa di diffondere dati falsi sulla tragica situazione
dei profughi e delle vittime degli scontri nel nord del Paese sostenendo così le Tigri
tamil. La Croce rossa e gli organismi umanitari presenti nella zona in cui esercito
e ribelli si confrontano, confermano la stima di 250mila persone intrappolate nell’area.
L’Onu afferma che nei bombardamenti del 4 febbraio almeno 52 civili sono morti e 80
feriti. (B.C.)